Calciomercato Lazio, il ds Fabiani: "Luis Alberto probabile lasci. Kamada? Il club non è ricattabile"

Le parole del direttore sportivo laziale ai canali ufficiali del club biancoceleste

di FILIPPO MONETTI
1 giugno 2024
Daichi Kamada (Ansa)

Daichi Kamada (Ansa)

Roma 31 maggio 2024 - Sembrava un finale di stagione terminato su note alte, pronto a dare il via a un calciomercato atto a costruire il nuovo corso biancoceleste dopo l'era di Maurizio Sarri. Negli ultimi giorni però l'affare per la permanenza di Kamada è saltato, l'addio di Luis Alberto è sempre più vicino e voci insistenti raccontano di una rottura pesante tra Tudor e la società. Tanti dubbi che avvicinano la Lazio al calciomercato, dubbi che il ds Angelo Fabiani ha voluto fugare in prima persona, concedendo una lunga intervista a Lazio Style Channel. Ecco le sue parole. 

Proprio dalle voci il direttore sportivo ha iniziato a fare chiarezza, prendendo la situazione di Daichi Kamada come primo esempio. "Parto da un punto fermo, dico che quando c’è il vento del cambiamento o si hanno delle basi solide o si viene spazzati via. Non mi stancherò mai di dire che sono i tesserati al servizio della Lazio e non il contrario. Lo scorso anno si puntò su Kamada perché si cercava un calciatore per sostituire Luis Alberto che voleva andare via. Sarri diede il placito e l’entourage ha posto delle condizioni, cioè di fare un anno con clausola unilaterale di rinnovo per tre anni. Per accontentare l'allenatore facemmo così e non fu neanche economico perché 2 milioni di commissione e 3 di stipendio. Non ci siamo risparmiati".

Il discorso accende il direttore sportivo della Lazio, che continua così il proprio racconto sulla faccenda: "Peccato che ieri sia scaduto il tempo per il rinnovo e ci hanno riproposto le stesse condizioni dello scorso anno, ci siamo trovati di fronte a una grande scortesia. Siccome io non mi faccio ricattare da nessuno, non accetto estorsioni, ho mostrato loro la porta. Una società deve poter patrimonializzare i propri giocatori. Con questa condizione non avrei potuto fare trattative. Chi viene alla Lazio deve sposare il progetto e mettersi a disposizione della squadra. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Il ricatto a me non piace, ho il mio metodo di lavoro e non mi faccio prendere in giro. Ho detto che avrei rinnovato la squadra, non tutti sanno che la Lazio è l’ottava società in Europa come dato anagrafico più alto. Io mi assumo tutte le responsabilità del momento. Io sono un professionista, lavoro nel mondo del calcio da 30 anni, perché sento dire tante cose inesatte".

Da un tema caldo a un altro, perché subito dopo si entra a gamba tesa sull'argomento Luis Alberto, prossimo a lasciare la squadra, direzione Qatar. "Stiamo valutando - comincia Fabiani - in queste ore, la percentuale che Luis Alberto lasci la Lazio è molto alta. Il ragazzo ha questa intenzione, cercheremo di accontentarlo perché noi non tratteniamo nessuno controvoglia. Chi sta alla Lazio ci deve stare con fede, con passione. Io col Sassuolo ha rischiato l’infarto, avevo paura di lasciare i tifosi senza la qualificazione in una competizione europea. Dobbiamo lavorare con persone che amano questa maglia. Ricordo un post di Rovella durante un infortunio in cui diceva che gli era mancata tanto la maglia della Lazio. Ecco io vorrei persone così".

Si è poi tornati sulle parole di Fabiani quando ha dichiarato che la Lazio è tra le prime dieci società per età media della squadra. "Non parliamo di rivoluzioni, però si è concluso un ciclo, che ha portato degli ottimi risultati. Non bisogna nascondersi e guardare in faccia la realtà. Abbiamo iniziato lo scorso anno e c’è ancora molto lavoro da fare. C’è una mentalità da cambiare. Anche quest’anno proseguiremo per la nostra strada, cercheremo profili relativamente giovani, con esperienza anche internazionale. Andremo avanti sulla nostra strada, rispettando l'ambiente, la società e i tifosi. Non è possibile che ci siano, scusate il termine, calciatori che prendono per il culo la società: questo sistema deve finire. Alla Lazio deve starci gente funzionale, non che ti volta le spalle. Ci sono calciatori che si sono creati il loro orticello e che pensano solo ai loro interessi. Bisogna essere chiari e onesti, come ad esempio ha fatto Luis Alberto e per questo lo rispetto. Io non ci sto a farmi prendere in giro".

