Mateo Retegui, dall'hockey su prato alla Nazionale con l'obiettivo Euro 2024

A un anno dalla prima chiamata in Nazionale, la crescita del giocatore del Genoa è evidente e la doppietta contro il Venezuela certifica che è pronto per essere il nostro nove agli Europei

di KEVIN BERTONI
22 marzo 2024
Mateo Retegui in campo con la maglia della Nazionale (Ansa)

Mateo Retegui in campo con la maglia della Nazionale (Ansa)

Milano, 22 marzo 2024 – La decisiva doppietta contro il Venezuela nell'amichevole in Florida certifica che finalmente l'Italia ha ritrovato il suo numero nove: Mateo Retegui. Due reti importanti e non banali, che certificano come il ragazzo del 1999 abbia gran fiuto del gol: il primo con un pregevole girata dopo un'uscita errata da parte degli avversari, il secondo con l'unico altro pallone buono che gli capita in area. Cinismo, presenza sotto porta, difesa del pallone e capacità di far giocare la squadra, queste (e altre) sono le principali caratteristiche di quello che, alla prima convocazione in Azzurro, venne soprannominato come "l'argentino che deve salvare l'Italia" dalla penuria offensiva. 

E dire che giocava a hockey su prato

Il figlio di Carlos Retegui, allenatore ed ex giocatore di hockey su prato, nasce a San Fernando nella provincia di Buenos Aires il 29 aprile 1999. Grazie al nonno materno originario di Canicattì e quello paterno proveniente da Sestri Levante, possiede la doppia cittadinanza italo-argentina. Da piccolo inizia subito a giocare a calcio, ma quando l'hockey su prato è la specialità di famiglia e tuo padre è un'istituzione di questo sport in Argentina necessariamente provi anche a cimentarti in questa disciplina. El tabano, il tafano, come l'avevano inizialmente soprannominato i compagni per via della sua impertinenza e della capacità di essere un continuo disturbo per le difese avversarie, però non ne vuole sapere: bello l'hockey su prato, ma preferisce il calcio.

Nel 2016, quando aveva 17 anni, viene notato da Diego Mazzilli scout del Boca Juniors che gli propone di entrare nelle giovanili. Nel 2018 fa il suo debutto con la maglia delle Xeneizes alla Bombonera, sostituendo negli ultimi minuti un certo Carlos Alberto Tévez. Nelle due stagioni successive viene girato in prestito prima all'Estudiantes e poi al Talleres dove ha la possibilità di giocare con più continuità, mettendo a segno le prime reti da professionista e iniziando a far parlare di sé. Il giovane Retegui, secondo molti esperti argentini, non ha grandi doti tecniche, è ancora un po' acerbo. Ma è un giocatore, un centravanti di stazza, di nerbo, abile nelle progressioni e a fare a sportellate in area di rigore. Non solo, grazie al suo metro e ottantasei riesce a difendere molto bene palla spalle alla porta per permettere ai compagni di salire, è una vera forza nei duelli aerei, ma riesce anche a girarsi molto rapidamente per fronteggiare subito la porta. Insomma, è uno risolutivo, cinico. Inoltre, proprio come i giocatori di hockey non da per vinto nessun pallone, è il primo a pressare gli avversari e quando serve torna sempre in difesa per dare una mano ai compagni. Anche da queste piccole cose si vedono, seppur in sport diversi, gli insegnamenti che papà Carlos, detto "Chapa", ha fatto a suo figlio che, per semplicità, è "Chapita". Nel 2010 ci si accorge di lui anche in Italia e prima di tutti arriva Francesco Totti. La CT10Management, scuderia dell'ex capitano della Roma, lo mette sotto contratto dopo lunghi corteggiamenti. Prima della firma ufficiale il Pupone parlava così di Retegui: "Sto trattando un talento incredibile dall'Argentina, forte forte forte, una mezza punta-attaccante. È devastante. Il nome non lo dico, altrimenti me lo soffiano". 

L'esplosione al Tigre, la prima volta in Azzurro e il Genoa

Dopo il prestito al Talleres, l'italo-argentino viene spedito in prestito ai rossoblù di Victoria: il Club Atletico Tigre. Nella stagione 2022/2023 è, come ha detto Totti, semplicemente devastante. Insomma. il Pupone ci ha visto giustissimo. Chiude la stagione come miglior marcatore della Primiera Liga con 19 reti, che sommati a quelli nelle coppe diventano 23 totali. A fine anno è stato l'uomo che ha tirato più di ogni altro in porta, con una media di expected goals di 2,75 ogni novanta minuti, numeri praticamente da playstation. Il tutto, come se non bastasse, continuando a crescere dal punto di vista tecnico e di lettura del gioco. Nel marzo 2023, un anno fa, Mancini annunciava così la sua prima convocazione per l'Italia: "Lo stavamo seguendo da tempo. È un ragazzo giovane che gioca titolare da due anni nel campionato argentino. Ha qualità che a noi mancano, pensavamo che non volesse venire ma ha detto subito di sì e lo abbiamo convocato". Inizialmente molti nutrivano dubbi sul fatto che il digiuno offensivo della Nazionale potesse essere guarito da un giovanotto oriundo proveniente dal campionato argentino. In silenzio, lavorando, facendo a sportellate, mettendoci lo zampino quando serviva, Mateo Retegui ha fatto ricredere tutti: due gol nelle prime due presenze contro Inghilterra e Malta. 

Tornato in Argentina dopo la finestra per le Nazionali e terminato il campionato è il momento delle scelte. Il prestito, tecnicamente, avrebbe dovuto essere biennale ma dopo una stagione del genere tanti, tantissimi, tutti vogliono Mateo Retegui. Si cambia continente, si torna a casa, non si cambiano i colori però che rimangono il rosso e il blu. El Chapita è un nuovo giocatore del Genoa. Il Grifone lo paga 12 milioni di euro più bonus, investimento importante. Mister Gilardino gli dà in mano le chiavi dell'attacco, assieme ad Albert Gudmundsson, con l'obiettivo di far mantenere al Genoa la categoria appena riconquistata. In 24 presenze stagionali sono già 8 i goal realizzati da Retegui tra campionato e Coppa Italia. Il Genoa a un passo dalla matematica salvezza e la conferma che l'investimento è andato assolutamente a buon fine. Dopo Kean, Scamacca, Raspadori e al netto dei problemi fisici di Ciro Immobile, forse mister Luciano Spalletti ha finalmente trovato il suo, il nostro, 9 per il prossimi Europei. La bella prestazione contro il Venezuela, al netto della forza dell'avversario che comunque ci ha messo in difficoltà, potrebbe essere stata lo spartiacque decisivo non solo per una sua convocazione (che sarebbe stata comunque certa, al netto di problemi fisici dell'ultimo minuto) ma anche per una titolarità stabile là davanti. Per capirlo dobbiamo aspettare fino al 14 giugno, quando l'Italia di Spalletti scenderà in campo da campione in carica a Euro 2024.

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