Napoli, Buongiorno da urlo. I retroscena di mercato, la clausola e i rimpianti dell'Inter

Il classe '99, costato 40 milioni, in estate era finito nel mirino anche dei nerazzurri, che potrebbero tornare alla carica. Ma fino al 2027, l'ex Torino è intoccabile

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
12 novembre 2024
Alessandro Buongiorno (Ansa)

Alessandro Buongiorno (Ansa)

Napoli, 12 novembre 2024 - Se il 'buongiorno' si vede dal mattino, il Napoli e la Nazionale sono in ottime mani. Come di consuetudine, specialmente in determinate piazze, in estate i colpi che rubano l'occhio e stimolano la fantasia dei tifosi sono quelli che riguardano il reparto avanzato ma, soprattutto nel lungo periodo, a fare la differenza sono la retroguardia e i suoi protagonisti. Sempre per restare alla scorsa stagione calda, qualcuno reputò eccessivi i 40 milioni (35 di parte fissa più 5 di bonus) versati dal club partenopeo nelle casse del Torino per accaparrarsi Alessandro Buongiorno, che avrebbe poi firmato un quinquennale da 2,5 milioni di ingaggio di parte fissa. A distanza di qualche mese, come spesso succede, tutto si è ribaltato: mentre cominciano a serpeggiare i primi mugugni intorno a Romelu Lukaku, a sua volta pagato ben 30 milioni, l'ex difensore granata è già diventato l'idolo della piazza a suon di prestazioni sempre in crescendo di pari passo con l'impennata del livello di difficoltà delle avversarie affrontate dal suo Napoli.  

I retroscena di mercato

  Certo, neanche Buongiorno si è salvato dal naufragio interno contro l'Atalanta, confermando comunque l'importanza nell'economia delle proprie prestazioni dello stato di salute dell'intero reparto azzurro. D'altronde, se un anno fa di questi tempi il suo predecessore Natan, che intanto oggi si sta disimpegnando con buoni risultati in prestito al Betis, era colato a picco insieme a elementi tuttora presenti in rosa come Amir Rrahmani, Mathias Olivera e soprattutto capitan Giovanni Di Lorenzo, significa che soprattutto per la difesa il collettivo e i suoi ingranaggi pesano più del singolo. Quindi, paradossalmente, la prima fortuna di Buongiorno è stata approdare nel capoluogo campano quest'estate e non nella precedente, quella in cui invece la piazza invocava un colpo scudetto prima di ritrovarsi in rosa un emerito carneade. Fortuna, sì, ma solo fino a un certo punto, perché il classe '99 era inserito nell'elenco dei giocatori che Antonio Conte voleva a ogni costo (nel vero senso della parola) e quasi come condizione della sua firma al cospetto di Aurelio De Laurentiis, che dal canto suo si è ritrovato per la prima volta nella sua ventennale gestione a dover fare del proprio (nuovo) allenatore quasi un manager vero e proprio. Finora i dividendi raccolti dal Napoli in campo sono eccellenti e lo sono specialmente per quanto riguarda l'affare Buongiorno, non a caso tentato nel corso dell'estate anche da Juventus prima e Inter poi: nel primo caso, il passato granata ha fatto il suo, mentre nel secondo le difficoltà di piazzare un'uscita (da ricondurre magari a Stefan De Vrij) hanno fatto il resto nel contesto di un quadro economico già complicato per poter affrontare un esborso simile. Per la gioia del Napoli, che invece quest'estate non ha badato a spese, ritrovandosi in rosa un colpo per l'oggi e per il domani che fa da contraltare all'oggetto (per ora) misterioso chiamato Rafa Marin. Curiosamente, l'acquisto dello spagnolo, di scuola Real Madrid (dove potrebbe tornare già a gennaio alla luce della grande emergenza infortuni), aveva attirato l'attenzione generale, relegando il 'povero' Buongiorno, italiano di provenienza Torino, al ruolo di semplice e costosa scommessa nonostante anche un'età più matura. Brutture del mercato che poi il campo, il giudice supremo, riesce a correggere strada facendo.

I numeri contro l'Inter e la clausola rescissoria

  Chissà a che livello sono saliti i rimpianti dell'Inter per non aver affondato il colpo su Buongiorno, che proprio al Meazza ha disputato la sua miglior partita in azzurro finora. Nessun fallo commesso, duelli aerei vinti così come i tackle e tanti recuperi vitali per sbrogliare matasse potenzialmente pericolose: in estrema sintesi la prova del numero 4 a San Siro si può riassumere così e con le facce lunghe di Marcus Thuram e soprattutto Lautaro Martinez, uno che invece domenica sera non ne ha imbroccata una. Certo, dall'altro lato la retroguardia di casa ha fatto un lavoro altrettanto eccellente sugli avanti ospiti e, al netto delle chance sciupate, il pareggio e il modo in cui è maturato hanno raccontato proprio questo: prima un gol sporco da calcio d'angolo, quello di Scott McTominay, e poi una prodezza balistica di un singolo, la gemma di Hakan Calhanoglu che ha scritto il definitivo 1-1 nonostante il successivo rigore sbagliato proprio dal turco, il primo in Serie A. Dove non arrivano Buongiorno e i suoi compagni di reparti si palesa la fortuna: legni e contro legni che fin dall'alba della stagione stanno aiutando il lavoro di Alex Meret, un altro che, dal canto suo, non fa mai mancare il suo apporto. Qui tornano in auge le sliding doors che coinvolgono anche Natan: Buongiorno sta facendo le fortune del Napoli di oggi, quello nelle solide mani di Conte, tanto quanto il povero brasiliano si era trovato, suo malgrado, in un Napoli senza padroni né in campo né in panchina. Insomma, il matrimonio è perfetto per gli sposi e per il timing con cui si sono conosciuti: un connubio che potrebbe vacillare solo a partire dal 2027, quando potrà essere attivata la clausola rescissoria da 70 milioni. Ben prima, verosimilmente, molte big (tra le quali proprio l'Inter) busseranno alla porta di De Laurentiis per provare ad accaparrarsi il classe '99, curiosamente cercato dal Napoli già lo scorso inverno: all'epoca il patron offrì al Torino ben 25 milioni più il cartellino di Leo Ostigard, un altro che forse ha avuto la sfortuna, scudetto comunque nel palmares a parte, di trovarsi in balia della bufera peggiore. In quei giorni Urbano Cairo rispose picche prima di farsi pregare anche in estate a causa delle ritrosie a cedere il proprio capitano, nonché emblema del cosiddetto 'cuore Toro', un concetto tanto forte in altri ambiti quanto forse fragile in sede di mercato. Per la gioia di De Laurentiis, di Conte e del Napoli, protetti da uno dei giocatori cresciuti maggiormente negli ultimi mesi. E per la gioia anche di Luciano Spalletti e della sua Italia, nella quale è già partita la sfida a distanza che coinvolge Riccardo Calafiori.

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