Leao e Camarda, Milan d’assalto. Fonseca spiazza ancora tutti . Esame Cagliari sull’onda Real

L’anticipo (18): il Diavolo cerca conferme in campionato dopo la straordinaria notte del Bernabeu. Il tecnico è senza Morata e polemizza con la Spagna che l’ha convocato, spazio a Francesco e Rafa.

di LUCA MIGNANI
9 novembre 2024
Fonseca spiazza ancora tutti . Esame Cagliari sull’onda Real

Francesco Camarda, 16 anni, si è visto annullare dal Var un gol in Champions

"Abraham? No, Camarda". E così Fonseca spiazza ancora una volta tutti: una sua specialità, in questi primi mesi al Milan. Dal 4-2-4 con cui ha riportato il derby sulla sponda rossonera del Naviglio, alla difesa a cinque con la quale ha bissato l’unico successo del Diavolo al Bernabeu che risaliva a quindici anni fa. Dalle esclusioni eccellenti (vedasi il tris di panchine riservato a Leao) ai debutti da record. Col portoghese in panchina, infatti, Camarda è diventato il più giovane italiano di sempre ad esordire in Champions League: 16 anni, 7 mesi e 12 giorni, in quel 22 ottobre a San Siro contro il Bruges. Quando, peraltro, stava per diventare anche il più giovane di sempre a segnare, ma si è messo di mezzo il Var.

La stellina 16enne, oggi alle 18 alla Unipol Domus contro il Cagliari, sfiorerà un altro primato: con i suoi 16 anni, 7 mesi e 30 giorni diventerà il secondo più giovane giocatore titolare con la maglia del Milan. Superando per un solo giorno Donnarumma, piazzandosi per un paio di settimane di differenza alle spalle di Giuseppe Sacchi (si torna al 1942). Soprattutto, potrebbe diventare il più giovane milanista a segnare, superando Rivera (17 anni e 2 mesi nel 1960).

"Nei giocatori non guardo l’età, ma la qualità. Francesco la dimostra quotidianamente e tutti, in società, crediamo in lui". Quindi titolare, in assenza di Morata dopo lo scontro aereo con Pavlovic in allenamento. Anche qui, Fonseca chiarisce: "Il ct della Spagna De La Fuente dice che lo utilizzerà nella prima o nella seconda partita? Non vedo come sia possibile. Per una contusione alla testa un giocatore deve stare fermo dieci giorni: è il protocollo, non un’opzione". Poi, il classico elefante nella stanza: Leao, tornato meravigliao al Bernabeu dopo tre “bocciature“ consecutive: "Buona partita, avrebbe potuto far meglio. Ha avuto 9-10 occasioni, deve migliorare nell’ultima scelta e, come vediamo tutti, difensivamente. Con lui ho adottato una strategia: forse non la migliore. Poi un’altra: ora funziona. Ma non c’è alcun problema: ha capito, ha avuto una reazione". Giocherà ancora dall’inizio, in un attacco incerottato: oltre a Morata, indisponibile anche Jovic per la “solita“ pubalgia, mentre Abraham non è ancora al 100%.

In più, il tecnico ora ritiene Camarda più in linea con le caratteristiche dello spagnolo, nel muoversi appunto tra le linee, rispetto all’inglese. In difesa Pavlovic si gioca una maglia con Tomori, in avanti Chukwueze è in pole per tornare a giocare dal primo minuto, con Pulisic più accentrato nella posizione prediletta da Fonseca. Nell’aria, anche ieri, ancora il profumo di gloria, la scia lasciata dall’impresa del Benabeu. Col Cagliari, altra musica. Fonseca lo sa bene: "Per me però è lo stesso. Non bado a ciò che si dice al di fuori quando perdo, faccio lo stesso quando vinco. Continuo sulla strada in cui credo".

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