Monza, ko e ultimo posto. La società: avanti con Nesta
Altro stop a Lecce per i biancorossi che hanno vinto una sola partita fin qui. Il tecnico incassa la fiducia del club: "Sentiamo la classifica, niente panico".
di Michael Cuomo
La notizia: Alessandro Nesta è e resta l’allenatore del Monza. Decisione che non ha avuto bisogno di tempo per essere presa: quando nello spogliatoio il clima era di silenzio e delusione per l’ennesima sconfitta, 2-1 in casa del Lecce che vale l’ultimo posto in classifica con il Venezia, Adriano Galliani aveva già dato la sua parola. Avanti.
Lo stesso ad brianzolo ha poi affidato a due righe di comunicato il suo senso di gratitudine nei confronti di chi era al Via del Mare con sciarpa e bandiera: "Grazie ai nostri tifosi per l’affetto e il supporto con il quale ci seguono sempre e che anche oggi ci hanno dimostrato. Ripartiamo da questo e guardiamo avanti insieme! Sempre forza Monza". Il tecnico risponde a stretto giro di posta: "Mi fa piacere che mi tengano nonostante questa classifica. Vivo questo mestiere in funzione dei risultati, e se resto qui devo fare di tutto per cambiare la situazione". Calendario alla mano, una Juventus ferita dalla “pareggite“ non è l’avversaria migliore da affrontare. In casa Monza, però, si sa bene come risalire sfruttando il fascino dei bianconeri. Ma torniamo a Lecce, che era grande occasione per alzare la testa e cambiare volto a una classifica che, dice Nesta, "i giocatori iniziano a sentirla, ma non dobbiamo andare nel panico o spaventarci". Eppure pronti-via e in 3 minuti i padroni di casa sono già avanti: linea difensiva alta, lancio da dietro di Berisha che lascia Tete Morente a tu per tu con Turati, che qui nulla può. Ci metterà i suoi guantoni per tenere in vita i suoi il portierone monzese: intanto al minuto 12, quando Krstovic va sul dischetto per l’atterramento di Dorgu da parte di Bianco. Sarebbe stata pratica chiusa al quarto d’ora.
Invece partita riaperta al 37: Dorgu non vede Falcone in uscita e ridà ossigeno al Monza con l’autogol. Non servirà a nulla e la casella dei tiri in porta resterà a zero fino al triplice fischio. Dall’altra parte c’è chi la porta la sente eccome, nonostante il penalty fallito: altro buco dietro e Krstovic gira col destro sul palo lontano per farsi perdonare. Il 2-1 è tanta roba per Giampaolo, che all’intervallo non ha altre mosse da studiare se non il modo per tenere il risultato. Un brivido gli scorre lungo la schiena per un fallo di mano che Mariani vede in area: era fuori. Dall’altra parte stessa sorte per un presunto contatto di Forson su Rebic: niente rigore. Ma niente reazione: è timido anche il forcing finale, e così non basta neanche per sfruttare l’occasione. La fiducia della società, ancora, è l’arma con cui ripartire. Con la consapevolezza, e Nesta lo sa, che i bonus non saranno infiniti.
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