(S)punti di vista. Le domande a cui Cardinale deve rispondere

Il Milan spreca l'occasione di conquistare il secondo posto in classifica, mostrando errori tecnici e di atteggiamento. La squadra sembra avviata verso la fine di un ciclo tecnico, sollevando dubbi sulla gestione della panchina e dell'organigramma. Domande scomode da porre al patron Cardinale sulla strategia di mercato e sul futuro del club.

di GIULIO -
20 febbraio 2024

Mola

Un’altra occasione sprecata, nel momento meno opportuno. Con il fragoroso tonfo di Monza i rossoneri gettano al vento la possiblità di prendersi il secondo posto quando già era accesa la freccia per il sorpasso alla Juventus. Stessi errori visti in precedenza, tecnici e di atteggiamento, di una squadra che, al di là delle parole di circostanza, sembra inesorabilmente avviata verso la fine di un ciclo tecnico, al termine del quale la proprietà dovrà fare una scelta importante riguardo la panchina. A proposito. Sarebbe interessante poter rivolgere a Gerry Cardinale alcune domande senza “censure“ visto che da quando è in Italia non c’è stata la possibilità di confrontarsi in conferenza stampa. Al patron che smentisce di voler vendere e che solo pochi giorni fa a proposito di Pioli ha affermato che "non licenzia qualcuno tanto per farlo", bisognerebbe chiedere non solo perché cambia idea di continuo sullo stadio, ma soprattutto il motivo per cui nell’organigramma del club non c’è un solo manager di calcio (Ibrahimovic è dipendente di RedBird). Magari gli avrebbe suggerito una strategia diversa, e cioè che conveniva prendere Thuram a parametro zero (pagando 8 milioni euro di commissioni) anzichè spenderne 14 per il cartellino di Okafor. Quesiti troppo “scomodi“. Con una verità difficile da raccontare.

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