Recanatese, anatomia della retrocessione. Tutto si complica con una difesa colabrodo

I giallorossi hanno subito 69 reti tra torneo e playout, a Pesaro ne sono state incassate quattro scaturite da azioni all’interno dell’area

21 maggio 2024
Recanatese, anatomia della retrocessione. Tutto si complica con una difesa colabrodo

Recanatese, anatomia della retrocessione. Tutto si complica con una difesa colabrodo

Il "day after", se possibile, è stato ancora peggiore. Lo sport, e in particolare il calcio, sa essere crudele ma per la Recanatese smaltire una simile mazzata sarà durissima. Si possono fare mille congetture ed analisi su quanto successo in una partita di lucida follia e nella quale non è bastata la tripletta di Sbaffo ma, oggettivamente, essere totalmente concentrati e mentalizzati al 96’ della 41ª partita ufficiale della stagione, è una pretesa che non possiamo reclamare. Ci sarà tempo per sviscerare i temi di un’annata che ha avuto mille sfaccettature e mai un denominatore comune, se non quello di una Società che le ha provate tutte per conservare la categoria. Tecnicamente non si può prescindere da una considerazione che alla resa dei conti ha fatto, in negativo, la differenza: i giallorossi, tra stagione regolare e playout, hanno subito 69 reti, un’enormità e nel match decisivo si sono incassati quattro gol, scaturiti da azioni all’interno dell’area. È agevole comprendere come qualcosa non ha funzionato: prendiamo, a titolo di esempio, il terzo gol della Vis scaturito da un inopportuno colpetto di testa di Raimo che ha deviato il pallone al centro dei sedici metri. Il primo tiro di Karlsson è stato ribattuto da un difensore, sul secondo di Mattioli ci ha messo una pezza Meli che non ha potuto far nulla sulla terza conclusione, ancora del centrocampista. Non si possono concedere tre chances, una dietro l’altra, a pochissima distanza dalla linea di porta. Stesso discorso, più o meno, sul 2-1 quando, quasi con tranquillità, Nicastro ha potuto appoggiare il pallone, nei pressi del dischetto, a Pucciarelli che, di piatto destro, ha mirato l’angolino ed ha fatto "centro" in scioltezza. Per chi ha seguito tutto l’anno le vicissitudini della squadra, un film già visto e rivisto. Più in generale il tema, sin dalle battute iniziali, è stata l’estrema aggressività dei locali che sono andati a pressare altissimi i giallorossi che, dal canto loro, hanno cercato di sfruttare le ripartenze. Per tre volte hanno avuto il merito di rimediare: con appena quattro minuti scarsi di recupero è stato impossibile. Fuori dai denti per la terza linea della Recanatese tutto l’arco della partita è stato un patema, una sofferenza quasi senza soluzione di continuità. È stata l’ennesima dimostrazione di una squadra che è sempre andata sulle montagne russe: la stessa che batte il Pescara poi perde a Sestri e crolla ad Olbia, la stessa che travolge la Carrarese ed una settimana dopo fa scena muta a Cesena. Tutto sacrosanto ma perdere una stagione in questo modo è una ferita che si farà un enorme fatica a rimarginare, ammesso che ci si riesca.

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