Nuovo esame di rinascita. L’Italia cambia con Israele. Altra chance per Kean. Spalletti: "Spirito ritrovato»

A Budapest gli azzurri cercano conferme dopo Parigi. Spazio a Fagioli

di PAOLO GRILLI -
9 settembre 2024
L’Italia cambia con Israele. Altra chance per Kean. Spalletti: "Spirito ritrovato"

Luciano Spalletti, 65 anni, ha resettato i diktat tattici della Nazionale: ma anche dal punto di vista mentale ha invitato a un nuovo atteggiamento

Se è difficile confermarsi per un campione ad alto livello, figurarsi per chi la vittoria l’ha appena ritrovata, pur in un cofanetto d’oro. L’Italia deve fare tesoro delle conquiste del Parco dei Principi, dove ha schiantato la Francia, e non deve ricadere stasera in errori vecchi ed abituali.

Stasera la sfida a Israele in campo neutro a Budapest ha proprio questo obiettivo: consolidare il livello e la fiducia, in attesa di appuntamenti importanti dela Nations League, chenon tarderanno ad arrivare.

Spalletti però cambierà almeno quattro giocatori. Calafiori è out dopo il colpo al polpaccio, in più c’è da testare nuovamente la qualità in azzurro di altri interpreti che dovranno rendersi certezze nell’era apertasi dopo il flop all’Europeo. Buongiorno, Fagioli, Udogie, Raspadori e Kean si candidano stasera a un ruolo da titolari, sempre sul copione tattico del 3-5-2 che ha garantito solidità nell’ultima uscita, e la giusta densità in mediana. Poi, ci sarà modo a gara in corso di rivedere anche Frattesi, di fatto l’azzurro più incline al gol in questo momento.

"Una nazione come l’Italia avrà sempre venti giocatori per fare una squadra forte. La nostra terra creerà sempre i presupposti per avere una nazionale forti, magari bisognerà essere bravi a capire il momento – dice il ct – . In questo momento non abbiamo il purosangue, in termini di talento, non ci sono i Baggio, Del Piero, Totti. Però ne abbiamo tanti che sanno fare molte cose, sanno adattarsi e fare un calcio di sentimento e sacrificio. Con la Francia il gruppo ha avuto un atteggiamento da fratelli, non da squadra ma di più".

Parole di intesa ritrovata dopo il grande freddo in spogliatoio, quello seguito alla debacle di Berlino. A cui, si spera, seguirà una conferma di atteggiamento. C’è chi ha sostiene che la vittoria in Francia sia stata molto allegriana, costruita sulla semplicità del gioco e sull’assenza di fronzoli. Se così fosse ancora, e con esiti simili, ben vengano prestazioni del genere, costruite con lucidità ed efficacia.

Si gioca in Ungheria, e c’è tanto oltre al calcio in questa scelta. E’ il paese che venerdì scorso ha già ospitato, a Debrecen, il team del ct Ran Ben Shimon in virtù dell’amicizia che lega il presidente ungherese Viktor Orban al leader israeliano Bibi Netanyahu, e anche del fatto che da quelle parti c’è, con più di 80mila persone, la comunità ebraica più consistente dell’Europa centrorientale, al di fuori della Russia. La maggior parte di loro vive a Budapest, e in tanti, visto che si dovrebbe giocare a porte aperte, vorranno andare sugli spalti di uno stadio che può contenere fino a 8.200 spettatori.

Invece a Debrecen le porte sono rimaste chiuse, e si è giocato ‘in casà del Belgio perché la capitale Bruxelles e le altre città di quel paese non se la sono sentita, per motivi di sicurezza, di far giocare Israele sul loro territorio. L’Italia, invece, lo farà il prossimo 14 ottobre a Udine, dove però il Comune ha tenuto a sottolineare di aver negato il patrocinio alla partita.

Alle 20.45, a Lione, l’altra sfida del girone: Francia-Belgio. I Diavoli Rossi sono a pari punti con gli azzurri, e Deschamps, con la sua corazzata, si ritova nell’inedito ruolo di inseguitore, a zero punti.

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