Luis Diaz, i genitori rapiti in Colombia: si cerca anche nella giungla

Sono giorni terribili per l’attaccante del Liverpool. La madre è stata rilasciata, continuano le ricerche del padre

di KEVIN BERTONI -
3 novembre 2023
Luis Diaz

Luis Diaz

Liverpool 3, novembre 2023 – Sono giorni di grande terrore, dove il calcio passa assolutamente in secondo piano, per Luis Fernando Díaz Marulanda, noto come Luis Diaz, attaccante del Liverpool e della Nazionale colombiana. Sabato pomeriggio i genitori del classe ’97 sono stati sorpresi da alcuni uomini armati mentre stavano facendo rifornimento in una stazione di servizio. A spiegare l’accaduto alle autorità e ai media locali è stato un uomo presentatosi come amico del calciatore, tale Victor Medina.

Secondo l’uomo i genitori si stavano dirigendo verso casa di un parente della madre e mentre erano fermi a un distributore è accaduto il fatto: “Erano circa le 17:30 di sabato. Avevano fatto benzina e poi si erano recati in un quartiere vicino per ritirare qualcosa da un parente di Cilenis (la madre, ndr). Lì sono arrivati i sequestratori, quattro uomini in moto. Li hanno minacciati con le armi, li hanno fatti salire sullo stesso veicolo e si sono dati alla fuga seguiti dagli altri due in moto. Si sono diretti verso una zona rurale. Le autorità sono state informate e c’è stato un inseguimento". La vicenda ha smosso tutte le forze dell’ordine colombiane, con l’intervento del presidente del Paese e dell’esercito. La madre del ragazzo, Cilenis Marulanda, è stata rilasciata dopo un inseguimento della polizia subito dopo il rapimento avvenuto nei pressi della città di Barrancas, nella regione caraibica della Colombia, dove vive la coppia. Lo scorso 29 ottobre Gustavo Petro, presidente della Colombia, ha pubblicato sul suo account Twitter queste parole: “È stata riscattata la mamma di Luis Diaz e ora continuiamo con la ricerca del padre”. Medina ha anche spiegato che Luis Diaz e la sua famiglia sono molto amati da tutta la comunità di Barrancas e proprio per questo hanno sempre scelto di rimanere ad abitare in quella città. Ma come precisato da Medina: “Ci sarà sempre qualcuno che vorrà fare del male a una famiglia, una famiglia che sta portando molta gloria e molti riconoscimenti a Barrancas. L'opinione pubblica rifiuta atti come questo che prendono di mira una famiglia molto amata e rispettata nel nostro comune”. Il capo della polizia colombiana, il generale William Salamanca, ha fatto sapere che ci sarà una ricompensa da 200 milioni di pesos, che equivalgono a circa 46 mila euro, a chiunque aiuterà con informazioni cruciali o troverà il padre del calciatore, Luis Manuel Diaz.

L’Esercito di liberazione nazionale conferma di essere il responsabile del rapimento

Il gruppo guerrigliero colombiano dell’Esercito di liberazione nazionale, noto con l’acronimo di Eln, conferma di essere il mandante del rapimento dei genitori di Luis Diaz. A comunicarlo è Juan Carlos Cuéllar, delegato dell’Eln per il dialogo con il governo colombiano, sui social: “L'Esercito di liberazione nazionale libererà il padre del signor Díaz il più presto possibile”. L’incidente però incrinerà sicuramente i rapporti che l’Eln intrattiene con il presidente Gustavo Petro, che vuole porre fine a un conflitto interno di oltre sessanta anni e che ha provocato quasi mezzo milione di morti. Inoltre, uno dei membri della squadra negoziale di governo, José Felix Lafaurie, ha reso noto che l'Eln tiene sotto sequestro altre 19 persone. L’Esercito di liberazione nazionale è una organizzazione di guerriglia insurrezionale rivoluzionaria marxista-leninista che opera in diverse aree della Colombia dal 1964 e fondata da Fabio Vásquez Castaño. L’Eln conta tra i suoi affiliati circa 5 mila guerriglieri e, diversamente da un’altra fazione ribelle della Colombia nota come FARC, l’ideologia seguita dal gruppo privilegia un modello economico e politico completamente autoctono, rifiutando di accettare finanziamenti esteri. Nel frattempo, nonostante le parole di Cuéllar, le ricerche del padre di Luis Diaz si espandono. Secondo gli ultimi aggiornamenti, la polizia starebbe usando anche cani da fiuto e le autorità ritengono che i rapitori possano essersi nascosti all’interno della giungla dei monti Perija, vicino al confine con il Venezuela. Secondo quanto riportato dal The Sun, due pastore tedeschi, Laticha e Tekila, si sono uniti alla caccia. I cani sono addestrati per rilevare l’odore del 58enne partendo dai suoi indumenti e ora sono assieme a un commando specializzato in complesse operazioni nella giungla. Il direttore della polizia Nazionale Salamanca ha detto: “Laticha e Tekila sono qui perché hanno già partecipato a importanti operazioni di salvataggio in diversi luoghi, inclusa la giungla”. Dunque, lo sforzo messo in campo dalle autorità è massimo, mentre tutta la Colombia si stringe attorno a uno dei suoi personaggi più noti a livello mondiale, Luis Diaz.

Parla Klopp: “Non forzerò mai il ragazzo”

Dopo aver saltato la sfida con il Nottingham Forest, comunque vinta dal Liverpool per 3-0, la presenza di Luis Diaz è in forte dubbio anche per il match di domenica 5 novembre contro il Luton Town. Nella conferenza stampa prepartita, il tecnico dei Reds Jurgen Klopp ha dato degli aggiornamenti su come Luis Diaz sta vivendo la situazione e come il Liverpool vuole gestire il ragazzo. Alla domanda su eventuali novità, il tecnico tedesco ha detto: “No, non proprio. Due giorni fa si è allenato con noi. Dobbiamo solo aspettare: se si sentirà bene allora sarà con noi e continuerà ad allenarsi. Quando era con i suoi compagni sembrava stesse bene, ma era evidente che queste notti non ha dormito molto. Le novità dalla Colombia io non le ricevo personalmente, ma me le inoltrano i miei collaboratori e per quanto ne so ci sono delle buone speranze, anche se dobbiamo attendere. Non vi posso dire che cosa faremo e come gestiremo il ragazzo i prossimi giorni, perché al momento aspettiamo e basta. Dipende tutto da Luis, se si rende disponibile o meno, e io non forzerò nulla”. Dunque, Jurgen Klopp attende il ritorno del suo calciatore non appena il ragazzo di sentirà mentalmente pronto di scendere in campo, ma fino a quel momento ha ribadito che sarà vicino al suo attaccante senza mettergli alcuna pressione perché queste delicatissime questioni sono ben più importanti del calcio.

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