Napoli, idea Olivera centrale di difesa

Dal match tra Uruguay e Brasile arriva un suggerimento a Conte, che potrebbe così sfruttare le doti offensive di Di Lorenzo e utilizzare di più uno Spinazzola oggi un po' ai margini

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
21 novembre 2024
Mathias Olivera (Ansa)

Mathias Olivera (Ansa)

Napoli, 21 novembre 2024 - Le tanto vituperate Nazionali non sempre portano grane ai club, nonostante il trend degli infortuni rimediati dai giocatori proprio nella sosta non accenni a diminuire: lo stesso Napoli, prima con il fastidio accusato da Romelu Lukaku al ginocchio e poi con la distorsione alla caviglia di Scott McTominay, ha tremato prima di tirare un sospiro di sollievo. L'altra faccia della medaglia parla di giocatori ai margini che mettono minuti nelle gambe, acquisendo esperienza ed autostima, ma anche di esperimenti che magari gli allenatori delle società non hanno il coraggio, la voglia o addirittura l'intuizione di fare. Tornando alle grane, una delle più ricorrenti riguarda i lunghi viaggi di ritorno dei giocatori impegnati in Sudamerica. In casa Napoli, il discorso riguarda Mathias Olivera ma è un tasto che si allaccia a doppia mandata con gli aspetti positivi. Contro il Brasile, quindi non proprio un avversario banale, l'ex Getafe è stato spostato dalla consueta corsia bassa mancina al centro di una difesa a quattro. Il risultato? Una prestazione maiuscola e solida, tra l'altro in linea con la crescita palesata già in azzurro dal classe '97 in fase di copertura, un tempo il punto debole. Da qui l'idea di Antonio Conte di pensare a una mossa a sorpresa che potrebbe causare un effetto domino nell'intera retroguardia del Napoli, tra giocatori da valorizzare in altre zone del campo e altri magari da utilizzare più spesso senza relegarli costantemente in panchina.  

Olivera braccetto e Di Lorenzo quinto?

  Il primo ambito attiene a Giovanni Di Lorenzo, forse l'ingrediente più gustoso del piatto 'cucinato' dal tecnico salentino in questa prima parte di stagione. Con il ritorno della difesa a quattro, il capitano sta agendo di nuovo da terzino destro, il suo ruolo originario, con appunto Olivera dall'altro lato: un binomio che sta contribuendo a fare di quella azzurra una delle migliori difese del campionato. Qualcosa però nelle ultime partite, complice il livello altissimo delle rivali affrontate, ha vacillato e così, come tra l'altro da anticipazioni estive, Conte potrebbe ripensare alla difesa a tre quando magari la situazione lo richiederà o semplicemente (si fa per dire) per non giocare con un uomo in meno a centrocampo contro squadre particolarmente fisiche: praticamente, uno dei tasti che ha generato la sanguinosa sconfitta interna contro l'Atalanta e che ha visto l'Inter, nel confronto prima della sosta, prevalere nettamente pur senza arrivare alla vittoria forse più una questione di episodi che di demeriti. Insomma, il Napoli è ancora primo e intende continuare a esserlo anche dopo il prossimo trittico che metterà sul piatto, in sequenza, Roma, Torino e Lazio, con quest'ultima avversaria anche in Coppa Italia: squadre tecniche e anche fisiche contro le quali potrebbe servire una contromossa per alzare il muro. Qui entra in gioco il 'suggerimento' arrivato dall'Uruguay: Olivera braccetto di sinistra in una difesa a tre e Di Lorenzo quinto per sfruttarne meglio la propulsione in fase offensiva, specialmente in quest'anno che sembra tornato di grazia tra gol e assist a referto. Finora, invece, nelle partite disputate dal Napoli con una difesa a tre i ruoli erano invertiti: Di Lorenzo braccetto di destra, casella occupata tra l'altro con ottimo profitto anche in Nazionale, e Olivera quinto di sinistra. La lampadina dell'idea si è accesa nella testa di Conte: resta solo da valutare se metterla in pratica subito o se conservarla in un cassetto all'occorrenza, quando magari qualche titolare della retroguardia potrebbe aver bisogno o urgenza di fermarsi. In effetti, guardando la panchina azzurra, un eventuale 'problema centrali' esiste, perché Juan Jesus è di fatto ormai un separato in casa anche per questioni ambientali e Rafa Marin è un oggetto misterioso che a gennaio potrebbe addirittura già tornare al Real Madrid. Poi c'è Leonardo Spinazzola, che invece spera in un minutaggio maggiore a sinistra che la nuova soluzione al vaglio potrebbe procurargli.

Kvara più vicino a Lukaku?

  In realtà, l'eventuale ritorno al 3-5-1-1 stuzzica i pensieri di Conte anche con riguardo all'attacco e in particolare al suo totem centrale: dopo un ottimo inizio, non proprio una novità, Romelu Lukaku è in difficoltà e in totale balia delle difese avversarie, che sembrano avergli preso le misure stritolandolo in morse dalle quali è quasi impossibile uscire. Molto ce lo mette del suo il belga, che quando non è in giornata da prezioso pivot diventa un albero dalle radici ben salde, ma forse neanche il modulo lo aiuta. Il classe '93 non è Victor Osimhen, al quale il 4-3-3 calzava a pennello: Lukaku, invece, per rendere al meglio ha bisogno di un altro elemento vicino, con il quale magari dialogare per aprire spazi. La mansione, tra l'altro con ottimo profitto soprattutto all'inizio, la può svolgere McTominay, il 'tuttocampista', di cui il Napoli aveva bisogno dopo l'addio di Piotr Zielinski, ma lo stesso Khvicha Kvaratskhelia, anche in questo caso provando a emulare ciò che accade con la maglia della sua Nazionale, potrebbe essere accentrato e avvicinato alla punta. Punta che potrebbe essere anche Giovanni Simeone, intercettato dai canali ufficiali della Lega Serie A per parlare innanzitutto dello scudetto e del complicato post tricolore. "E' stato difficile vincere ma, allo stesso tempo, non avevamo pressione. Poi ci sono stati diversi cambiamenti e ogni anno, in fondo, è una sfida nella quale si riparte da zero: abbiamo iniziato male e, a quel punto, è facile proseguire un trend del genere". Poi è arrivato Conte. "E' un allenatore intenso, che spinge ogni giocatore a dare il massimo. Anch'io chiedo molto da me stesso, pur senza pormi obiettivi fissi se non quello di uscire dal campo sempre convinto e contento di aver dato tutto". Parole importanti, che sembrano allontanare l'ipotesi di una cessione a gennaio che riguarda anche Giacomo Raspadori, con quest'ultimo come maggior indiziato: la scelta finale, manco a dirlo, appartiene a Conte, che potrebbe privilegiare l'esperienza e l'ardore del Cholito all'enigma anche tattico dell'ex Sassuolo.

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