Il direttore sportivo ha proseguito prendendo di petto anche le voci relative all'allenatore della squadra. "Tudor oggi è il nostro allenatore. Ho sentito prendere frasi e riportare pezzi di ragionamenti più complessi, ecco non bisogna prendere delle parole decontestualizzate. Io non ci vado dietro a queste parole, a volte si dicono cose assurde. C’è qualcuno che si diverte a seminare zizzania, a volte manca conoscenza della materia".

Il direttore sportivo ha anche smentito l'esistenza di un caso Guendouzi-Tudor, prendendo poi la palla al balzo per parlare anche di futuro. "Guendouzi è un giocatore della Lazio, rimane alla Lazio. Quando abbiamo preso Tudor ,lui sapeva perfettamente che lui era qui, sarebbe rimasto ed è anche diventato un beniamino dei tifosi. Purtroppo ci siamo dovuti confrontare con l’addio di Sarri. Ci siamo trovati di fronte alla scelta di dover prendere un traghettatore o di scegliere un nuovo allenatore. La vita poi è difficile perché per i critici, come fai sbagli no, bisogna fidarsi delle persone che lavorano. Io non sono incollato alla poltrona e sarei il primo a fare un passo indietro in caso di sbagli. Sono al servizio dei tifosi e della società, della poltrona non mi interessa".

Il discorso di Fabiani è poi proseguito aprendo la parentesi sulla sessione di mercato che attende i biancocelesti. "Il calciomercato è sempre complicato, ma non cambia. Sento dire che ci sarà un esodo di massa, ma non è così. Poi se dovessero arrivare delle offerte, per un giocatore, come per un altro, le prenderemo in considerazione. Tudor quando è arrivato sapeva perfettamente chi fossero i giocatori, ha dato il suo ok. Abbiamo raddrizzato la stagione iniziata male, per colpa nostra anche, lo ammettiamo e alla fine l’Europa era il mimino che potessimo fare per i tifosi. Io guardo sempre avanti e mai indietro, però se facciamo il paragone con il Napoli e la loro stagione, impariamo che ogni anno è evidente che ci sia una storia a sé".

Il tema del mercato ha ovviamente preso il sopravvento e ci si è così spostati all'argomento dell'ambientazione, necessaria per ogni giocatore per conoscere meglio l'ambiente, con Fabiani che ha preso ad esempio Rovella, per poi lanciare qualche piccola frecciatina. "Se io vi dicessi che uno come Rovella percorre 14 chilometri a partita, non in macchina, e che è sopra alla media europea. Ci sono tanti dati oggettivi che dicono come i giocatori siano funzionali. Poi se dobbiamo fare il calcio mediatico, mi ci diverto e allora ci mettiamo a scherzare. Prima di fare informazione bisogna informarsi, perché ho sentito della stupidaggini inenarrabili".

L'intervista si è avviata verso la conclusione parlando anche delle altre squadre laziali, con la femminile promossa in Serie A e la formazione Primavera protagonista di un grande campionato. "Anche questo è un percorso iniziato un anno prima, lo stesso valevole per la prima squadra. Abbiamo portato solo gente funzionale, attaccata ai nostri colori, che lotta e vuole rimanere alla Lazio. Se io vado da Rovella e gli dico che l'ho venduto, si incatena al Campidoglio e dice di voler restare. Questo è il tipo di calciatore di cui io, parlando in veste di tifoso, voglio dare il massimo affetto".

Il discorso si è concluso con le parole di Fabiani relative al nuovo ciclo sportivo che si sta cercando di costruire in casa biancoceleste. "In una società di calcio ci si deve stare come si deve, come in ogni altra azienda. Alcune questioni vanno trattate con la massima riservatezza, qui c'è qualcosa da sistemare. Quello che prometto a società e tifosi è che ce la metterò tutta. Estirperò questo male. La società, la tifoseria devono essere al centro del progetto, non mi stancherò mai di dirlo. Io sono attaccatissimo al lavoro, per carità posso sbagliare, soltanto chi lavora è soggetto ad errori, ma tutto mi si può dire meno che non sono attaccato al progetto e, soprattutto, che espongo tifosi e società a figure barbine e faccio sì che soggetti si possano prendere gioco di tutte le persone e componenti che ruotano attorno alla Lazio. Con me è un ciclo basato sull'onestà, non sono una persona ricattabile. A coloro che fanno il bene della Lazio, do il cuore. Ma se vedo che tutto questo significa volersi approfittare della società, divento una bestia e con me c'è chiusura totale".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su