Sanchez, interista a termine. Sei mesi per l’ultimo sprint del leone
In scadenza e con l’ombra di Taremi addosso ma è convinto di restare e in Supercoppa ha fatto la differenza
Vedere la firma di Alexis Sanchez su un nuovo contratto con l’Inter sarebbe una delle grandi sorprese della prossima estate. Il cileno ha un accordo coi nerazzurri per una sola stagione. Ha accettato di tornare pur sapendo di dover partire molto indietro nelle gerarchie, di non essersi mai allenato in gruppo durante i mesi estivi passati da svincolato e di avere una fila di investitori in Arabia e non solo che continuano a solleticare il suo portafoglio per provare a strapparlo a Inzaghi. Persino il grande amico Vidal gli ha consigliato pubblicamente di lasciare l’Inter e prendere l’aereo per destinazioni nelle quali avrebbe certamente più spazio. Ma Sanchez, come ha detto il suo connazionale, è un testardo. Nonché un vincente. Preferisce restare dove gioca e guadagna meno, ma sa di poter vincere ancora trofei prestigiosi, dando un contributo nei pochi spazi a sua disposizione. Finora non ha mai segnato in campionato, ha apposto due volte la sua firma in Champions League e in finale di Supercoppa Italiana gli sono stati concessi nove minuti per provare ad evitare gli imminenti calci di rigore. Ce l’ha fatta, piazzandosi come trequartista alle spalle di Lautaro e Arnautovic, facendo girare il pallone con maggiore fluidità in un momento nel quale i compagni stavano sbattendo contro il muro eretto dal Napoli. Coi modi e i tempi giusti ha servito Pavard nel corridoio a destra dal quale è partito l’assist vincente per l’1-0.
L’ottimo impatto in Supercoppa, bis di quanto avvenuto nel 2022 quando il cileno segnò al 120’ la rete contro la Juventus che consegnò il primo di cinque trofei nelle mani di Inzaghi, cambierà poco rispetto al suo futuro remoto, ma potrebbe avere buona influenza in quello più prossimo. Sanchez, che spesso sui social si è presentato con immagini di un leone per raffigurare sé stesso, è oggi la quarta scelta dietro Martinez, Thuram e Arnautovic. Rispetto all’austriaco è più portato a giocare come elemento in appoggio alla coppia offensiva e ha una notevole esperienza nelle partite che contano. Ha disputato e vinto due finali di Copa America, ha giocato al Barcellona con Messi, all’Arsenal e al Manchester United. Sa benissimo che in estate arriverà quasi certamente Taremi e che lui è l’unico degli attaccanti col contratto vicino al termine. Per convincere i dirigenti a trattenerlo dovrebbe fare un miracolo. Non lesinerà sforzi: nel dna dei vincenti ogni partita è una battaglia da conquistare, anche a 35 anni e senza più nulla da dover dimostrare.
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