La strategia. La squadra arretra e blinda la porta. E gli attaccanti ringraziano
L’arrivo di un vero centravanti dal Modena ha liberato gli altri compagni che possono meglio affondare in verticale.
Da quattro a tre: un passo indietro numerico che potrebbe consentire al Pisa di compiere parecchi progressi sul rettangolo verde. Nel secondo tempo della partita con la Reggiana i nerazzurri hanno proposto uno schieramento imperniato su una linea difensiva composta da tre difensori e una coppia di attaccanti supportata da un elemento posizionato alle loro spalle. Grazie a questa soluzione lo Sporting Club è riuscito ad arrivare con maggior frequenza al tiro, mantenendo con più efficacia il controllo del pallone e costringendo gli avversari a impiegare il doppio della fatica per avvicinarsi alla porta difesa da Nicolas. Una serie di miglioramenti ottenuti con la diminuzione dei componenti del pacchetto difensivo ma, al contempo, l’incremento del "peso specifico" degli interpreti di questo ruolo. Nella seconda frazione della sfida con la Reggiana infatti Aquilani ha proposto tre centrali rispetto ai due posizionati in campo nel primo tempo (Canestrelli e Caracciolo): con l’aggiunta di Calabresi, il resto della squadra ha potuto pensare principalmente a spingere e costruire il gioco nella metà campo offensiva, facendo abbassare il baricentro della compagine avversaria di molti metri. Non è un caso che, nonostante la forte inclinazione ad attaccare, il Pisa abbia chiuso la ripresa senza incassare alcuna conclusione verso la propria porta. I benefici del 3-4-1-2 si sono apprezzati anche dalla metà campo in su grazie alla presenza in contemporanea di molti elementi in grado di creare gioco e tessere trame pericolose. Gli esterni – da una parte D’Alessandro e dall’altra Lisandru Tramoni – con questa disposizione hanno potuto spingere senza spendere eccessive energie in fase difensiva, al pari di Mattia Valoti sulla trequarti. Ma, più di tutti, hanno tratto giovamento da questo schieramento gli attaccanti puri: Jan Mlakar e Stefano Moreo prima, poi Nicholas Bonfanti al fianco dello sloveno supportati nei minuti finali da Ernesto Torregrossa. La presenza di un vero centravanti, come il neoarrivato dal Modena, in un sol colpo libera gli altri compagni dal compito dispendioso di giocare spalle alla porta e li mette nella condizione di avere maggiori spazi nei quali affondare in verticale.
M.A.
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