Da Fonseca a Conceiçao. Nuovo Diavolo, solite grane
I tifosi continuano a contestare la società e la zona Champions resta lontana. Ennesima settimana della verità in campionato: domani il Como, sabato la Juve.

I tifosi continuano a contestare la società e la zona Champions resta lontana. Ennesima settimana della verità in campionato: domani il Como, sabato la Juve.
Dalla settimana da Dio, della doppia rimonta da Supercoppa contro Juventus e Inter targata Conceiçao, all’ennesima settimana della verità: domani (ore 18.30) al Sinigaglia col Como, sabato (18) a Torino, ancora contro i bianconeri. Niente ritorno al futuro per il nuovo Diavolo, per ora. Ritorno al passato, invece: amaro. Nell’atmosfera: a San Siro gli applausi per il cinquantesimo titolo, portato a centrocampo da Calabria e Theo Hernandez, sono andati in archivio al minuto 3.19. Lì, e non solo, è tornato il "Cardinale, devi vendere, vattene" inaugurato subito dopo le 125 candeline, a metà dicembre.
Ancora contestazione, dalla Sud. E Milan Club con gli striscioni esposti al contrario per protestare contro "la nuova modalità di vendita a partire dal derby, le richieste di biglietteria non potrabbo più essere veicolate dall’Associazione Italiana Milan Club, ma ogni socio dovrà procedere singolarmente all’acquisto. Comporterà molteplici difficoltà per le trasferte". Rumore, fuori. Silenzio societario, su questi fronti. Magari verrà rotto tra il 23 e il 24 gennaio, occasione in cui si riunirà l’assemblea dei soci rossoneri e il consiglio di amministrazione ufficializzerà l’ingresso di un nuovo membro. Intanto, aspettando anche il mercato, parla il campo. Con numeri beffardi: il pari di Cagliari e della gestione Fonseca disse 13-16 per i sardi a livello di conclusioni (6-7 in porta) e un paio di chilometri corsi in più dai rossoblu.
Il pari di sabato ha detto 24-6 per i rossoneri in merito ai tiri (11-2 in porta) e quasi quattro chilometri in più macinati dalla squadra di Nicola. Stesso risultato che tiene a otto punti la quarta posizione. Ieri la squadra è tornata ad allenarsi e Conceiçao ha avuto modo di approfondire i messaggi mandati dalla pancia del Meazza, in coda alla frenata: "Sono in panchina da tredici anni e, vista la qualità di questo gruppo, è il primo tempo più debole da quando alleno. Ci sono mancati ritmo e qualità, tutti devono salire di livello. E in tutti i sensi: fisico, tecnico, tattico, di atteggiamento". Concetti che ritornano. Ma vengono esplicitati da un’altra persona, in altro modo e con una diversa lettura: "A tratti eravamo troppo fermi, sembrava quasi che stessimo filmando la partita. Ci sono momenti in cui i giocatori devono essere più semplici: non servono cose complicate o tocchi magici, il calcio è semplice, il calcio è semplice". Nessun dubbio sulla linea da adottare, più verso il bastone che la carota: "Se sono qui a metà stagione è perché qualcosa non ha funzionato. Ho i miei metodi: orari, alimentazione, allenamento, coinvolgimento totale". La squadra è con lui, vedasi il cerchio di tutto il gruppo sul campo al triplice fischio: "I messaggi sono stati positivi, ci siamo detti che non bisogna mollare mai", ha riferito Leao. Che ha aggiunto: "ll cambiamento c’è stato, l’allenamento ora è più forte. Per me è meglio, perché così si riesce a dare molto di più fisicamente. Ma dobbiamo essere più cattivi". Tant’è. Ma il tempo continua a stringere. Anche se presenta un bivio dietro l’altro in nemmeno un mese: Como, Juventus. Poi, la Champions: Girona e Dinamo Zagabria. Nel mezzo il Parma, poi l’Inter. Il nuovo Milan deve sbocciare ora.
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