L’Inter sogna un poker da leggenda. Inzaghi non si fida del Diavolo. Taremi sarà la spalla di Lautaro

Thuram è acciaccato, tocca all’iraniano che conosce molto bene Conceiçao dai tempi del Porto. Martinez non si nasconde: "È il mio periodo peggiore, ma sto tornando quello che voglio io".

di MATTIA TODISCO
6 gennaio 2025
Simone Inzaghi e il trofeo della Supercoppa: ne ha già vinte sette

Simone Inzaghi e il trofeo della Supercoppa: ne ha già vinte sette

Si va per il poker. Consecutivo. La conferma di un’egemonia, dopo tre successi di fila nella Supercoppa Italiana che per l’Inter possono diventare quattro nel derby che comincia stasera alle 20 a Riad. E sarebbe anche un bis nelle edizioni con semifinali e finali, nonché la nona affermazione a pari merito con la Juventus. Simone Inzaghi arriverebbe a sei da allenatore, più due da calciatore, rinvigorendo la fama positiva nei derby di Milano.

Ne aveva vinti sei di fila, finché nell’andata di campionato non ha perso 2-1. "Meritatamente", ha aggiunto ieri in conferenza stampa, quasi a voler mettere i suoi in guardia dai rischi di una partita storicamente aperta ad ogni risultato, in cui al fattore tecnico si unisce quello emotivo, il tutto in una finale. "Il derby mi ricorda delle partite come quella del 22 aprile scorso che ci ha dato lo scudetto o le semifinali di Champions, ma anche la sconfitta in campionato all’andata - è la sottolineatura del tecnico -. Cercheremo di non rifare gli errori di quella gara, sapendo che il Milan ha cambiato allenatore e mantenuto giocatori di qualità che possono crearti problemi".

Avrà di fronte Conceiçao, vecchio compagno di squadra alla Lazio, avversario in un ottavo di finale di Champions League poco meno di due anni fa. Sconfitto, il portoghese lasciò il campo adirato e senza salutare il collega. "Non ci siamo più visti o sentiti da allora, ma non è successo niente - specifica Inzaghi -. Era una gara sentita, con Sergio siamo stati tanti anni assieme condividendo vittorie, con un grande maestro come Eriksson".

In tema di presenti, Lautaro Martinez non mancherà. Nei derby ha segnato spesso, una volta proprio in finale di Supercoppa Italiana (due anni fa) quando l’Inter alzò il trofeo vincendo 3-0 e il sigillo conclusivo lo mise l’argentino. Il capitano non è nel suo periodo migliore. Anzi, è lui stesso (pur col sorriso) a dire che "è il peggiore che ricordi, anche se la condizione sta tornando quella che voglio io". Contro il Cagliari ha interrotto un digiuno che durava dal 3 novembre, ma una volta incrociata l’Atalanta si è scontrato con un Carnesecchi formato super e a segnare ha dovuto pensarci Dumfries. L’aspetto positivo è che da qualche gara sta riuscendo a crearsi (o a smarcarsi a dovere) le occasioni per andare a bersaglio.

Non avrà il compagno di squadra con cui ha giocato di più nell’ultimo anno e mezzo, Marcus Thuram, che al massimo può aspirare alla panchina. La lieve elongazione che ne ha consigliato il cambio all’intervallo nella semifinale spinge Inzaghi alla prudenza. Nello stesso reparto, ieri, era in dubbio anche Correa. La strada è spianata per Taremi, che nel derby di settembre rimase in panchina e punta quindi il suo primo derby. Finora ha segnato una sola rete in stagione, alla Stella Rossa in Champions League, ma Inzaghi ne apprezza spirito di sacrificio e capacità di giocare per la squadra. Inoltre, dopo anni di lavoro assieme a Oporto, nessuno meglio di lui conosce Conceiçao nello spogliatoio interista.

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