L’eterno Boranga si racconta. "Pur di far vincere la Regia spostavo due metri indietro il disco del rigore»
L’ex portiere: "Ho potuto farlo perché era di cemento, il gesso sulla carbonella spariva dopo pochi minuti. Ho appena festeggiato 82 anni, ma me ne sento almeno 20 in meno. Voglio scrivere su George Best". .
Boranga, ha appena compiuto 82 anni: chissà che festa.
"Macché... Mattinata di allenamento e pomeriggio in ambulatorio a visitare pazienti".
Nessuna violazione al suo perfetto stile di vita?
"Ho bagnato la lingua nello champagne, aperto dalla mie figlie quando sono rientrato a casa".
Urca! Che trasgressione...
"A 30 anni ho smesso di fumare, a 45 di bere alcolici. Come vuole che trasgredisca?".
Boranga... con il sesso.
"Non pensi di prendemi in giro. Io sono ancora attivo. E senza ’aiutino’... Ma solo se la donna non ha più di sessant’anni. Altrimenti perdo la libido. Sa che questo discorso è legato alla mia decisione di smettere di fumare?".
Cioè?
"Avevo una simpatia per una bella diciottenne, contraccambiata. Quando stavamo entrando in intimità lei mi ha chiesto quanti anni avevo. Trenta, risposi. Lei strabuzzò gli occhi perché ne dimostravo parecchi di meno, poi mi disse: ’Sei vecchio!’ e da quel giorno non la vidi più. Ci rimasi talmente male che lo stesso giorno smisi di fumare e iniziai a pensare a come ritardare l’invecchiamento restando in forma. Oggi mi sento almeno vent’anni in meno di quelli che ho"
Torniamo al compleanno: che regalo le hanno fatto le sue due figlie?
"Vestiti, come sempre. Che sono un’altra mia grande passione. Ho più capi di abbigliamento in casa che formiche nel giardino. Colpa di Reggio Emilia...".
Figuriamoci...
"È vero! È una città che da sempre produce moda, eleganza. Quando giocavo lì ero di casa al mitico negozio ’Ciak’ di vicolo Trivelli. Indossavo camicie molto colorate, geometriche e psichedeliche, pantaloni a zampa di elefante, cappotti di cachemire...tutto ciò che andava di moda in quegli anni".
Ahia... Se parliamo di cappotti diventa inevitabile ricordare l’aneddoto su Spagnolo, suo compagno alla Reggiana.
"Giampietro arrivò fiero negli spogliatoi, avvolto nel suo splendido e costoso capo appena acquistato. Dieci minuti dopo ero in campo con il suo cappotto addosso a buttarmi a destra e sinistra nel fango: quando mi ha visto ha iniziato a corrermi dietro per darmele. Se mi avesse raggiunto sa quante ne avrei prese... Ma che risate".
Ecco, lo spirito, la voglia di divertirsi, di ridere: anche così si può parare la vecchiaia?
"Assolutamente sì, perché attuare il mio stile di vita comporta sacrifici e quindi bisogna che lo stato d’animo sia buono".
Perché questo libro?
"Mi ha convinto Charlie Gnocchi, il fratello di Gene, rimasto stupito, come tanti, dal fatto che dimostro venti anni di meno. Ma voglio essere chiaro: anche se sono un medico, non si tratta di una dieta".
Cos’è?
"Il metodo Boranga. Da anni studio le abitudini alimentari, gli stili di vita delle popolazioni più longeve al mondo. Ho appreso tante cose e le ho fatte mie, riportandole anche in questo libro".
I principali consigli per ritardare l’invecchiamento e mantenersi in forma?
"Non svelo un mistero: fare attività fisica quotidiana e avere un’alimentazione dinamica, non mangiare sempre lo stesso cibo e non grasso. In Emilia è più difficile, perché ci sono tantissime cose buone, ma fanno male a pancreas, fegato, intestino e stomaco. E poi bisogna fare un’ottima colazione, che ritengo il pasto più importante".
Fa ancora atletica leggera?
"Certo. In aprile sarò a Miami per i campionati del mondo Master. Ci saranno altri 15-20 rincoglioniti come me. Tutti pronti a battagliare per vincere la medaglia d’oro nel salto in lungo".
Oltre all’atletica, che programmi ha?
"Scrivere un libro su George Best, il miglior calciatore di tutti i tempi, più forte anche di Maradona. L’ho conosciuto in un Fiorentina-Manchester United. In alcune cose siamo simili. Un giorno Best disse: ’Abitavo vicino al mare, ma per arrivarci si doveva passare davanti a un bar: non ho mai visto il mare...’. Io per andare a scuola dovevo attraversare un campetto di calcio. A lezione ci sono andato poco...".
Amarcord: il caffè che si faceva servire in campo.
"Sono sempre stato ipoteso, così mi facevo portare dal raccattapalle un espresso. E se faceva freddo gli dicevo di aggiungere la grappa (ride di gusto, ndr). Ma la più bella è un’altra, che ho rivelato per la prima volta nel libro".
Siamo curiosi.
"Quando giocavo io al Mirabello non c’era l’erba, ma la carbonella. Per questo non si utilizzava il gesso per segnare il rigore, ma veniva appoggiato un dischetto in cemento. Cosa facevo io? Lo spostavo più lontano dalla porta, a 12-13 metri invece che dei regolamentari 11. È accaduto che gli avversari sbagliassero i rigori e noi vincessimo le partite".
Chiudiamo con la Reggiana: si salverà?
"Non è una cattiva squadra, alla fine penso che ce la farà. Bardi? Non è un fenomeno, ma è bravo".
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