Milan extralusso, Empoli travolto con Morata e un doppio Reijnders
Il Milan domina l'Empoli con un 3-0 e Reijnders si distingue. Fonseca elogia la prestazione collettiva e il lavoro tattico. Leao e Morata in evidenza. Prossimo obiettivo: l'Atalanta.
Due reti all’Empoli, sei in stagione doppiando già il bottino della passata stagione. Il Milan domina i toscani 3-0, Tijjani Reijnders è il volto per prestazione e determinazione: "Nel Milan contano solo i titoli. Non abbiamo fatto niente: non possiamo essere soddisfatti per questa classifica".
Un sabato sereno doveva essere, e un sabato sereno è stato quello rossonero, nel segno di una manovra avvolgente e frizzante che regala fior di occasioni e un buono spettacolo ai quasi sessantanovemila di San Siro, per quanto celato agli occhi delle telecamere causa nebbia. Lo dice anche Paulo Fonseca: "Gara bellissima in attacco e in difesa. Abbiamo segnato tre gol, ma potevano anche essere sei o sette. Leao? Servivano questi movimenti, queste rotazioni, e non solo da lui. Per questo abbiamo creato tanto".
È variabile il disegno del tecnico portoghese, con Leao che gioca più seconda punta al fianco di Morata, complice una fase di non possesso che vede una difesa a 5 (Musah scala a destra) e Pulisic trequartista con alle spalle Fofana e Reijnders. E visto che il Milan trova tanti spazi in ripartenza, ecco che il modulo tiene, e tiene a lungo, variando con costanza più al 4-3-3 che al 4-2-3-1. Emerson Royal da braccetto è più sicuro (come accaduto a Madrid), Musah con la squadra bassa diventa prezioso in discesa così come Pulisic, da sinistra gli inserimenti sono più comodi e all’Empoli riesce poco o nulla in avvio. Henderson in pressione sui mediani rossoneri non ha successo, ed è anzi il numero 29 di Fonseca a confermarsi ago della bilancia di questa squadra. Non a caso da due suoi recuperi nascono la rete del vantaggio al diciottesimo (pregevole anche il controllo da centravanti puro di Leao prima della girata di Morata), e il mancato raddoppio sciupato da Pulisic poco dopo con lo spagnolo a chiamare palla a gran voce libero a destra. Ad un livello diverso, ovviamente, a Fonseca riesce quanto mancato con la Juventus.
Una squadra più coperta, che non concede chilometri di spazio quando perde palla sulla trequarti, ma che al tempo stesso sa osare, e non solo a sinistra, ed ecco che dall’altro versante arriva anche il pallone giusto per la pregevole girata al volo di Reijnders che al minuto 43 significa raddoppio. Detto dei dati dell’olandese, è anche qui il senso di una squadra dove si devono guardare meno le statistiche individuali rispetto a quelle collettive, per una democrazia realizzativa che può sembrare oggi il primo segnale del lavoro del tecnico portoghese. Che non pare più irrigidirsi sul 4-2-3-1, e continua ad operare sul rilancio di Rafa Leao.
Il numero 10 è di nuovo dentro la squadra, a volte inevitabilmente lezioso, però caparbio nel creare i presupposti del vantaggio e saggio quando taglia ad uscire per agevolare l’incursione di Reijnders sul 3-0. Finisce con la squadra sotto la Sud a ritmarne i cori con le mani: il miglior approccio possibile al match di venerdì con l’Atalanta. Quel che sa già tanto di dentro-fuori, anche se saremo solo a dicembre.
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