Ritiro Lazio, Vecino: "Io trequartista? Chiedetelo al mister. Ci sta dando tanta carica"

Inizia la seconda settimana di lavoro nel ritiro laziale, le parole del centrocampista uruguaiano: “Non so quanti gol farò, l’importante è raggiungere gli obiettivi”

di FILIPPO MONETTI -
16 luglio 2024
Matias Vecino

Matias Vecino

Auronzo di Cadore, 16 luglio 2024 - Dopo il pomeriggio di riposo ieri, la Lazio torna al lavoro sotto le Tre Cime di Lavaredo per il giorno numero 6 del ritiro biancoceleste. La squadra si è allenata al mattino alle 10:30, con il rientro in gruppo di Pellegrini dopo l'assenza di ieri, mentre ha salutato la squadra Kamenovic, in attesa della cessione in queste ore. Come i giorni scorsi, la formazione si è divisa in due gruppi, con una partitella a campo ridotto, con difesa passiva in area di rigore, dopo la battuta del portiere. Per i giocatori rimasti fuori dai due gruppi, ovvero Fares, Milani, Fernandes, Ruggeri e Anderson solo lavoro differenziato. La partitella è durata per tutta la sessione mattutina, con un'interruzione a metà per riprendere fiato. Spavento per Tchaouna, rimasto a terra dopo un contatto con il portiere, ma poi rientrato regolarmente con i compagni.

La sessione pomeridiana è cominciata intorno alle 17:30, con i portieri a entrare in campo in largo anticipo rispetto ai compagni di squadra, impegnati con il lavoro in palestra. Il lavoro fuori dal campo della squadra dura quasi un'ora prima di entrare in campo, quando la formazione ha lavorato con un supplemento di esercizi atletici, mentre i portieri lasciavano il campo principale. La sessione si è conclusa alle 18:30. 

Nella pausa tra le due sessioni è stato intervistato dal canale ufficiale del club, Lazio Style Channel, Matias Vecino, pronto a cominciare la terza stagione consecutiva con il club biancoceleste. Il giocatore ha cominciato l'intervista parlando del lavoro che si sta svolgendo in questi giorno ad Auronzo di Cadore sotto la guida del nuovo tecnico Marco Baroni. "Credo che stiamo facendo un bel lavoro. È normale - afferma il centrocampista sudamericano - che in questo periodo si lavori un po' più forte del solito, bisogna rimettere forza nelle gambe. Nel frattempo vogliamo conoscerci tra di noi, conoscere le idee del mister. C'è un po' di tutto in questi giorni".

Non solo voglia di riscatto, per Vecino la squadra è entusiasta e ha voglia di vincere a prescindere dalla stagione precedente: "Ogni anno - dice l'uruguaiano - c'è entusiasmo e voglia di ripartire forte, non è solo il riscatto. Lo abbiamo sempre fatto. È chiaro che bisogna poi arrivare pronti al momento in cui comincia il campionato. È quello il momento in cui conta. Questi sono i giorni in cui si lavora di più soprattutto sotto l'aspetto fisico, noi lo stiamo facendo e ci faremo trovare pronti quando sarà il momento di scendere in campo. Come ho detto prima, il mister e lo staff ne approfittano per cercare di stimolare ogni aspetto: fisico, tecnico o tattico, di noi giocatori. Allo stesso tempo credo che ci faccia bene giocare le amichevoli, è importante mettere minuti in campo, anche se hai le gambe un po' pesanti".

C'è stato modo anche di parlare dei nuovi acquisti fin qui visti ad Auronzo di Cadore, su cui però il centrocampista non si sbilancia, parlando solo di volerli aiutare ad ambientarsi quanto prima: "Alcuni ragazzi li conoscevamo, altri meno. Stare qui tutti i giorni insieme è ottimo per conoscersi meglio, velocizza il loro adattamento. Ne approfittiamo per farli adattare e sentire comodi fin da subito".

Dai compagni di squadra nuovi al lavoro in campo con il tecnico approdato questa stagione sulla panchina laziale. "Con il mister facciamo un po' di tutto. Adesso iniziamo sempre con un lavoro più generale, poi andremo più nello specifico. Credo che al momento sia però più importante trovare la condizione migliore dal punto di vista fisico e poi il resto viene da solo".

Centrocampista con il vizio del gol, Vecino ha siglato ben 6 gol nella scorsa Serie A, ma al momento non ha obiettivi individuali da raggiungere: "Non ho idea di quanti gol farò. Cerco di mettermi al centro della squadra e dare tutto quello che ho. Se poi arrivano i gol bene, ma gli obiettivi collettivi sono più importanti. Il ricordo più bello dell'anno scorso? Credo che le partite più belle le abbiamo vissute in Champions: la trasferta contro il Celtic, la partita con il Bayern o quella con l'Atletico. Il derby di Coppa Italia ricordo con piacere, meno sfide invece in campionato".

C'è stato modo anche di parlare di tattica, con il giocatore che ha discusso del suo possibile ruolo nella prossima stagione nel 4-2-3-1 con cui Baroni intende impostare la squadra. "Non so - dice Vecino - se giocherò da trequartista, questo dovete chiederlo al mister, io personalmente preferisco giocare tra i due in mezzo nel 4-2-3-1. Gli inserimenti? Cerco di approfittare degli spazi della difesa. Proprio per questo preferisco partire da più lontano, perché è più facile prendere di sorpresa la difesa avversaria attaccando lo spazio. Un aggettivo per il mister, devo dire di averlo visto molto sereno, umile e con grande carica. Trasmette idee concrete e noi lavoriamo per cercare di farlo sentire comodo. Questa grande energia che ci sta trasmettendo è positiva: abbiamo avuto tanti cambiamenti, per questo vogliamo lavorare forte e farci trovare il più pronti possibile per l'inizio del campionato".

Restando sempre in argomenti tattici, Vecino ha parlato dell'importanza dei tiri da fermo e della possibilità di creare occasioni da gol, strettamente legato anche alla capacità di sfruttare le qualità di ogni interprete in campo. "Le caratteristiche di ogni giocatore devono essere sfruttate al meglio in ogni situazione, ma sono cose che dobbiamo discutere e decidere con il mister. Noi cerchiamo di seguire le loro linee guide e ognuno farà del suo meglio per metterle in pratica. Non conta però solo la fisicità pura, è necessario studiare bene anche i tempi per l'inserimento. Abbiamo visto tanti giocatori che magari non sono così strutturati fisicamente, ma lavorano bene in anticipo, sono furbi. L'importante è lavorare bene e avere i concetti chiari".

L'intervista si è conclusa parlando della sua attuale condizione, dopo un periodo difficile e della tranquillità da veterano che lo contraddistingue. "È normale che dopo il problema al ginocchio sono stato fuori quasi un anno. Ho dovuto ricominciare quasi da zero, due anni di fila perché insieme c'è stata la pandemia. È stato tanto tempo per ricaricare le batterie mentali e fisiche. Sono tranquillo, sono sereno e cerco di divertirmi il più possibile".

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