L’Italia paga i soliti difetti. Rabiot scarta due regali. Cambiaso non basta
Gli azzurri puniti su tre calci da fermo con i colpi di testa dell’ex juventino e una deviazione sfortunata di Vicario su Digne. Ai quarti da secondi.
Promossa ai quarti di finale di Nations ma con “riserva”. Cade l’Italia a San Siro, la Francia restituisce con gli interessi l’1-3 del match d’andata perché lo stesso punteggio a campi invertiti ha un peso specifico maggiore per i ragazzi di Deschamps che grazie alla differenza reti si prendono anche il primo posto del girone che vale la testa di serie.
Secondi e delusi gli azzurri. E con loro i circa 70mila di San Siro. Probabilmente le tre vittorie esterne ci avevano illuso. Invece dopo l’Eurofallimento c’è ancora tanto da lavorare. La nuova Italia vista nelle prima cinque partite della Nations League è una squadra con idee e orgoglio. Ha ritrovato entusiasmo e in alcuni frangenti il gioco, è giovane, coraggiosa e sa dominare ma pure soffrire. Ma non è da leggenda come Sinner (per il momento). E deve trovare una vera identità. Di sicuro non è la squadra svogliata e debosciata dell’Europeo, però la Francia, di lotta nel primo tempo e di governo nella ripresa, ci è stata superiore. Il 3-5-1-1 (aspettando il ritorno di Calafiori in difesa) aveva funzionato contro il Belgio, molto meno ieri. A questo si aggiunga che tutti i gol degli ospiti sono arrivati su palle inattive. Troppo.
Partita subito in salita per gli azzurri che si ritrovano sotto dopo appena due giri di lancette: angolo di Digne, Rabiot di testa prende il tempo a Buongiorno e fa secco Vicario (titolare al posto di Donnarumma fermato da problemi intestinali). Prova a reagire l’Italia, pressando alto e provando anche inserimenti per vie centrali, ma i francesi fisicamente sono superiori (spicca Konè), ricorrono spesso al fallo tattico cercando di narcotizzare la manovra azzurra. Il rombo a centrocampo va un po’ qua e un po’ là, non bastano la carica di Barella e la buona volontà di Cambiaso per sfondare la diga dei transalpini. I quali invece raddoppiano (32’) con una bella 8e fortunata) punizione di Digne: palla che prima colpisce la traversa e poi carambola in rete deviata da Vicario. Azzurri in ginocchio? No. Si riparte, Dimarco punta l’area e trova puntuale il piede delicato dello sparviero Cambiaso che riapre il match. Dopo il giro di boa riparte convinta l’Italia: il fumoso Locatelli innesca Dimarco, poi lo stesso play della Juventus ha sul sinistro la palla giusta che però scaraventa in curva. La Francia continua a fare ciò che vuole in mezzo al campo, e pochi istanti prima dell’ingresso di Kean e Raspadori gli ospiti chiudono i giochi ancora con Rabiot, sempre di testa. Spalletti stravolge tutto, dentro pure Maldini, si chiude con un 4-2-3-1 che prova a scalfire la rocciosa retroguardia di Deschamps. La parata di Maignan su Kean in pieno recupero rende tutto ancora più amaro. Il cammino è ancora lungo. Spalletti e i suoi lo sanno benissimo.
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