Tanta Inter, poca Francia. Thuram e Pavard. Destino in comune

L'articolo di Mattia Todisco analizza le situazioni di Benjamin Pavard e Marcus Thuram, giocatori francesi dell'Inter, rispetto alle rispettive nazionali. Pavard è in competizione con Koundé, mentre Thuram deve lottare per un posto con Mbappé. Entrambi cercano di affermarsi nonostante le difficoltà.

di MATTIA TODISCO -
8 settembre 2024
Thuram e Pavard. Destino in comune

Marcus Thuram ha cominciato il campionato con due doppiette realizzate nelle gare contro Genoa e Atalanta

La città illuminata dei francesi nerazzurri è più Milano di Parigi. Né Benjamin Pavard, né Marcus Thuram, stanno recitando da profeti in patria. Situazioni differenti impongono riflessioni differenti. Partendo dal difensore. Sarebbe da chiedere a Didier Deschamps, e qualcuno lo ha fatto alla vigilia di Francia-Italia, perché Pavard non riesce a far parte della squadra transalpina. All’Europeo c’era, ma ha sempre giocato Koundé. Una dimostrazione di profondità e anche una “buona scusa“: non è titolare un giocatore forte perché davanti ce n’è uno altrettanto forte. La giustificazione tiene, appunto, finché a mettersi addosso la maglia senza il fratino è il difensore del Barcellona. Meno se a prendere il posto è Jonathan Clauss, 31 anni, tornato in estate nella natia Nizza dopo un girovagare che ha visto l’apice all’Olympique Marsiglia, in bacheca solo un campionato di Zweite Bundesliga vinto quattro anni fa con l’Arminia Bielefeld. Il ct francese non chiude le porte: le scelte sono ridotte alla finestra di dieci giorni in cui si condensano i due impegni previsti, in attesa del prossimo. E chissà che per allora non sia già cambiata la rotta, visti gli effetti della decisione. Pavard, con l’Inter, ha saltato la prima partita contro il Genoa perché tornato da poco a disposizione di Inzaghi, avendo posticipato le vacanze in seguito all’Europeo. Sarà una coincidenza, ma è stata l’unica uscita delle tre in campionato in cui i nerazzurri hanno concesso gol, due nella fattispecie, in entrambi i casi con il suo sostituto Bisseck colto in castagna. Il tedesco è giovane, ha qualità, ma non è ancora al livello del suo concorrente per un posto. Non ne ha il curriculum, la sicurezza, l’esperienza, la capacità (sottovalutata in patria) di adattarsi a vari ruoli e moduli, avendo giocato in carriera sia a tre che a quattro in retroguardia.

Come per Pavard, la finestra delle nazionali non è stata finora felicissima per Thuram. Lui sì, che è stato convocato. Sta però scontando, nei giudizi del selezionatore e della stampa locale, un Europeo disputato a livelli molto inferiori rispetto ai mesi precedenti e successivi all’appuntamento continentale. Con l’Inter, finora, è stato tutt’altro Thuram. Incisivo sotto porta, capace di fare la differenza con assist e rigori procurati anche quando la palla non entra. Più spietato, in questo avvio di campionato, di come lo si era visto nella passata stagione, la prima in Italia. Ma se per Pavard il discorso della concorrenza non regge, almeno guardando alle scelte per Francia-Italia, per Thuram il discorso è differente. Fargli spazio dal 1’ (l’interista contro gli azzurri ha giocato entrando nel secondo tempo) Deschamps dovrebbe spostare Mbappé nella posizione di esterno offensivo. Se non fosse che il fuoriclasse del Real Madrid ha ormai preso una direzione precisa: di professione vuole fare il centravanti, l’uomo copertina che sta al centro, non quello che si appoggia a un’altra possibile stella. Se l’indirizzo continuerà ad essere questo, anche la miglior versione di Thuram rischia di poter ambire al solo ruolo di “vice“, in panchina, nell’attesa di avere un’opportunità e col dovere di sfruttarla in piccoli scampoli di gara.

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