L’Euro Milan vola alto. Pulisic-Leao-Abraham. La scalata di Fonseca

Un tris piega lo Slovan, il Diavolo può puntare ad arrivare tra le prime otto. Ancora sviste in difesa: ma come a Madrid l’attacco ha rimediato a tutto.

di LUCA MIGNANI
27 novembre 2024
Pulisic-Leao-Abraham. La scalata di Fonseca

Christian Pulisic e, dietro di lui, Tammy Abraham: entrambi protagonisti (con gol) della vittoria rossonera

"Vogliamo entrare tra le prime otto. Gli alti e bassi capitano in una stagione. Fonseca sa che non mi piace andare in panchina, ma è tutto risolto". Hanno l’aria quieta le parole di Leao. Dopo l’ennesima tempesta (sfiorata). In fondo a tutto, infatti, tre punti. In coda, però, a un’altra partita tra pennellate e brividi. Troppi, brividi. Li sintetizza Pulisic: "Dobbiamo fare più gol, difendere meglio, migliorare". Telegramma da incorniciare a Milanello, banale solo in apparenza. Lo statunitense, peraltro, è uscito acciaccato: "Sto bene, una precauzione". Meno male, perché nelle ondate di alti e bassi fin qui più che caratteristiche dei rossoneri, lo statunitense sforna acuti su acuti. Basti pensare all’1-0: avvia, raccoglie la preziosa rifinutura di Abraham, piazza l’ennesima accelerazione da autovelox. Sono i frutti paradossali di un contropiede vincente dopo un incipit a tambur battente, con gli slovacchi abbottonatissimi dietro a un 5-4-1 di fatto, con i rossoneri a cercare e trovare più di uno spunto esterno. Senza mai azzeccare l’ultima scelta, però. Basti pensare al conteggio dei cross: 29 tentati, 3 completati, i dati ufficiali. Il “clic“ richiesto poi da Ibrahimovic, a un certo punto, va a farsi friggere. "Tutta la squadra deve difendere meglio. Poi è vero che il reparto non ha fatto il 100% fin qui", la profezia pregara. Chissà cosa avrà pensato sull’1-1. Sugli sviluppi di un corner a favore si apre un’autostrada. Tutti avanti. Nessuno fa fallo. Non c’è più Pavlovic come poco prima, quando aveva salvato a porta vuota il colpo di Strelec. C’è Barseghyan, invece: 1-1 e tutto da rifare. Non basta aver sfiorato il 70% di possesso palla prima del té. Così Fonseca gioca la carta Leao a inizio ripresa. L’unico cambio che può cambiare, peraltro: Morata squalificato, Jovic non in lista Champions (ieri intervento chirurgico di rinforzo del canale inguinale sinistro: rientra tra quattro settimane). E a Camarda non si può chiedere di essere per forza decisivo a 16 anni. Così Rafa passa alla cassa, ringraziando le sue doti atletiche e la velocità di pensiero di Fofana. C’è anche Abraham che si danna l’anima ma paga il conto dei cross sballati. Ci pensa allora Strelec a servirgli la palla del 3-1. Ma torna la questione del “clic“. Così Bratislava ruggisce sulla perla di Marcelli e guaisce per il doppio giallo che si becca Tolic. Tre punti. Fonseca ci mette firma e faccia: sette cambi dopo il pari (e i fischi) con la Juve. "Abbiamo dominato. Dobbiamo migliorare le marcature preventive, è una questione di lettura e non di atteggiamento". Le questioni restano di più, ma "in Champions abbiamo vinto tre partite di fila con nove gol. Abbiamo fatto la cosa più importante: vincere".

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