Al Diavolo manca la coda. Milan, rimonta incompleta. Stavolta Leao non basta

Il Sassuolo va sul 2-0 e 3-1, Jovic e Okafor conquistano almeno il pareggio. Pioli non è preoccupato per il futuro: "Il mio è sempre la prossima partita".

di LUCA MIGNANI -
15 aprile 2024
Milan, rimonta incompleta. Stavolta Leao non basta

Milan, rimonta incompleta. Stavolta Leao non basta

Nei giorni del dentro o fuori, è destinato ad emergere più in là il peso specifico del punto di Reggio Emilia. Punto di domanda per l’avvio, punto esclamativo per la reazione. Per la classifica: punticino. Di fatto i primi dieci minuti condannano le scelte di Pioli che risparmia Tomori (diffidato) e fa riposare sette titolari in Europa League, compreso Maignan per un leggero affaticamento.

Condanna soprattutto difensiva: Thiaw morbido su Volpato, Kjaer lontano da Thorstvedt, Florenzi a fissare la zampata dell’1-0 di Pinamonti. Questione di metri, quelli regalati dal danese e dall’ex Roma anche sul secondo gol nato e sbocciato sull’asse Thorstvedt-Laurienté. Questione di centimetri, invece, sulla scarpata rifilata da Boloca a Musah appena fuori area. E, soprattutto, sui due gol annullati per fuorigioco di spalla, a spaccare il millimetro, allo sfortunatissimo (ma caldissimo) Chukwueze. Tra i due episodi c’è molto, molto Milan. E sulla sinistra non c’è il Leao visto con la Roma: c’è quello capace di infilarsi tra Tressoldi e Boloca. E infilare il 2-1. Si va così all’intervallo, con dati opposti al risultato del campo: 16-5 il conteggio dei tiri per il Milan, anche se 4-4 nello specchio. A fine gara il totale delle conclusioni salirà a 23-10 (7-5 in porta), tanto da far dire a Pioli: "Abbiamo creato più in questa partita che in tutto il campionato. Avessimo segnato cinque o sei gol non ci sarebbe stato nulla da dire". Da ridire ce n’è, invece ed eccome, sul tris incassato: palla da sinistra a destra ancora per Laurienté. E difesa ancora a guardare. Guarda anche Pioli, però. Vede e provvede: 4-2-4 con Reijnders in regia, Giroud insieme a Jovic. Funziona tutto, grazie anche all’inattesa complicità dello spauracchio Laurienté che scialacqua un quattro contro due. Jovic piomba sulla zampata di Leao sporcata da Consigli (3-2), mentre entrano anche Pulisic e Okafor per attaccare a cinque. Il primo sgasa molto e trova il portiere avversario, il secondo fa 3-3 su un corner toccato da Giroud, Thiaw e Gabbia: fame, il messaggio forte e chiaro.

Nervi, gamba e idee i sottotitoli.

Leao che non vuole uscire, Giroud che piomba su ogni pallone, Thiaw che non ne ha più e stringe i denti a cambi finiti: tasselli di un puzzle che torna (quasi) a posto. Proprio laddove due anni fa era arrivato l’apice della gestione Pioli, con quel diciannovesimo scudetto tatuato sul braccio sinistro del tecnico. Ma il colpo mancino, questa volta, non arriva fino in fondo. Anche se la risposta della squadra dà nuova forza all’allenatore che ben sa di essere in bilico per l’anno prossimo. E che moltissimo si deciderà tra Roma, in Europa League, e Inter, in campionato: "Non mi cambia nulla: per me la partita in arrivo è sempre la più importante. E il mio futuro si deciderà a fine campionato, come sempre". Il futuro ha però l’aria di essere molto più vicino.

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