Lazio, Guendouzi: "Mi sento un leader, ma posso migliorare ancora. Sulla Serie A..."

Le parole del centrocampista francese al canale ufficiale del club

di FILIPPO MONETTI -
23 luglio 2024
Matteo Guendouzi

Matteo Guendouzi

Roma, 23 luglio 2024 – La Lazio saluta il ritiro di Auronzo di Cadore e torna a Roma dove terminerà la propria preparazione agli ordini di mister Baroni. Tra i leader scoperti in questo ritiro non c'è dubbio che Mattéo Guenoduzi non abbia brillato, mostrando come possa essere di nuovo uno dei protagonisti in biancoceleste dopo il passo indietro fatto nelle rotazioni con Igor Tudor. Un giocatore che vale la pena conoscere a tutto tondo e che si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni ufficiali del club, ovvero Lazio Style Channel. Ecco le sue parole.

L'intervista è partita dal ritiro per poi spostarsi sulla stagione scorsa, fino ad arrivare alla domanda se quella odierna sia la versione migliore di Mattéo Guendouzi. “Auronzo di Cadore mi è piaciuto, ci sono ottimi campi, un buon ambiente e molti tifosi a guardare gli allenamenti. Quindi per noi è sicuramente un buon ritiro. Dello scorso anno ho dei bei ricordi in Champions League. Abbiamo fatto un bel lavoro nella competizione, come quando abbiamo vinto in casa contro il Bayern Monaco. Abbiamo giocato una buona gara e credo che i tifosi si siano divertiti tanto. Anche battere la Roma nel derby è stato fantastico. È questa la mia versione migliore? Sono convinto di poter ancora migliorare, sicuramente. Penso di poter segnare più gol e fornire più assist, però penso di essere migliorato tanto rispetto allo scorso anno. Mi sento molto bene, in fiducia e sono convinto che abbiamo veramente un’ottima squadra quest’anno. Possiamo raggiungere buoni risultati”.

Si è poi parlato di appartenenza e leadership, chiedendo al giocatore cosa del DNA laziale gli appartenga e se adesso si senta un leader dopo gli addii di tanti big in questa sessione di mercato. “Penso che i tifosi - afferma Guendouzi -  siano una parte importante del club. Sappiamo che quando scendiamo in campo dobbiamo combattere per loro, dando tutto in campo e credo che sia questo ciò che amano. Anche se a volte si può perdere o pareggiare, se si dà tutto per loro penso apprezzino lo sforzo. Per questo dobbiamo continuare a lottare per il club, per i tifosi e per tutti quelli che ci seguono. Tutti uniti possiamo centrare i nostri obiettivi. Sicuramente mi sento un leader, perché abbiamo perso grandi giocatori che hanno grandi stagioni alla Lazio, aiutando il club a crescere. Abbiamo perso giocatori di qualità, ma questo è il calcio. Ora abbiamo una squadra rinnovata, i nuovi compagni che sono arrivati sono sicuro che ci aiuteranno a fare una buona stagione. Sicuramente ho un’esperienza maggiore adesso, ho tanta esperienza in Europa e in grandi squadre. Devo solo rimanere concentrato sul mio lavoro per aiutare la squadra, che adesso è molto giovane. Proverò a fare del mio meglio, sarò sempre a disposizione dei miei compagni di squadra. Abbiamo sicuramente una buona squadra e dei buoni giocatori e raggiungeremo ottimi risultati”.

A 25 anni Guendouzi ha già giocato in quattro dei cinque top campionati europei, un metro di giudizio importante dunque per valutare il nostro campionato: “La Serie A mi ha sorpreso molto, è un campionato difficile. Nelle prime dieci squadre sono tutte ottime formazioni, abituate a giocare in Champions League o nelle varie competizioni europee. L’Atalanta per esempio l’anno scorso ha fatto benissimo. Ho giocato in Inghilterra, in Francia e in Germania, ora in Italia e la Serie A è uno dei migliori campionati. Serve lavorare tanto, qui affronti grandi avversarie e ottimi giocatori. Per questo siamo chiamati sempre a migliorarci per rientrare tra le prime quattro o le prime cinque in classifica”.

