Nel futuro dell’Inter non c’è più Marotta: "Tra due anni lascio, mi dedico ai giovani"
L’ad ha annunciato l’intenzione di cambiare alla fine del contratto: "Il vivaio è il patrimonio più grande che un club possa avere"
C’è chi riconduce le attuali difficoltà della Juve all’addio di Beppe Marotta. Il dirigente sportivo lasciò infatti la brigata bianconera nell’autunno del 2018, e non a caso la parabola discendente del club iniziò nelle stagioni successive. Quelle legate all’ubriacatura generale dell’affare-Ronaldo.
L’Inter, come la conosciamo oggi, è figlia di questo direttore tanto bravo nel mettere gli uomini giusti al posto giusto e nel far quadrare i conti. (E in casa nerazzurra in questi anni non è stata cosa banale). Il Marotta pensiero deflagra così nel corso dell’ennesimo momento delicato per la proprietà dell’Inter. "Il settore giovanile è il patrimonio più grande di una società, soprattutto dal punto di vista umano. Tra due anni, quando terminerà il mio contratto con l’Inter, mi occuperò solo dei giovani" ha svelato l’amministratore delegato nerazzurro durante un evento a Varese.
Qui si parlava di sostenibilità delle società sportive. Al suo fianco l’ad del Varese Basket Luis Scola, altro personaggio che sa volare alto.
L’era Marotta all’Inter inizia a dicembre 2018: in panchina c’è Luciano Spalletti, ma il tanto atteso ritorno in Champions League porta più dolori che gioie. Poi avremo una squadra più volte rivoltata come un calzino (per esigenze di bilancio), la scoperta di Inzaghi uomo vincente nelle finali di coppa. Senza derubricare la stessa sconfitta con il City in Champions che ha avuto il sapore dell’impresa. Infine lo scudetto della seconda stella a portata di mano. (In tema di cattiverie si potrebbero ricordare tutti i derby vinti a spese del Milan). Alla luce di tutto questo è facile capire come il ’’voglio fare altro’’ possa turbare i sonni dei tifosi. L’ad lancia però un discorso di prospettiva difficile da non condividere. "Far pagare lo sport ai giovani è sbagliato: dovrebbe essere gratuito, perché così si riuscirebbero a coinvolgere anche le famiglie povere, quelle in cui si nascondono i campioni, come accadeva una volta" spiega il suo pensiero.
E neppure la politica che spesso si ferma alle ’foto opportunity’ che celebrano le vittorie viene risparmiata: "Senza impianti e centri di allenamento non si può ottenere nulla. Purtroppo in Italia scontiamo la mancanza di sensibilità politica verso lo sport. Poi – conclude – abbiamo carenze nel mondo della scuola: pensate che in Olanda l’Ajax e le scuole di Amsterdam si dividono il compito di allenare i ragazzi".
Marotta ha 66 anni (68 quando terminerà il suo mandato). L’età giusta per occuparsi di politica sportiva, per aiutare questo calcio che parla sempre meno di sport e giovani.
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