Lautaro cerca un passo europeo per l’Inter. L’Atletico Madrid è l’ultimo tabù del Toro

La Champions è l’occasione per la consacrazione definitiva, i Colchoneros sono l’unica big spagnola a cui non ha ancora segnato

12 marzo 2024
Lautaro cerca un passo europeo per l’Inter. L’Atletico Madrid è l’ultimo tabù del Toro

Lautaro cerca un passo europeo per l’Inter. L’Atletico Madrid è l’ultimo tabù del Toro

di Mattia Todisco

La consacrazione passa dalla Champions League. La competizione dei grandi sogni, come le orecchie della Coppa più ambita, quella che Lautaro Martinez e compagni hanno solo sfiorato nella scorsa stagione. L’argentino non era ancora il capitano, se non di tanto in tanto per assenza dei senatori con più presenze. Non era nemmeno il trascinatore indicato unanimemente come la grande stella, non quanto lo è oggi. Da uno dei tanti è passato allo status di capitano, leader, capocannoniere del campionato italiano. Gli manca la consacrazione europea, l’ultimo salto in avanti per entrare in un’élite sempre più ristretta.

Il rapporto di Lautaro con la Champions League è altalenante. Cinque reti in sei partite nella prima vera stagione da titolare, con Antonio Conte, con dei lampi di potenza e classe al Camp Nou, a Dortmund, a Praga con lo Slavia, insufficienti per passare agli ottavi e seguiti da due anni con altrettante reti complessive. Troppo poco, anche se nel 2021-’22 l’unico centro fu ad Anfield per battere una squadra che non aveva mai perso in casa da inizio annata (il Liverpool). Vano, anche quello, ai fini del passaggio del turno. E ancora lo scorso anno, tre centri, l’ultimo contro il Milan nella semifinale di ritorno. In finale, invece, un possibile vantaggio sprecato a tu per tu contro Ederson: un tentativo di tunnel finito male, con Brozovic e Lukaku a rimorchio in posizione migliore per andare a segno. La prima grande chance di una lunga serie che ha visto coinvolti Dimarco, Gosens e soprattutto Lukaku, la cui pessima serata ha cancellato persino le incertezze del "Toro".

Di quella sera, l’Inter si porta dietro la consapevolezza di potersela giocare ai massimi livelli, contro qualsiasi avversario. L’argentino ha certamente memoria anche delle lacrime versate dopo il triplice fischio. Sperava di suggellare una stagione già straordinaria dopo il Mondiale vinto in Qatar con un’altra affermazione di quelle che bastano per battezzare un’intera carriera. Non ce l’ha fatta ed è ripartito alla caccia del trofeo che brama, dopo aver alzato a Riyadh il primo da capitano in occasione della Supercoppa Italiana. Sulla coppa che si consegna ai campioni d’Italia c’è già una mano e mezza dell’argentino, mentre per la Champions c’è da lavorare. A partire da domani al Civitas Metropolitano.

L’Atletico Madrid è l’unica "grande" di Spagna a cui non ha mai segnato (con Barcellona e Real ha già colpito), se non in amichevole con una spaccata da grande attaccante. Non ci aveva mai giocato contro in gare ufficiali prima dell’andata degli ottavi, in realtà. Al Meazza ha avuto almeno tre opportunità importanti per sbloccare la partita, la più grande di tutte è stata anche quella tramutata in reta da Arnautovic dopo la respinta di Oblak. Per chi ama la cabala: gli unici due gol europei di Lautaro quest’anno sono arrivati in trasferta, uno dei quali contro un’altra iberica (la Real Sociedad) e l’altro a Salisburgo.

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