L’Inter corre nella storia. Acerbi e Thuram spietati nel derby che vale tutto

Tomori riaccende le speranze rossonere, ma non basta per evitare il successo che porta la certezza aritmetica del titolo. Maxirissa nel finale, poi la festa.

di GIULIO MOLA -
23 aprile 2024
Acerbi e Thuram spietati nel derby che vale tutto

Acerbi e Thuram spietati nel derby che vale tutto

Scudetto in faccia. In un derby ad altissima tensione. Davanti a 65mila tifosi avversari. L’umiliazione sportiva peggiore e l’incubo temuto dal popolo rossonero si sono materializzati alle 22.42 quando l’Inter ha vinto (1-2) la sesta stracittadina di fila, la più sentita, quella che le ha consegnato titolo e seconda stella. Un sogno accarezzato negli ultimi due mesi e diventato realtà nella notte fredda e piovosa di San Siro, colorato di un rossonero sbiadito dai fumogeni perché a gioire sono stati i 10mila supporter della Beneamata.

Il Diavolo poteva ’rovinare’ (o rinviare) la festa ai rivali, ci ha provato nel primo tempo e anche nel finale con la rabbia l’orgoglio ma è stato esorcizzato da un’Inter forte e solida, anche se poco spietata. Il verdetto di San Siro è la fotografia della stagione delle due squadre (separate da 17 punti), neanche un successo dei rossoneri avrebbe stravolto un destino già scritto: l’Inter moriva dalla voglia di conquistare lo scudetto in una serata che resterà nella storia, il Milan sperava di regalare ai suoi supporter una prova dignitosa prima di voltare pagina (scontato l’addio di Stefano Pioli con Lopetegui in pole rispetto a Conte e Fonseca). E’ andata male, Cardinale e Ibra avranno molto da fare nelle prossime settimane mentre il grande assente Steven Zhang festeggia a distanza (in Cina) il suo secondo tricolore e aggancia Moratti al secondo posto dei presidenti più vincenti della storia dell’Inter.

Per la sua ultima stracittadina Pioli schierava Leao punta solo apparentemente centrale, Pulisic a sinistra e Musah a destra. Con Giroud, l’uomo della doppietta nel derby scudetto del 2022 in panchina. Il piano prevedeva meno possesso e l’aggressione alta, per provare a colpire in ripartenza ma almeno in avvio si è visto calcio “sporco”, qualche scintilla (Adli-Barella) e poca voglia di osare. Il gol dell’ex Acerbi (18’) lasciato solo su azione d’angolo spaccava il match e lì iniziava un’altra partita, più intensa e divertente. Tre le occasioni per raddoppiare (Lautaro e Thuram fuori a porta vuota, Mkhitraryan si faceva “murare” da Maignan) contro le due chance rossonere (Sommer ipnotizza Leao e Pulisic).

Quattro giri di lancette appena nella ripresa e Thuram con il destro rasoterra bucava Maignan in ritardo proprio sotto la Nord. Pioli inseriva Giroud, Chukwueze e Bennacer. Il lampo di Tomori (34’) dopo prodezza di Sommer su Gabbia riaccendeva il match nel finale. Un’illusione durata poco. Prima del triplice fischio maxirissa con Theo e Dumfries espulsi da Colombo. Poi rosso anche per Calabria. Balli e abbracci sotto la curva nerazzurra per Lautaro e compagni. Sabato passerella contro il Torino e grande festa per tutti.

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