E’ morto Schellinger, campione del Milan e leggenda della Germania

In rossonero vinse tutto, con la nazionale segnò la rete del momentaneo pareggio prima del gol di Rivera, in quella semifinale finita 4-3 per gli azzurri a Città del Messico

20 maggio 2024
Schnellinger con Gianni Rivera

Schnellinger con Gianni Rivera

È morto a 85 anni Karl-Heinz Schnellinger, terzino del Milan famoso per la spaccata con la quale portò l’Italia ai supplementari nella semifinale del mondiale di Messico ’70, prima del 4-3 con cui Rivera ci portò in finale contro il Brasile di Pelé.

Nato il 31 Marzo 1939 a Düren, in Germania, nella Renania Settentrionale, Schnellinger è stato un grande difensore di fascia sinistra, prima nell’SG Düren 99, poi nel Colonia: a 19 anni era già titolare in nazionale tedesca, prese parte ai mondiali del ’58 e del ’62, prima di venire in Italia «perché in Germania guadagnavo solo 24 marchi». Acquistato dalla Roma nel 1963 per 1 milione di marchi, prestato al Mantova, al mister Luigi Bonizzoni provò a parlare in latino  il mister gli rispose in tedesco. Esordì contro il Milan, tornò alla Roma prima di essere acquistato proprio dai rossoneri. Nereo Rocco lo ribattezzò Volkswagen, ma tra i tanti soprannomi c’erano anche Panzer e Carlo Martello. Strapotente sul piano fisico, ma mai scorretto, non fu mai espulso e subì solo quattro ammonizioni in carriera.

Col Milan vinse di tutto: lo scudetto nel ’68, la Coppa Campioni e l’Intercontinentale l’anno dopo, due Coppe delle Coppe, tre coppe Italia (più una con la Roma).

E nel 1970 la semifinale lo vide entrare in campo da avversario del paese in cui si sentiva a casa, tanto che i compagni lo chiamavano “Der Italiener”, l’italiano. Sull’1-0 per l’Italia, a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari Schnellinger si porta in avanti e al 92’ riceve il pallone sulla destra da Grabowski, si lancia in spaccata, si procura uno stiramento muscolare ma segna la rete dell’ 1-1. Poi per fortuna finì 4-3 per l’Italia, ma il suo nome è scritto in quella partita. La partita del secolo.

E non solo il Milan oggi piange un giocatore che ha un posto nella storia del club rossonero, al quale ha portato tanti trofei ma soprattutto ha lasciato un segno per la sua generosità e la sua correttezza. Si è spento a Milano dove aveva scelto di vivere.

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