Milan, occasione da prendere al volo. Esame Slovan e Leao torna in bilico
Champions (18.45), il Diavolo contro gli slovacchi a zero punti. Fonseca fa turnover, dentro Okafor
Sembravano passati i tempi del “Leao o non Leao“. Sembravano. La prestazione in versione “meavigliao“ al Bernabeu, la doppietta a Cagliari. E ancora, profeta in patria. Ma, ancora, un calo (come quasi tutta la squadra) sabato scorso. E pure una contusione, comunque assorbita. Morale: "Turnover per Rafa? è in un buon momento, ma ho fiducia in tutti". Fonseca dixit. Tradotto: il "tutti" è Okafor, con ogni probabilità in campo per far rifiatare il portoghese. Tradotto: altra scelta, comunque, pesante. Recuperato l’ex affaticato Pulisic, invece. Non Emerson Royal: distorsione alla caviglia, tocca a Calabria. E con Morata squalificato, tocca ad Abraham. Per il resto, rotazioni zero, come i punti dello Slovan.
Fonseca, che ieri ha partecipato al “torello“ a Milanello sotto gli occhi di Ibrahimovic e Moncada, ha suonato la carica in conferenza: "Queste quattro partite di Champions sono importantissime per il nostro futuro. Dobbiamo vincerle". Chiaro. Per una ventina di milioni di motivi per vincere. Un paradosso: in campionato i rossoneri, con una gara in meno, sono piombati a -9 dalla zona dell’Europa nobile (e dai 18,62 milioni di “benvenuto” che si incassano ad ogni edizione).
In Champions, possono ben sperare di correre per i primi otto posti del girone. E di incassare gli 11 milioni di premio, più una quota che varia dai 9,9 ai 7,7 a seconda della posizione, senza contare gli altri proventi. Questione di conti che contano per la proprietà. Questione, non di meno, di campo: il Diavolo eviterebbe così la trappola degli spareggi che attendono chi chiude tra nono e ventiquattresimo posto. A proposito di trappola, lo Slovan: primo nel campionato slovacco, ultimo qui. Il Milan, invece, è uscito dal tunnel Liverpool-Bayer-Real (più Bruges) con sei punti sonanti. Secondo i calcoli di Opta, con dieci lunghezze si è certi dei playoff, con sedici di arrivare tra le prime otto. L’agenda dice Slovan, Stella Rossa, Girona, Dinamo Zagabria: non impossibile. Weiss, tecnico degli slovacchi, ha lanciato il guanto di sfida: "Dodici anni fa abbiamo mandato a casa la Roma in Europa League, nel 2010 la Slovacchia ha battuto l’Italia ai Monadiali...".
E l’ex Kucka, pur ricordando con affetto il biennio 2015-2017 rossonero e applaudendo Leao, ha messo il carico: "Quando ero al Parma pensavo che Rafa non sarebbe arrivato lontano, lo vedevo camminare in campo, sembrava non avere voglia di giocare". Questa sera magari avrebbe anche voluto. Ma Fonseca ha fiducia in tutti. E ribadisce: "Capisco i fischi di sabato, al Milan è così. Un pari con la Juve è come una sconfitta, da altre parti è come una vittoria. Abbiamo fatto diverse cose bene e non è vero che non abbiamo un’identità". Tant’è. "Scudetto? Capisco che alcuni non ci credano, ma io continuo a farlo".
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