Palla avvelenata. Rissa in campo fra ragazzi. I genitori aggrediscono dirigenti e calciatori ospiti

Follia al termine della sfida Città di Cinisello-Ausonia Academy (torneo under 16). In ospedale il dirigente e il preparatore atletico colpiti dai cazzotti. Tre denunce .

di GIULIO MOLA -
30 settembre 2024
Rissa in campo fra ragazzi. I genitori aggrediscono dirigenti e calciatori ospiti

Follia al termine della sfida Città di Cinisello-Ausonia Academy (torneo under 16). In ospedale il dirigente e il preparatore atletico colpiti dai cazzotti. Tre denunce .

CINISELLO BALSAMO (Milano)

Un dirigente e il preparatore atletico presi a pugni e finiti in ospedale, un ragazzino di 15 anni colpito con una testata da un tesserato della squadra avversaria, un paio di genitori che fanno irruzione prima nell’area tecnica e poi negli spogliatoi aggredendo i giovanissimi atleti ospiti e i loro accompagnatori. E ben tre denunce penali (una depositata già ieri mattina, oggi arriveranno le altre due, compresa quella del papà del giovanissimo calciatore ). E’ il resoconto di un pomeriggio di ordinaria follia nell’hinterland milanese su uno dei tanti campi di periferia che nei weekend ospitano i tornei giovanili del Settore Giovanile Scolastico Figc.

C’è ben poco di sport e fair play da raccontare del sabato vissuto nel centro sportivo Crippa di via dei Lavoratori a Cinisello. Di fronte i padroni di casa del Città di Cinisello e l’Ausonia Academy per la seconda giornata del campionato provinciale Allievi Under 16. Partita vivace, i protagonisti si stuzzicano come spesso avviene anche a questi livelli, l’atmosfera si surriscalda nel finale dopo il 2-2 degli ospiti, rete segnata a tre minuti dal termine. Tensione alle stelle: se prima era volata in campo qualche parola di troppo fra i giocatori, al triplice fischio del direttore di gara succede di tutto: si fa male un calciatore dell’Ausonia Academy e mentre l’allenatore Lobrace va a soccorrerlo, sul rettangolo verde s’accende una rissa, a fatica sedata da tecnici e arbitro. Ne fanno le spese il capitano dei locali e un calciatore degli ospiti, entrambi espulsi.

Ma quel parapiglia è solo la miccia che innesca una violenza inaudita e ingiustificabile. Mentre le due squadre cercano di tornare negli spogliatoi, infatti, nell’area tecnica entrano due genitori, persone non autorizzate e non in distinta. "Hanno cominciato ad aggredire i nostri ragazzi - racconta Lobrace, il mister dell’Ausonia -. E poi hanno colpito un nostro dirigente e il giovane preparatore atletico sotto gli occhi dei calciatori".

Scene terribili. Volano pugni, prima crolla in terra il preparatore Francesco Popescu, poi un cazzotto colpisce il dirigente Matteo Mattei, papà di un calciatore dell’Ausonia Academy. I due vengono soccorsi e trasportati in ospedale, il primo al Fatebenefratelli e il secondo al San Raffaele dove resteranno in osservazione fino a tarda serata. "Mi hanno fatto subito la tac per il pugno ricevuto in testa - racconta Popescu ancora scosso, costretto a indossare un “collare“ dopo il trauma cranico e la prognosi di 7 giorni -. Quel che è accaduto è assurdo: io stavo cercando di dividere i calciatori ancora agitati e alle spalle sono stato preso per il collo da un dirigente avversario. Poi ho ricevuto un pugno in testa, non so bene da chi. Quando mi sono rialzato per rientrare nello spogliatoio un nostro calciatore mi ha riferito di aver ricevuto anche lui una testata da un tesserato della squadra di casa. E poco dopo il nostro dirigente è stato colpito con un cazzotto all’occhio, l’ho visto sanguinante al sopracciglio (prognosi di due giorni). Abbiamo chiesto di individuare queste persone attraverso le telecamere che erano poste lì ma nessuno sapeva dirci chi fossero gli altri estranei entrati per tirare cazzotti".

Ricostruzione confermata dal dirigente Mattei ("Non so se avessero aperto i cancelli apposta") e dall’allenatore Lobrace rimasto fino alle 19 (ben due ore dopo il termine del match) negli spogliatoi col presidente della società di casa. "I ragazzi erano spaventatissimi e non volevano andar via. La cosa più grave è l’omerta che ci siamo trovati di fronte: nessuno sapeva nulla, il presidente continuava a ripetere che le telecamere non funzionavano e che non si potevano identificare gli aggressori. Ma credo che l’arbitro abbia visto e messo a referto anche se mi ha spiegato che certe cose erano “extracampo” e non poteva farci nulla".

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