Napoli-Roma, Conte: "Giallorossi un'incognita. Marotta? Mai un amico"
Il tecnico salentino commenta l'arrivo di Ranieri ("Sono felice per lui, ma spero faccia bene dalla prossima") e lancia stoccate al presidente dell'Inter: "Era il mio direttore, ora solo un rivale"
Napoli, 22 novembre 2024 - La Roma nel mirino, nel match in programma domenica 24 novembre alle 18 al Maradona, ma anche tante scorie lasciate dalla precedente sfida in casa dell'Inter: l'ormai consueta conferenza stampa dell'antivigilia targata Antonio Conte è stata rovente, pur senza mai provare a perdere il focus dal calcio giocato, quello che finora ha forgiato una classifica con tante squadre in una manciata di punti.
Tra Roma e Var
A guidare il gruppone è il Napoli, che aveva toccato anche un vantaggio di +4 prima di perdere qualcosa per strada: qualcosa, sì, ma non la leadership. "Ci sono tante squadre in pochissimi punti e questo dimostra che stiamo facendo bene noi ma anche le altre, senza alcuna big staccata. Anzi, magari c'è un po' di stupore a vedere qualcuno lì davanti dopo 12 giornate e infatti ne sono così tante che si farebbe fatica a elencarle". In realtà, pensando alle aspettative estive, una 'ritardataria' c'è ed è la Roma, che dopo il ribaltone tra Daniele De Rossi e Ivan Juric ha visto quest'ultimo esonerato appannaggio di Claudio Ranieri, ormai il 'normalizzatore' dalle parti di Trigoria che esordirà in una sfida tutt'altro che agevole. "Mi fa piacere rivedere un grande amico e collega come Claudio. Pensavo tornasse per una Nazionale, ma aveva detto che le porte per Roma o Cagliari sarebbero state sempre aperte e così è stato. Sono contento per lui, visto che vive nella Capitale, ma mi auguro che la sua squadra cominci a funzionare dopo di noi. Non sarà facile, perché l'anno scorso ci hanno dato molti punti di distacco in classifica e hanno fatto un mercato molto importante". Prima della Roma c'è stata l'Inter: il campo ha detto 1-1, ma a parlare davvero sono state le polemiche infuocate dei giorni dopo legate al rigore concesso (e poi sbagliato) ai nerazzurri. "Penso sul Var di aver sollevato una discussione costruttiva per provare a riflettere sui mezzi che abbiamo a disposizione. Si parla di contatti, ma il calcio è uno sport di contatto. Lo strumento tecnologico deve aiutare - continua Conte - e per farlo deve valutare l'entità degli eventuali contatti: tutto per il bene dello sport e delle squadre". A San Siro, seppur per uno spezzone, si era rivisto Stanislav Lobotka, la cui assenza, nonostante la buona supplenza di Billy Gilmour, ha comunque pesato al Napoli. "Nelle ultime 5, quelle senza lui, ne abbiamo vinte 3, pareggiata 1 contro l'Inter e persa 1 contro l'Atalanta: non è andata male, senza nulla togliere a un giocatore importante. Ma è corretto ribadire questo concetto, altrimenti sembra che chi l'ha sostituito ha fatto male e non è così: al punto che ora devo valutare chi schierare". Insomma, altro che supplente ad interim: almeno a sentire Conte, Gilmour potrebbe ritagliarsi qualcosa di più di semplici scampoli anche ora che Lobotka è tornato abile e arruolabile.
"Marotta? Amici mai"
A proposito di ritorni: la sosta per le Nazionali ha restituito al tecnico salentino degli acciaccati, Romelu Lukaku e Scott McTominay, che tuttavia non sembrano in dubbio per la Roma. Oltre al solito Mathias Olivera tornato tardi dal Sudamerica. "Si sono allenati e stanno bene. Non ci sono problemi nemmeno per Olivera, intorno al quale però andranno fatte delle riflessioni. L'unico punto è la fatica, ma abbiamo ancora qualche ora per decidere che fare". Alle incognite di casa Napoli si sommano quelle di una Roma che si presenterà a Fuorigrotta con una veste inedita e presumibilmente diversa dalla squadra fragile delle ultime settimane. "Quando si cambia allenare l'input iniziale è importante. E loro sono al terzo cambio. Se fosse rimasto Juric avremmo avuto dei riferimenti in più dal punto di vista del gioco, mentre ora è tutto un punto interrogativo. Non sappiamo cosa affronteremo - ammette Conte - e quindi è meglio pensare a noi. C'è voglia ed entusiasmo di continuare questo percorso, pur sapendo che per farlo dovremo avere la meglio di una squadra forte e ricca di incognite". Chissà che a riservare qualche sorpresa non sia lo stesso tecnico azzurro, che potrebbe dare una chance a chi come Cyril Ngonge scalpita dalle retrovie delle gerarchie. "I calciatori sanno che l'ultima cosa che faccio prima di sceglierli è guardarli in faccia. Sta a loro dimostrarmi, innanzitutto durante la settimana e poi in partita, dall'inizio o in spezzoni, di potermi mettere in difficoltà. Ngonge, come altri, è cresciuto molto a partire dall'estate e ben venga, perché abbiamo bisogno di competizione interna a partire dagli allenamenti, così si alzano il livello dell'attenzione e dell'intensità". Si torna all'Inter per commentare le parole del presidente Beppe Marotta ("Conte parla per un obiettivo")."Per me è stato un direttore e mi fa piacere che abbia capito che sono intelligente e che faccio una buona comunicazione. Abbiamo obiettivi, certo, ma non comuni. E comunque non saremo amici, ma avversari e rivali". Insomma, non c'è feeling tra i due, mentre ce n'è in seno a una difesa azzurra già ai piedi di Alesssandro Buongiorno, oltre alla certezza Amir Rrahmani. "Considerando l'età, ha ampi margini di crescita e sta migliorando su molti aspetti e l'assistenza di un 'robot' accanto come Rrahmani lo sta aiutando. Ma, all'occorrenza, abbiamo anche un veterano come Juan Jesus e Rafa Marin, che sta lavorando e crescendo molto". Poi c'è chi come Lukaku sta attraversando una piccola fase di flessione nel contesto di un reparto offensivo che potrebbe avere altre frecce da scoccare: come David Neres, che magari potrebbe essere la chiave di volta della rinascita del belga. "E' un giocatore esplosivo che può crearti un'occasione dal nulla, ma bisogna valutare anche le contingenze del momento, come ho fatto a San Siro. Fatto sta che si sta allenando e sta crescendo, e quindi ci tornerà utile". Una chiusura su Alex Meret e sulla sua presunta sbavatura in occasione del gol di Hakan Calhanoglu. "E' il nostro titolare e non possiamo andare a cercare il pelo nell'uovo".
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