Macché uomo ragno: chi ha ucciso lo squalo?. Per Bonfanti è tempo di tornare a mordere
Dopo un avvio stellare il bomber nerazzurro si è fermato sul campo di Castellammare di Stabia sparendo dalle rotazioni di mister Inzaghi
PISA
Da un mese abbondante tutta Italia si è ritrovata a canticchiare un ritornello che appartiene di diritto alla storia della musica popolare. Merito di un’azzeccatissima serie targata Sky: “Hanno ucciso l’Uomo Ragno“, ispirata alla storia degli 883. Una canzone che tratta la "fine dei sogni adolescenziali, il passaggio dall’età della leggerezza a quella delle responsabilità". Un brano che possiamo adattare alle spalle larghe e al fisico possente di Nicholas Bonfanti, uno “squalo“ che ormai da due mesi e mezzo non riesce più a lasciare il suo segno sulle partite. Il numero 9 nerazzurro si è reso protagonista, insieme a tutta la squadra, della migliore partenza in carriera. Nelle prime 7 partite di campionato l’ex Modena ha messo a referto 6 gare da titolare e soltanto una da subentrato, nelle quali è andato a segno ben 4 volte: un ritmo di marcia che lo aveva proiettato a fine settembre anche in vetta alla classifica dei cannonieri. Lo “squalo“ ha ripagato così la fiducia accordatagli da mister Inzaghi, che lo ha premiato facendogli disputare il 74% dei minuti complessivi, assegnandogli di fatto i gradi del centravanti titolare.
Lo spartiacque della parte iniziale della sua annata è stato il match di Castellammare di Stabia, nel quale pur fornendo una prestazione ampiamente insufficiente al pari dei compagni, fu uno dei pochissimi ad accarezzare la suggestione di rimettere in equilibrio il punteggio con un paio di occasioni mal sfruttate. Archiviata la prima sconfitta in campionato, nelle rotazioni di Superpippo il numero 9 ha perso quota e nella scala gerarchica è finito alle spalle di Alexander Lind. Complici alcuni lievi acciacchi fisici, la condizione psicofisica di Bonfanti è calata vistosamente rispetto ai picchi tenuti tra agosto e settembre. E così la sua presenza è quasi uscita dal radar del rettangolo verde: nelle successive sette partite è partito titolare soltanto in due occasioni, e in altrettante è rimasto in panchina .
Il suo impiego è letteralmente crollato: da giocare regolarmente tre quarti di ciascuna partita, in media Nicholas Bonfanti è passato a dare il suo contributo soltanto per il 27% dei minuti complessivi a disposizione, vale a dire poco più di un quarto di gara.
Negli scampoli di gara concessigli da Inzaghi, lo "squalo" ha faticato a mettersi in mostra per la fame con cui era solito “azzannare“ gli avversari e i venti metri finali di campo.
Di fronte a sé il Pisa ha sei partite prima di voltare pagina e muovere i primi passi nel nuovo anno: in questo lasso di tempo che coinciderà con la fine del girone d’andata e l’inizio del ritorno necessariamente Inzaghi e Bonfanti dovranno aiutarsi a vicenda, perché il Pisa ha bisogno della versione migliore del proprio centravanti per mantenersi al vertice della classifica e il numero 9 deve dimostrare che sì, "hanno ucciso l’Uomo Ragno", ma lo “squalo“ può tornare ad alzare la pinna.
M.A.
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