Il Diavolo veste Theo. Hernandez doma il Napoli. Pioli e il Milan, che risalita

I rossoneri centrano tre punti fondamentali, il mister può festeggiare la presenza numero 220 arrivando a un solo punto dalla Juventus.

di GIULIO MOLA -
12 febbraio 2024
Hernandez doma il Napoli. Pioli e il Milan, che risalita

Hernandez doma il Napoli. Pioli e il Milan, che risalita

Il Milan soffre ma batte anche il Napoli (1-0) nella tiepida notte di San Siro, allunga la serie positiva a nove partite (con 7 vittorie) e “blinda” il terzo posto, avvicinandosi sempre di più alla Juventus (a 1 punto). Nella serata di gala con tanti “attori” che hanno regalato gli ultimi due scudetti prima ai rossoneri e poi agli azzurri, brilla la stella di Theo Hernandez: suo il gol (quarto stagionale e ventiseiesimo in carriera) che condanna la squadra di Mazzarri, nona e praticamente fuori da tutto.

Sorride Stefano Pioli (il tecnico che De Laurentiis vorrebbe portare sotto il Vesuvio nella prossima stagione) sempre di più nella storia del Diavolo: modo migliore non poteva esserci per festeggiare le 220 panchine milaniste, raggiungendo Arrigo Sacchi. Tornava Bennacer (al posto dello squalificato Reijnders) nel Milan dopo 43 giorni di assenza e la deludente campagna d’Africa. Napoli con Kvaratskhelia a svariare da trequartista e il “ritrovato” Zielinski. Più frizzanti e aggressivi gli ospiti, pericolosi con Simeone (10’) che calciava al lato il pallone servitogli sul piede da Kvara. Soffriva il Milan la pressione dei partenopei, prezioso il lavoro di Di Lorenzo in copertura per tenere a bada Leao. Dopo una ventina di minuti opachi, con il tridente rossonero inoffensivo, ecco la mossa che forzava la cassaforte ospite: Leao (24’), imbucava Hernandez che bruciava tutti sullo scatto e infilava Gollini di precisione. Il settimo assist stagionale gasava il portoghese che dopo altri quattro giri di lancette sfiorava il 2-0 con un destro a giro. Il Napoli non riusciva a rialzarsi anche perché a centrocampo Anguissa era in confusione, mentre Kjaer e Gabbia (con l’aiuto di Florenzi subentrato all’infortunato Calabria) presidiavano gli ultimi trenta metri concedendo poco alle buone intenzioni del creativo Kvara.

Mazzarri riusciva a dare la scossa nella ripresa inserendo Politano per Ostigard ma era Florenzi a tenere in apprensione Gollini dalla distanza. E subito dopo Doveri sorvolava sull’energica entrata di Rrhamani su Loftus-Cheek in area. Reagivano gli azzurri con micidiali ripartenze: Simeone calciava alto prima di essere sostituito da Raspadori, poi ancora lo scatenato Kvara seminava il panico e infine era Politano a spaventare Maignan. Squadre lunghissime, Pioli inseriva Musah per lo spento Bennacer e Simic per Kjaer, ma il Milan non riusciva a dare il colpo di grazia con Leao che calciava al lato da ottima posizione. Il digiuno (quasi 5 mesi in campionato senza gol) continua e nel finale i rossoneri rischiavano la beffa: quasi autogol di Simic (palla sul palo). poi Maignan decisivo su Politano. Il triplice fischio dopo 6’ di recupero una liberazione.

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