L’agenda dei californiani. Rinnovi, stadio e tournée. La proprietà è già al lavoro

Dopo assemblea soci e Cda, via alle discussioni con Inzaghi e i giocatori. In bilico il viaggio in Cina a luglio per le sfide contro Psg e Atletico Madrid.

di GIULIO MOLA -
23 maggio 2024
Rinnovi, stadio e tournée. La proprietà è già al lavoro

Rinnovi, stadio e tournée. La proprietà è già al lavoro

e Mattia Todisco

Dalla (vana) corsa contro il tempo di Steven Zhang, allo scatto sui blocchi di Oaktree. Il comunicato storico di metà mattinata ha ufficialmente aperto l’era americana e in Viale della Liberazione ci si è già messi al lavoro. Al di là delle dichiarazioni di facciata della nuova Proprietà ("siamo impegnati per un successo a lungo termine") tutti si chiedono cosa realmente accadrà. Difficile dirlo. Il Fondo molto probabilmente proseguirà sulla strada della “sostenibilità“ e del pareggio di bilancio, con una politica di austerity ancor più rimarcata rispetto al passato. E da questo punto sarà interessante sapere quel che succederà per quel che riguarda uno dei punti in agenda, ovvero il rinnovo dei contratti. Perché un occhio al monte ingaggi ci sarà certamente e questo potrebbe influire non poco su almeno tre dei rinnovi caldi che la dirigenza ha “apparecchiato“ da mesi: Simone Inzaghi, Lautaro Martinez e Nicolò Barella.

La base di lavoro per tutte e tre le trattative è la volontà dei diretti interessati di rimanere a Milano. Per l’attaccante argentino c’è distanza tra domanda e offerta. I dirigenti si sono spinti fino a 8 milioni di euro a fronte di una richiesta di 10. In settimana ci sarebbe dovuto essere un incontro per provare a definire la situazione, ma fino a poco tempo fa c’era la convinzione che Steven Zhang sarebbe rimasto al comando. Il cambio di proprietà ha ovviamente cambiato le priorità, c’è un’assemblea dei soci da fissare e un CdA da nominare con relativo presidente. È quindi probabile che l’incontro con il procuratore Alejandro Camañosi faccia più in là nel tempo: non è detto che il “Toro“ riesca a partire per il ritiro dell’Argentina (in vista della Copa America) con la certezza del prolungamento fino al 2029, a quel punto l’obiettivo diventerebbe chiudere l’accordo entro l’inizio del prossimo campionato. Più facili da definire i nuovi contratti con il tecnico e il vice-capitano. Inzaghi ha un accordo per un altro anno e certo non lavorerà a scadenza: dovrebbe firmare fino al 2027 con uno stipendio da 7 milioni a stagione. Lo stesso proposto a Barella fissando l’estensione al 2029. Sarà proposto un nuovo contratto anche a Denzel Dumfries, 4 milioni l’anno fino al 2028, ma l’olandese dovrà calare le richieste rispetto ai 5 milioni a cui aspirava qualche mese fa.

Secondo punto, la vicenda stadio. Entro fine giugno WeBuild dovrebbe presentare il progetto per la ristrutturazione dello stadio Meazza. Inter e Milan hanno qualche dubbio sulla fattibilità e sulle tempistiche, considerando che il calendario estivo dei concerti nell’impianto cittadino è fitto e che c’è di mezzo Milano-Cortina 2026, con cerimonia d’inaugurazione già fissata a San Siro. Anche per questo è stata chiesta una proroga per il diritto di esclusiva sui terreni di Rozzano di proprietà del gruppo Cabassi, fino a gennaio 2025. Dovesse vincere questa seconda ipotesi, i nerazzurri andrebbero avanti per la propria strada, abbandonando l’idea di un impianto condiviso con i rivali cittadini.

Infine novità ci saranno anche sulla stagione che verrà perché potrebbe essere a rischio la tournée in Cina. L’Asia è il terreno preferito della vecchia proprietà, ma la nuova dovrebbe virare altrove per avere i riscontri maggiori in termini di partnership e sponsorizzazioni. Le amichevoli fissate con Atletico Madrid e Paris Saint-Germain a fine luglio dovevano essere anche l’occasione per un incontro tra Steven Zhang e la squadra, visto che l’imprenditore cinese non si vede in Italia dalla scorsa estate. Chiaramente andrà valutato il peso delle eventuali penali e la fattibilità di nuovi test amichevoli che andranno organizzati in tempi stretti, visto che diverse società di alto livello si sono già organizzate. Di certo la Cina cesserà di essere un “core“ per gli affari societari e l’attenzione dell’area corporate si sposterà nel Nord America.

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