Spazio anche alle opinioni su mister e compagni, partendo dall'ultimo arrivato Nuno Tavares; “Lo conosco, è un mio amico. Abbiamo giocato insieme a Marsiglia facendo un’ottima stagione lì. Quando mi ha chiamato per dirmi che la Lazio lo voleva l’ho incoraggiato a venire qui perché so che è un grande giocatore e può diventare uno dei migliori terzini sinistri del campionato italiano. Ne sono sicuro al 100%, ha grandi qualità e grandi capacità. Baroni ho capito come vuole giocare. Predilige un calcio focalizzato sul possesso palla, vuole che siamo aggressivi. Gli piace giocare un calcio offensivo, per me questo è importante. Sappiamo che sarà difficile, abbiamo appena iniziato la preparazione estiva, ma sono convinto che faremo una grande stagione. Penso che i giocatori arrivati possano aiutare molto la squadra. L’anno scorso forse ci sono mancati ragazzi veloci e forti per fare la differenza. I nuovi arrivati ci aiuteranno molto in questo, abbiamo una squadra molto forte”.

Il giocatore si è concesso anche a qualche piccola promessa per questa stagione. “Mi sento a casa - ammette Guendouzi - qui alla Lazio, so che i tifosi mi apprezzano molto. Per questo cerco sempre di dare il massimo in campo. Lotterò sempre per questo club, spero che faremo un grande campionato insieme. Magari vincendo qualche trofeo perché i nostri tifosi lo meriterebbero. Ci seguono sempre, in casa e in trasferta, abbiamo una grande tifoseria”.

Scavando nel passato del centrocampista francese si è poi richiesto di chi fosse il suo compagno di squadra più forte, così come il suo idolo: “Mesut Ozil era uno dei migliori con cui ho giocato in una squadra di club. In Nazionale dico Mbappé. Ho avuto la fortuna di giocare con calciatori molto forti, ma Ozil era fantastico. Quando eri in difficoltà ti bastava dargli la palla. Sapevi che avrebbe fatto un grande assist o un grande gol. Sono molto orgoglioso di aver giocato insieme a lui. Il mio idolo? Come tutti i francesi dico Zidane. Un giocatore e un uomo fantastico. Non ho visto il Mondiale del ‘98 perché sono nato un anno dopo, ma quando ho rivisto i video, ho pensato che fosse unico. Ricordo ancora la partita contro il Brasile in cui fu fantastico”.

Si è parlato anche in maniera rapida di fantacalcio, con Guendouzi che ha commentato così: “So che gli italiani ne parlano sempre. Non lo conoscevo, ma alcuni compagni di squadra me ne hanno parlato. Anche mia moglie mi dice che devo segnare, cercherò di accontentarli”.

Il centrocampista ha anche affrontato il tema della sua fama da bad boy, al netto di statistiche che dicono il contrario. “Non lo so, in campo sono sempre stato lo stesso, sia che mi amino o meno. Cerco di fare il meglio per la mia squadra e i miei compagni. Per me la cosa più importante è dare tutto. Voglio sempre vincere, è il mio carattere. È una parte della mia personalità. Ho imparato tanto dagli errori commessi in passato ma ora sono un bravo ragazzo e so cosa devo fare sia in campo che fuori”.

Si è parlato anche della dicotomia tra Messi e Ronaldo chiedendo al francese, chi per lui sia ora il futuro del calcio globale: “Mbappé è fantastico, spero vinca il Pallone d’Oro perché se lo merita. Ma ci sono grandi calciatori, ad esempio mi piacciono Rodri e De Bruyne del Manchester City, ma ce ne sono tanti altri”.

Dalle domande di campo a quelle sulla famiglia, dai sacrifici fatti dai genitori al rapporto con il fratello: “Non è facile diventare un calciatore professionista. Devi sempre pensare a crescere, inizi a giocare a 6 anni e pensi solo a divertirti con gli amici. Dopo inizia il vero percorso formativo e lì inizia il difficile perché sei in una squadra di 20 giocatori e solo uno o due arrivano a firmare un contratto da professionista. Da quel momento devi pensare sempre a come migliorare. Lo fai anche per la famiglia perché loro fanno sacrifici per te: ti portano agli allenamenti, ti aiutano. Per questo devi sempre pensare a te stesso e alla tua famiglia. Con mio fratello abbiamo giocato insieme al Lorient e in altre squadre. Giocavamo sempre insieme da piccoli, ci siamo sempre dati una mano a vicenda”.

