L’Italia si sveglia tardi. Primo tempo disastroso. L’impresa è solo sfiorata

Sotto 3-0 all’intervallo dopo aver regalato un gol incredibile, poi Spalletti cambia: doppio Kean e Raspadori, ma non basta. Pesa un rigore netto non concesso.

di GIULIO MOLA
24 marzo 2025
Giacomo Raspadori ha guidato la rimonta e siglato dal dischetto il 3-3 finale

Giacomo Raspadori ha guidato la rimonta e siglato dal dischetto il 3-3 finale

Pazza Italia. Inguardabile e impaurita per un tempo, orgogliosa e brillante nella ripresa. Al Westfalenstadion di Dortmund finisce 3-3, con gli azzurri ad un passo dalla clamorosa rimonta dopo l’1-2 di San Siro. Alla Final Four della Nations League ci va la Germania ma ieri sera si sono viste due partite in una e questo deve far riflettere Spalletti: "Ripartiamo dalle valutazioni di ciò che è successo: poco determinati nel primo tempo, poi c’è stata la presa di coscienza e si è vista l’Italia che tutti si aspettano", il commento del ct che da oggi dovrà preoccuparsi del girone di qualificazione ai Mondiali 2026. Ci toccherà un girone appena più complesso (cinque squadre) e si partirà il 6 giugno con la Norvegia di Haaland. Tutti avversari più deboli di noi, sulla carta. Ma lo era anche la Macedonia. E oggi non possiamo sentirci sicuri vincitori con nessuno.

Spalletti cambiava per quattro undicesimi la formazione scesa in campo giovedì, a partire dalla difesa, dove Bastoni tornava nel suo ruolo naturale di “braccetto“ di sinistra vista l’indisponibilità di Calafiori (dentro Buongiorno e Gatti per aggiungere muscoli e centimetri). Novità anche a centrocampo con Di Lorenzo a destra e Ricci centrale. E poi, 8.314 giorni dopo, ritorno da titolare di un Maldini, con Daniel alle spalle di Kean. Fra i tedeschi (con la difesa a tre) subito dentro al centro dell’attacco Kleindienst. Sono bastati pochi giri di lancetta per capire che sarebbe stata un’altra serata complicata. Il primo tempo è un film horror infarcito di errori e amnesie. Zero idee, zero coraggio, zero iniziative anche se è paradossale che il vantaggio tedesco arrivi (dopo mezz’ora in trincea degli azzurri) su rigore realizzato da Kimmich e provocato da Buongiorno, che ferma con le cattive maniere Kleindienst dopo una ripartenza dei padroni di casa nell’unica circostanza in cui gli azzurri avevano oltrepassato la metà campo. Fino ad allora era stato un monologo tedesco, con possesso palla, occupazione degli spazi, smarcamenti. Dopo il vantaggio dei “panzer“, l’Italia crollava: tragicomico il 2-0, (Musiala segnava indisturbato su azione d’angolo mentre Donnarumma si lamentava con i compagni), il 3-0 metteva a nudo la fragilità sulle palle alte, con Kleindienst che colpiva in libertà. Nella ripresa il match cambiava con l’ingresso di Frattesi, Politano e Raspadori. Reazione forte degli azzurri, doppietta di Kean (destro di potenza sul primo palo e destro a giro nel secondo) e il rigore nel recupero realizzato proprio da Raspadori. Più un episodio dubbio al 75’: Marciniak ha prima dato e poi tolto – azione rivista al monitor – un rigore all’Italia dopo un fallo su Di Lorenzo. Restano i rimpianti. E un’indecifrabile Italia dai due volti.

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