Milan: Ultima Spiaggia per l'Europa, Conceiçao Sotto Pressione

Il Milan affronta il derby decisivo per l'Europa League, ma il futuro di Conceiçao è già in bilico.

di LUCA MIGNANI
22 aprile 2025
Il Milan affronta il derby decisivo per l'Europa League, ma il futuro di Conceiçao è già in bilico.

Il Milan affronta il derby decisivo per l'Europa League, ma il futuro di Conceiçao è già in bilico.

Indietro non si torna. E per andare avanti c’è ormai solo una strada. Comunque in salita, comunque sgradita. Perché anche l’eventuale vittoria della Coppa Italia, con conseguente pass per l’Europa League, sarebbe sabbia negli occhi. Non per Sergio Conceiçao. Ma per il Milan, di fatto, sì. Eccome.

Tanto che si lavora sul domani da mesi, quasi due dall’incontro londinese tra Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic con i potenziali direttori sportivi del futuro: Fabio Paratici (poi sfumato), Andrea Berta (poi passato all’Arsenal) e Igli Tare (ora in corsa con Tony D’Amico). Nel frattempo, passo del gambero per la squadra.

Così, il derby nella semifinale di ritorno di domani, ore 21, dopo l’1-1 dell’andata, è l’ultima spiaggia che comunque non salverà una squadra rivoluzionata più volte dalla testa ai piedi. Ma che ha accumulato più tonfi che guizzi, l’ultimo dei quali il giorno di Pasqua, quando l’Atalanta è passata a San Siro con una rete di Ederson al 17’ del secondo tempo.

Stesso numero di partite stagionali per Fonseca e Conceiçao: 24. La media punti sorride, si fa per dire, all’attuale tecnico del Lione: 1,75 rispetto allo striminzito 1,58 dell’ex Porto. Fonseca ha lasciato la squadra ottava, a -8 dalla Champions e a -5 dalla Conference. Nono posto, ora: -9 dalla Champions, -6 dalla Conference, in attesa delle partite di domani. Nel mezzo il mercato. Nel mezzo una Champions con gli ottavi prima a un passo, poi gettati via tra Dinamo Zagabria e Feyenoord. Ora, come allora, scontri diretti (ossia contro le prime otto in classifica) disastrosi in campionato: Fonseca ha racimolato 6 punti in 7 gare, vincendo solo il derby, Conceiçao (sempre in 7 gare) è riuscito a ottenere un paio di pareggi e, per il resto, solo sconfitte. Lontanissimi i tempi di Riad, della doppia rimonta contro Juventus e Inter, del sigaro in bocca, del balletto. Quei tempi, comunque, Conceiçao li ha rivendicati anche dopo la sconfitta con l’Atalanta, arrivata nonostante i buoni segnali dati a Udine dal 3-4-3: "Ho vinto la Supercoppa, poi ho pareggiato col Cagliari e sono subito iniziate le voci sulla panchina. È una mancanza di rispetto, è come se qui non ci fosse nessuno. Alleno da 14 anni, ho vinto titoli in Portogallo (11). E non so da quanto tempo il Milan non ne vince un paio".

Nel 2011: campionato e Supercoppa, stesso anno, ma stagioni diverse. Doppietta nella stessa stagione, invece, nel 2007-2008: Supercoppa Uefa e Mondiale per club. "I conti li faremo alla fine. E sarò giudicato per quello che ho fatto in 6 mesi".

Di fatto, è già stato giudicato dalla società. Conceiçao le ha provate tutte anche nell’ultima partita: Pulisic e Leao con Jovic all’inizio, per finire con Sottil terzino, Chukwueze e Joao Felix esterni alti, doppio centravanti Gimenez-Abraham. Ma con la Dea è arrivata la decima sconfitta in campionato: non succedeva dal 2020. E il nono posto attuale è tra i peggiori risultati dell’ultimo decennio (nel 2014-2015 i rossoneri chiusero decimi).

Domani, dunque, ultima spiaggia per l’Europa. Anche se per Conceiçao e per questo Milan il tempo è già (da tempo) scaduto.

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