Il tema dell'intervista ha poi virato sul look e l'estetica chiedendo al giocatore perché non abbia tatuaggi e se si reputi tra i più 'cool' della squadra. “Non mi piacciono, è una cosa più per gli italiani e spagnoli. So che a loro piacciono, ma in Francia di meno. Ho ancora i capelli più belli della squadra? Sì! Mi prendo cura di loro 3-4 volte alla settimana”.

Le domande sono poi diventati più personali parlando di come il giocatore abbia conosciuto la moglie e di come cerchi di essere come padre. “Ci siamo conosciuti - racconta Mattéo - 7 anni fa, perché uno dei miei migliori amici viveva nella sua stessa città. Dopo abbiamo iniziato a frequentarci, ma ho dovuto faticare molto all’inizio. Ora abbiamo una bellissima famiglia con due figlie e la prossima estate spero ci sposeremo. Voglio dare tutto il mio amore alle mie figlie. Da single pensavo solo al calcio, poi sono dovuto cambiare. Ora penso al calcio quando vado al campo, poi quando torno a casa sto accanto alle mie figlie, gioco e passo tanto tempo con loro. Sono la cosa migliore che mi sia mai capitata nella vita. Per l'educazione io e mia moglie facciamo tutto insieme, cercando di aiutarci: siamo ancora giovani e non è facile. Ma insieme sappiamo che possiamo fare un buono lavoro”.

Guendouzi ha parlato anche del suo rapporto con la città di Roma e l'Italia, permettendosi anche un excursus culinario tra i vari argomenti: “Il tempo è ottimo, forse adesso fa un po’ troppo caldo ma amo Roma. Ci sono tanti posti da visitare, degli ottimi ristoranti, abbiamo una bella casa. Sono contentissimo qui, è una delle migliori città in cui abbia vissuto. Sono molto fortunato perché ho giocato sempre in città bellissime, come Londra e Marsiglia. Sono molto fortunato per questo. Non ho raccolto abitudine italiane. Degli italiani posso dire che forse fumano un po’ troppo. Io vado agli allenamenti e poi torno e resto a casa. Non esco tantissimo. Gli italiani è vero che molto spesso si esprimono gesticolando molto, anche in campo ci sono giocatori che gesticolano tanto. Vedo molta gente che lo fa anche in giro, io invece tengo le mani in tasca. Cucina? No, per fortuna mia moglie è molto bravo. Il mio piatto preferito è la pizza in vacanza, perché non devo pensare al calcio. Poi mia moglie mi prepara di tutto".

Il giocatore ha raccontato altri aspetti della sua vita al di fuori del campo: dagli hobby, ai musicisti preferiti, fino alla passione per gli altri sport. “Gioco molto alla Playstation - racconta Gunedouzi - a Call of Duty, posso giocare on-line con i miei amici e parlare con loro. Mi aiutano a staccare dal calcio. Parlo di tante cose con loro e on-line vinciamo tante partite. Fuori dal calcio come sportivo mi piace molto Nadal. Cantante e attore preferito? Mi piace Jul, un rapper francese e l'attore Omar Sy".

L'intervista si chiude con le richieste di Guendouzi alla prossima stagione e la sua idea su quanto la Lazio possa aiutarlo a riconquistare la Nazionale: “Dobbiamo essere uniti e sono sciuro che faremo una grande stagione. Abbiamo bisogno del supporto di tutto e tutti. Possiamo vincere un trofeo quest’anno e toglierci molte soddisfazioni. L’anno scorso sono stato convocato una volta in Nazionale. Stavo giocando tanto, facendo ottime partite anche in Champions League. Quest’anno giocheremo in Europa League, spero che possiamo arrivare almeno in semifinale. O perché no, provare a vincerla. Daremo tutto per questo, devo restare concentrato sul campo con la Lazio e spero di tornare di nuovo in Nazionale”.

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