Il presidente Javier Faroni. "Qui per lasciare un’impronta. E insieme torneremo in alto»

"La stabilità economica è fondamentale. Colpito dalla passione dei tifosi. Voglio un club aperto. A gennaio ci rinforzeremo e ringrazio Santopadre".

di FRANCESCA MENCACCI -
12 settembre 2024
"Qui per lasciare un’impronta. E insieme torneremo in alto"

Il presidente del Perugia, Javier Faroni

Dalla prima volta che ha visto il Grifo in incognito, a Latina, quando poi alla moglie ha sussurrato "non male, pensavo peggio"; alla gara di Carpi, la prima da presidente che gli ha smosso qualcosa " senza offendere gli altri, ma il Perugia merita altri palcoscenici, dobbiamo uscire da questa situazione il prima possibile", all’equilibrio economico "per investire serve un club stabile", al viaggiare spediti verso nuovi traguardi ambiziosi ma sempre "un passo alla volta". E poi l’incontro cordiale e collaborativo con la sindaca Ferdinandi "l’appoggio del suo governo e di tutta la comunità è fondamentale", l’invito ai tifosi a tornare sugli spalti "perché vedere tre-quattromila persone allo stadio mi fa tristezza". Infine il ringraziamento all’ex presidente Santopadre "che ha reso accordo e trattativa semplici. È un personaggio importante per la storia di Perugia, non avrà un ruolo in società ma di sicuro mi aiuterà nei rapporti col mondo del calcio e con i club".

Tutto questo e molto di più è Javier Faroni, il nuovo presidente del Perugia calcio. L’imprenditore argentino si presenta alla città con il piglio del leader che raggiunge però i successi insieme a una squadra di uomini scelti. "Ho pochi talenti, ma uno ne ho: saper scegliere ottime persone con cui lavorare".

Sul piano tecnico ha scelto di continuare con chi ha trovato: fiducia a Giugliarelli e un abbraccio a Formisano al termine della conferenza stampa che racconta tanto. "Dopo 15 minuti di partita a Latina – spiega – avevo già visto un tecnico che dava istruzioni precise e imponeva una sua idea di gioco, lavorando in maniera seria. Da lì ho avuto sensazione che c’era terreno fertile su cui seminare".

Il cuore e le emozioni, racconta, sono state le molle che lo hanno portato dall’Argentina al Perugia. "Questo è un Paese che amo, ho avuto altre possiblità di acquistare squadre di calcio nel mondo, ma quando sono venuto qui da turista con mia moglie, ho capito che questo era il posto giusto per lasciare un’impronta importante. Sono rimasto sorpreso dalla passione e dall’amore dei tifosi verso il Perugia, da come vivono il calcio e lo dico io che vengo da un paese come l’Argentina. Voglio dire a tutti che io sono uno dei vostri, un nuovo tifoso che lavorerà duramente affinché il Perugia sia conosciuto in tutto il mondo e arrivi ai gradini più alti del calcio italiano".

I conti del club. E i costi per acquistare il club. "C’è una clausola di riservatezza sulle cifre e non la violerò. La situazione finanziaria della società non era semplice: il primo obiettivo è riequilibrare il club, dare stabilità. Poi intervenire nelle infrastrutture per far rendere al meglio la prima squadra e il settore giovanile. Ci occuperemo dell’aspetto sportivo a medio lungo termine e dalla prossima sessione di mercato lavoreremo per rinforzare la squadra. Anche io vorrei essere già in serie A, ma intanto pensiamo ad andare in B".

Il progetto dei giovani argentini. "Ho parlato con Alessandro e Jacopo per poter esplorare anche il mercato sudamericano. Dobbiamo lavorare sul settore giovanile, la foresteria è una cosa fondamentale per tenere sotto controllo i giovani che arriveranno, indipendentemente da dove arriveranno".

E per la città. "Faremo iniziative per rafforzare il legame con tutti i perugini. Voglio creare un club aperto ma abbiamo bisogno che tutta Perugia scenda in campo".

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