La verità di Cardinale. "I partner del Milan sono i nostri tifosi»

Gerry Cardinale, rappresentante di Red Bird Capital Partners al Qatar Economic Forum, sottolinea l'importanza dei tifosi come partner del Milan. La società deve bilanciare successo immediato e a lungo termine. La tifoseria esprime la necessità di una squadra forte e vincente, mentre si discute del futuro allenatore e del contratto di Pioli. San Siro attende il nuovo corso con ansia.

di LUCA MIGNANI -
16 maggio 2024
"I partner del Milan sono i nostri tifosi"

"I partner del Milan sono i nostri tifosi"

"I nostri partner nel Milan sono i tifosi. E prendo questo molto sul serio". Arriva dal Qatar Economic Forum di Doha il messaggio di Gerry Cardinale. Intervenuto ieri al convegno organizzato da Bloomberg in rappresentanza di Red Bird Capital Partners, il numero uno rossonero ha parlato del suo percorso all’interno della società di via Aldo Rossi: "In questi anni da proprietario ho vissuto ciò che mi aspettavo. Ma un conto è la teoria, un altro è la pratica. Dico così perché i nostri partner sono i tifosi. In America chi possiede un club non ha questo tipo di partnership, mentre nel calcio europeo è una cosa che va presa sul serio. In Italia, poi, molto sul serio. E io lo faccio. Ma serve equilibrio". Entrando nel merito: "I tifosi vogliono vincere sempre. Ovvio, si parte per vincere, o per arrivare il più lontano possibile nelle varie competizioni. Ma serve equilibrio tra l’obiettivo a breve termine di avere successo e quelli a lungo termine. Bisogna aumentare il flusso di cassa e reinvestirlo per migliorare. È un circolo virtuoso, non diverso da ciò che succede in ogni azienda". Con una differenza: "Qui ogni tanto l’emozione prende il sopravvento. Ma dobbiamo preparare il club per successi a lungo termine. Poi, chiaramente, vogliamo vincere ogni anno". Messaggio inviato. Da Doha a Milano ci sono cinquemila chilometri abbondanti, ma la destinazione è quella. Più precisamente: San Siro.

Regno di altre, differenti, ma comunque consistenti, distanze. Quelle che la Curva ha preso dalla società. L’ultima notifica inviata a Cardinale sabato scorso, in occasione del 5-1 sul Cagliari: "Noi pretendiamo e meritiamo una società forte e vincente", l’unico striscione esposto al secondo anello blu che non ha sventolato bandiere né cantato cori. Il sottotitolo ("Milano non si accontenta") è stato l’elemento comune rispetto alla settimana precedente, quando era partito il "rumore del silenzio" al Meazza. Allora, contro il Genoa, i punti erano stati messi nero su bianco: "Strategia comunicativa, presenza istituzionale, acquisti mirati, coesione, ambizione, capacità. Un progetto vincente parte dalla società". In precedenza, dopo il derby della consegna dello scudetto all’Inter, poche ore prima del pareggio di Torino contro la Juventus, il primo comunicato della tifoseria organizzata che aveva definito la stagione "contraddistinta dalla mediocrità per quasi tutta la durata", con un finale "funesto e disastroso". In sintesi: dopo due anni "di fase transitoria e di assestamento da considerarsi più che legittima", è ora di giocare a carte scoperte e "dimostrare con i fatti i reali obiettivi della società, all’interno della quale regna il caos più totale".

Sul tavolo, al momento, soprattutto la questione allenatore, con il nome di Paulo Fonseca che si fa strada (il portoghese ha anche un’offerta dal Marsiglia). La stagione è di fatto finita settimana scorsa, con la certezza del secondo posto e della qualificazione alla Supercoppa italiana. Pioli verrà salutato solo dopo le ultime due di campionato, contro il Torino sabato alle 20.45 (in trasferta) e contro la Salernitana settimana prossima (a Milano). Anche perché, oltre alla volontà di ringraziarlo nel miglior modo possibile, la società ha a che fare con la questione contratto, in scadenza nel 2025, con un ingaggio da 8 milioni. Bisogna trovare un accordo. Poi, il nuovo corso. "La scelta del nuovo allenatore ci farà già capire molto", l’avviso dei tifosi nei giorni in cui Lopetegui veniva dato a un passo. Ora i nomi sono tutt’altri. San Siro, in rumoroso silenzio, aspetta.

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