Più gloria che autogol. Addio Niccolai, eroe dello scudetto a Cagliari oltre i luoghi comuni

L’ex stopper è morto a 77 anni: molto prima delle maldicenze da social, gli affibbiarono la nomea di maldestro difensore autore di diverse autoreti . Non era così vero, e giocò pure nell’Italia che arrivò in finale a Messico 1970.

di LEO TURRINI
3 luglio 2024

Quando ancora non esisteva il cattivo gusto di Internet, al grande Comunardo Niccolai capitò comunque di essere inchiodato alla croce della maldicenza. Era e ancora rimane l’unico stopper (allora si diceva così, stopper era il difensore che ogni domenica doveva marcare l’attaccante avversario più pericoloso) capace di vincere uno scudetto con il Cagliari. Una impresa mitica, condivisa con il mitico Gigi Riva. Eppure.

Eppure, Comunardo Niccolai, spentosi ieri a 77 anni nella sua Toscana, appartiene alla memoria collettiva di chi c’era come …il Signore Oscuro dell’Autogol. Quasi un campione alla rovescia, un eroe dell’autolesionismo, un idolo del masochismo in salsa calcistica.

Vero niente! Come scriveva il magno Gianni Brera, sotto la schiuma avremmo dovuto cercare la birra. Esatto: Niccolai fece un gol nella sua porta, quella del Cagliari, in una partita che valeva lo scudetto nel 1970 contro la Juventus. E concesse il bis e il tris contro Catanzaro e Bologna.

Ma cosa sono tre autogol nella carriera di un giocatore, o meglio ancora nella vita di uomo? Niente, se troviamo la forza di scappare dai luoghi comuni. In un certo senso, Niccolai fu bullizzato dalla critica e dalla pubblica opinione dell’epoca perché non aveva le stimmate del personaggio alla moda per i costumi del tempo: pochi capelli, poche parole, una ruvida propensione a spicciare le faccende in area di rigore senza nulla concedere alla estetica.

Curiosamente, a determinare l’immagine di Comunardo (si chiamava così, dicono, perché il padre amava la leggenda della Comune di Parigi, sogno proletario dopo la caduta di Napoleone Terzo nel 1870) fu l’allenatore che lo aveva reso titolare in serie A. Manlio Scopigno, tecnico del Cagliari campione d’Italia nel 1970, un secolo dopo la Comune, stava davanti alla tv in bianco e nero nella notte del debutto azzurro al Mondiale messicano.

Italia-Svezia. La Nazionale di Riva, Mazzola, Facchetti. E di Niccolai, lo stopper presunto signore delle Autoreti. Allora Scopigno disse (o gli fecero dire, chissà): "Mai in vita mia avrei creduto di vedere Comunardo in diretta via satellite". In realtà, il tecnico era uno dei più forti sostenitori del giocatore.

Eh, i luoghi comuni! Più forti della verità, anche prima dell’era digitale, della fake news, della intelligenza artificiale. Ma che importa, alla fine della fiera?

Niccolai è l’unico stopper nella storia del calcio ad aver vinto uno scudetto indossando la maglia del Cagliari. Non per niente era uno dei pochi amici veri di Gigi Riva. Perché è vero, amico che leggi: tra gente speciale ci si riconosce.

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