Aquilani, un mister senza frasi fatte. "Va bene anche andare più piano e ora riprendiamoci i nostri tifosi»
Espulsioni, cali nel finale e paure, il tecnico presenta il derby con lo Spezia andando oltre i luoghi comuni "A volte dare di più, significa rallentare. I fischi non ci devono spaventare, piuttosto diventino uno stimolo".
Mai sentito dire qualcosa del genere ad un allenatore e, ben inteso, la frase di Aquilani non è solo intelligente, ma fotografa esattamente la situazione e le criticità del Pisa: "Dobbiamo dare di più, è ovvio. Ma, talvolta, dare di più significa perfino andare più piano, rallentare". Ovvero evitare cartellini gialli stupidi, gestire le forze per non crollare nel finale, affrontare quell’insieme di difficoltà di cui la frenesia è nemica. Aquilani specifica: "Per giocare bene a calcio bisogna mettere intensità e sbagliare meno. Oggi non possiamo più sostenere che il problema del Pisa sia di natura fisica: non è vero, non è così. Quindi, se qualche giocatore è stanco, lo è solo per una questione mentale. Bisogna andare oltre i propri limiti".
Testa che servirà per affrontare al meglio il derby di oggi con lo Spezia. "Questa piazza così calda è meravigliosa. E’ però evidente che questa ’storia’ che non riusciamo a vincere all’Arena da sei mesi, probabilmente, non è ‘presa bene’ da qualche elemento. Provoca ansia, frenesia perfino paura. Pisa è una piazza esigente che vive di pallone e va benissimo così: molto meglio così che realtà apatiche. Dobbiamo quindi porci l’obiettivo di ’invertire’ i mormorii. Bene, questa deve essere la nostra missione: far cambiare idea a chi critica". "E poi – aggiunge Aquilani – ci deve accompagnare la certezza che quelle critiche sapranno trasformarsi in qualcosa di molto, molto positivo se sapremo conquistarcelo".
Idee chiare, per Aquilani meno (forse) per la propria squadra: "Il fraseggio va bene, ma non ad ogni costo. Non sempre. La prima cosa da migliorare è capire quando dobbiamo gestire il pallone e quando dobbiamo fare altro. Ma è tutto normale. Abbiamo cambiato completamente mentalità e metodologia di lavoro, non tutto viene naturale. Pensiamo ancora troppo quando abbiamo il pallone fra i piedi. Guardate, invece, il Catanzaro: gioca bene, no? Ma i calabresi, con giocatori quasi tutti saliti dalla Serie C, lavorano insieme da due anni. E comunque se giochi sempre 10 contro 11, allora tutto diventa molto complicato anche essere pericolosi in area di rigore. E noi abbiamo giocato più di metà dei minuti del campionato in inferiorità numerica. Non è possibile".
Sullo Spezia: "Conosciamo l’importanza di questo match per i tifosi. I liguri sono forti e puntano alla Serie A. Hanno un allenatore bravissimo e quindi noi dobbiamo essere molto bravi e molto lucidi sapendo che se daremo il 99% non basterà. Ci servirà una prestazione tosta". "Smaltire la delusione della sconfitta col Cosenza non è stato facile – prosegue il tecnico –: bassa fiducia, una classifica carente e mancanza di continuità ai risultati. Vincere con i calabresi ci avrebbe permesso di affrontare questi giorni in modo completamente diverso, era una partita spartiacque. Ma è inutile pensarci adesso: abbiamo preparato benissimo il match con lo Spezia, la squadra ha lavorato nel migliore dei modi e siamo pronti". Sperando di ritrovare un Torregrossa decisivo: "E’ un giocatore forte che, di fatto, non abbiamo mai avuto fino ad oggi. Ora si sta allenando bene e sente la responsabilità addosso. è uno di quei calciatori che ci deve dare quella leadership e quella personalità che ci occorre in questo momento".
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