Lazio: la prima di Baroni è un successo di determinazione e concretezza

L'analisi del successo per 3-1 della Lazio contro il Venezia

di FILIPPO MONETTI
19 agosto 2024
Taty Castelanos festeggia la rete del momentaneo pareggio contro il Venezia

Taty Castelanos festeggia la rete del momentaneo pareggio contro il Venezia

Roma 19 agosto 2024 - C'era attesa e voglia di conoscere la Lazio, rivoluzionata in estate dal direttore sportivo Angelo Fabiani. Un lavoro profondo, cominciato con alcune mancate permanenze, in particolare quelle di Luis Alberto e Daichi Kamada, che hanno fatto scattare le dimissioni di Igor Tudor. Un'occasione colta al balzo dalla dirigenza biancoceleste, che scegliendo Marco Baroni, alla sua prima panchina di prima fascia in carriera, ha dato un netto di segnale di nuova partenza, per costruire un nuovo ciclo vincente. Allora fuori anche Immobile e Felipe Anderson e dentro giocatori giovani, con ampi margini di miglioramento, per una squadra che magari a livello di risultati potrebbe calare alla distanza, ma che di sicuro ha saputo entusiasmare al suo debutto. 

La Lazio ha infatti superato nella sua prima giornata del nuovo campionato il Venezia con un netto 3-1, arrivato però in rimonta, dopo il vantaggio iniziale della formazione lagunare. Il risultato in sé non deve far gridare al miracolo, di fronte c'era comunque una delle squadre meno attrezzate del campionato e candidata a una serrata lotta per non retrocedere, per altro privata di due dei suoi giocatori migliori in Joel Pohajanpalo e Gianluca Busio. In Serie A però non esistono partite facili e la squadra di Di Francesco ha venduto carissima la pelle, anche di fronte a un avversario più forte, per altro spinto da una stupenda cornice di pubblico, come è da sempre quello dello stadio Olimpico.

La squadra ospite trova il vantaggio a sorpresa, colpendo a freddo una Lazio distratta dopo la rimessa laterale. Il disimpegno dei biancocelesti è complicato, ne approfitta Ellertsson, il quale raccoglie la sfera e la serve a Andersen, il cui destro a giro supera un incolpevole Provedel per il vantaggio lagunare. La rete subita non spaventa però la squadra di Baroni, anzi è come una sveglia: i capitolini infatti alzano il livello del pressing e questo porta poi all'errore in palleggio dei veneti per la rete realizzata da Castellanos dopo aver conquistato il pallone. 

Il Taty è ispiratissimo e continua a illuminare con le sue giocate la serata romana, eclissando per tutta la partita il ricordo di Ciro Immobile. L'argentino ci mette poi di nuovo lo zampino sul finale di primo tempo, quando anticipa sul pallone tutti gli avversari in area di rigore, venendo poi atterrato e ottenendo così il calcio di rigore, poi realizzato da Mattia Zaccagni per il sorpasso laziale sul Venezia proprio nelle ultime battute della prima frazione. La ripresa è una lunga e continua ricerca del terzo gol da parte dei capitolini, fallendo però nel tentativo ed esponendosi ogni tanto al possibile pareggio ospite. Provedel non è mai però un protagonista attivo dell'incontro, mentre all'81' ci pensa Lazzari a scrivere la parola fine sul match. L'esterno infatti percorre tutta la fascia di destra fino a penetrare in area di rigore. Il cross rasoterra è deviato da Altare, malauguratamente nella propria porta, fissando così il risultato sul 3-1 di fine incontro, per un epilogo giusto visti i valori dimostrati in campo.

Le statistiche del match

I numeri dell'incontro non tradiscono possibili scenari alternativi, anzi confermano tutti i meriti della Lazio nell'incontro vinto, raccontando di un risultato finale giusto per quanto mostrato in campo dalle due formazioni. La squadra di Marco Baroni vince con merito, detenendo il possesso del pallone per il 67% del tempo totale, in una sfida dove dei 96 minuti complessivi spesi in campo, si è giocato per 56 minuti totali. In questo periodo con il pallone tra i piedi i biancocelesti combinano per 542 passaggi riusciti su 596 per un tasso di conversione elevatissimo del 91%. Dall'altra parte il Verona non è timido e prova a giocare il pallone, ma finisce soverchiato dalla maggiore qualità dei laziali, completando 233 passaggi su 288 tentati (81% di precisione), nel restante 33% del tempo di gioco.

A fare una grande differenza è la precisione tra le squadre in campo. Se infatti il numero dei tiri complessivi è simile: 13 per la Lazio, contro gli 11 dei veneti; il numero statistico vede i padroni di casa bissare gli ospiti, con 6 tiri nello specchio della porta contro solo 3. Non solo questo però, anche i numeri degli expected goals lasciano pochi spazi ai dubbi. La squadra capitolina lavora per 2,33 xG, con ben cinque occasioni (rigore incluso) da gol superiori al valore di 0,25 xG. Il Venezia da parte sua impensierisce comunque Provedel per 0,79 xG, ma se si dovesse escludere l'occasione di Haps nella ripresa dal valore di ben 0,36 xG, in termini statistici i lagunari non raggiungerebbero nemmeno il mezzo gol potenziale realizzato.

Altri numeri dell'incontro vedono una Lazio più fallosa, commettere 14 interventi puniti dal direttore di gara, contro gli 11 dei rivali, ma ricevere un solo cartellino giallo (Castellanos), contro i due dei lagunari (Sagrado e Haps). Biancocelesti più presenti a calcio d'angolo con 6 corner tirati, il doppio dei 3 del Venezia, mentre i veneti perdono meno palloni degli avversari (13 contro 10), recuperando però a propria volta meno possessi rispetto agli avversari con 40 recuperi a 38 in favore dei laziali.

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