Napoli-Sampdoria 2-0, Osimhen e Simeone lanciano la festa del Maradona

I due bomber segnano e stendono i blucerchiati, che si congedano con onore dalla Serie A

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
4 giugno 2023
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 4 giugno 2023 - Sia Luciano Spalletti sia Dejan Stankovic sono all'ultima sulle rispettive panchine, eppure gli umori sono diametralmenti opposti: il primo saluta riconsegnando al Napoli uno scudetto che mancava da 33 anni, mentre il secondo lascia una squadra che si approssima a tornare in Serie B dopo una lunga assenza. Il testa-coda del Maradona, che precede la proclamazione e la successiva festa, viene deciso dall'uomo simbolo del tripudio azzurro: Osimhen guadagna e trasforma il rigore che, fino al raddoppio firmato da Simeone a partita ormai indirizzata, si rivela l'unico modo per forzare la resistenza dell'ottimo Turk, che insieme ai compagni onora fino in fondo un campionato sul quale cala il sipario. Entrambe le squadre conoscevano da tempo i rispettivi opposti destini: se per la Sampdoria è la fine di un'agonia, per il Napoli è il dolce epilogo a un torneo dominato dall'inizio alla fine e impreziosito stasera dall'ennesima gemma. Dopo la festa arriverà il momento delle riflessioni e delle scelte: la prima, la più importante, riguarderà la pesantissima eredità di Spalletti, con Aurelio De Laurentiis chiamato a scegliere un allenatore che non faccia rimpiangere 'mister scudetto'.

Le formazioni ufficiali

  Spalletti si affida a un 4-3-3 aperto da Meret, protetto da una linea difensiva composta da Di Lorenzo, Rrahmani, Ostigard e Mario Rui: in mediana ci sono Anguissa, Lobotka e Zielinski, mentre il tridente d'attacco è formato da Elmas, Osimhen e Kvaratskhelia. Stankovic risponde con un 3-4-1-2: tra i pali c'è Turk, con Gunter, Amione e Murru a comporre la retroguardia. I quinti sono Zanoli e Augello, mentre al centro del campo tocca a Paoletti e Rincon, con Léris a supporto della coppia Gabbiadini-Quagliarella.  

Primo tempo

  Il Napoli, come da copione, guadagna subito il predominio del campo e al 3' sfiora già il vantaggio con Zielinski, che riceve da Kvaratskhelia e tira: la sfera però sorvola la traversa. La Sampdoria soffre ma al 10' mette la testa fuori dal guscio con Gabbiadini, che premia la sovrapposizione di Zanoli: Meret in uscita sventa qualsiasi pericolo per i suoi. Gli azzurri provano a far male negli inattesi spazi lasciati dai blucerchiati e al 14' per poco non ci riesce Kvaratskhelia, la cui conclusione viene deviata in corner da Rincon. Proprio il georgiano poco dopo conquista una punizione da una zolla molto interessante: della battuta se ne incarica Mario Rui, che con un tiro a giro non va lontano dal bersaglio. Al 22' ci riprova Kvaratskhelia con una sventola dalla distanza dagli sviluppi di un corner: ancora una volta la sfera sfila sul fondo. Il Napoli continua a far incetta di tiri dalla bandierina: al 24' da un'azione del genere Osimhen stacca più in alto di tutti, ma ancora una volta la palla non centra il bersaglio. Sul ribaltamento di fronte la Sampdoria si rende pericolosissima con i due grandi ex di giornata: Gabbiadini, con un cross morbidissimo, apparecchia per l'incornata di Quagliarella, che da zero metri grazia incredibilmente un immobile Meret. Complice un Doria molto ben messo in campo, i ritmi calano progressivamente fino al 43', quando Osimhen si traveste da rifinitore e serve Elmas, il cui blitz viene frenato da un intervento provvidenziale di Gunter. Dopo un giro di lancette il nigeriano si apposta nel cuore dell'area di rigore per incornare, ma paradossalmente viene ostacolato dalla presenza di Ostigard: è un po' l'estrema sintesi del primo tempo degli azzurri, tanto volenterosi quanto imprecisi nell'area di rigore ospite.

Secondo tempo

  La Sampdoria rientra in campo senza Gunter, rilevato da Malagrida. Spalletti invece non cambia inizialmente nulla e in effetti anche lo spartito della sfida resta lo stesso: il Napoli è più propositivo, ma le occasioni vere dalle parti di Turk latitano. Gli azzurri cominciano a provarci con costanza dalla medio-lunga distanza, ma al 58' sono gli ospiti a sfiorare la rete del vantaggio proprio con il volto nuovo Malagrida, il cui diagonale viene intercettato da Meret con un grande riflesso. Nell'altra area la svolta arriva al 64', quando Osimhen, secondo il punto di vista dell'arbitro Feliciani, subisce fallo in area per mano di Murru: sul dischetto si presenta proprio il numero 9, che batte Turk nonostante quest'ultimo intuisca la traiettoria. Stappata la partita con l'ennesimo episodio positivo della propria stagione, il Napoli va a nozze con gli spazi lasciati dal Doria: al 66' Anguissa impegna Turk con una botta violenta proprio prima che Spalletti chiami le prime sostituzioni, togliendo Zielinski ed Elmas e inserendo Gaetano e Raspadori. Proprio Gaetano, nel giro di pochi secondi, sfiora due volte il raddoppio: in entrambe le occasioni Turk si supera. Al 74' torna protagonista Osimhen, la cui conclusione viene deviata in maniera provvidenziale in corner da Zanoli: poco dopo è il corpo di Gabbiadini a respingere la sventola di Raspadori. Intanto Spalletti sostituisce Mario Rui con Bereszynski, Osimhen con Simeone e Anguissa con Demme. Proprio Simeone all'85' raddoppia con una grande conclusione a giro sulla quale Turk non può nulla. Poco prima gli azzurri, a sostituzioni già terminate, avevano perso per strada Gaetano, uscito malconcio da uno scontro con Murru. Intanto Stankovic pesca ancora dalla panchina: fuori Quagliarella, Rincon, Gabbiadini e Paoletti e dentro Ivanovic, Segovia, Ntanda e Ilkhan prima che l'arbitro Feliciani faccia calare il sipario sulla stagione di entrambe le squadre. Prima però c'è tempo per un'ultima occasione di marca blucerchiata: è l'ultimo dei 2' di recupero e Léris, su suggerimento di Malagrida, di testa fa lavorare per l'ultima volta in stagione Meret. Il Napoli saluta al meglio il Maradona dopo una stagione trionfale in cui, in campionato, è di fatto mancato solo il record di punti: discorso diverso per i cammini a singhiozzo in Champions League e soprattuto in Coppa Italia. Per entrambi i discorsi ci sarà tempo nel prossimo futuro di porre rimediato: ora la festa azzurra è tutta per uno scudetto atteso a lungo e diventato finalmente realtà.  

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