Zauli: "La squadra di Viali mi piace un sacco"

L’ex allenatore granata sabato era al ’Giglio’: "Non molla mai ed è molto organizzata. Ma l’obiettivo deve essere la salvezza"

di FRANCESCO PIOPPI -
23 settembre 2024
Zauli: "La squadra di Viali mi piace un sacco"

Lamberto Zauli, 53 anni, è stato tecnico alla Reggiana nel 2011-12 e 2012-13

Mister Zauli, era al ‘Città del Tricolore’ per assistere a Reggiana-Salernitana: è stato un bel tuffo nel passato…

"Era tanto che non venivo e devo ammettere che è stata una bella emozione, Reggio è una piazza di Serie A che per mille motivi sta facendo altri campionati. Se hai la fortuna di allenare qui, come è successo a me, ti resta per forza nel cuore. Io c’ero in un periodo non facile, in cui c’era tanta contestazione, ma la passione verso la squadra non è mai mancata. E poi Willy (William Viali, ndr) è un amico, ero curioso di vederlo dal vivo e ho fatto il tifo…".

Dove nasce questo suo legame con il tecnico granata?

"Ci conosciamo da quando avevamo vent’anni e giocavamo assieme a Ravenna. Lui è un po’ più giovane di me, ma si è subito creata una bella amicizia che è durata nel tempo. Ci sentiamo spesso e parliamo di calcio dalla mattina alla sera".

Un’analisi della prestazione dei granata…

"E’ un punto d’oro contro una squadra molto forte, con una fisicità importante e tanti giocatori di categoria superiore. Mi è piaciuta l’organizzazione della Reggiana, la voglia di non mollare, le rincorse fatte senza risparmiarsi e la tenuta mentale. Nel primo tempo ha anche avuto due ottime occasioni, con Maggio e Portanova che ha centrato la traversa. Alla lunga è chiaro che la Salernitana è venuta fuori, resta un punto prezioso".

Anche perché se puoi permetterti di far uscire dalla panchina elementi come Verde, Soriano e Torregrossa, significa che hai un bell’arsenale a disposizione.

"Sì, sono retrocessi e hanno avuto le loro problematiche societarie, ma restano una squadra fortissima, con tanti giocatori di Serie A o da Serie A".

C’è qualche ragazzo della Reggiana che le piace particolarmente?

"Io faccio il tifo per Sersanti, l’ho allenato alla Juventus Under 23 ed è un ragazzo d’oro che ha qualità e umiltà. Ha una forza fisica e una determinazione che possono portarlo lontano e crescerà ancora. Ho allenato anche Fontanarosa, anche se per poco tempo, quand’era all’Empoli e ha confermato di avere personalità: con me era ancora un ragazzino, ma aveva già questo tratto distintivo. Vederli a questi livello mi fa piacere, poi ovviamente Vergara si vede che è nettamente sopra la media e anche Maggio ha buoni margini di crescita".

Si fa ancora fatica a dare una dimensione a questa Reggiana, si può pensare a qualcosa di più oppure è prudente sintonizzarsi solo sulla salvezza?

"La salvezza dev’essere l’obiettivo primario, non solo per la Reggiana, ma per tutte le squadre che non partono per vincere il campionato. La Serie B credo sia la competizione più pericolosa di tutte, spesso retrocedono squadre che non t’aspetti. La Reggiana deve ragionare così anche perché ha una squadra con tantissimi giovani o addirittura esordienti".

Chi sono le favorite per la promozione?

"Il Sassuolo ha giocatori importanti e un mister ha già vinto la Ba, la Cremonese ha grandissime potenzialità e poi il Palermo. Credo che alla lunga queste tre verranno fuori".

Dopo l’esperienza al Crotone al momento non sta allenando, c’è qualcosa all’orizzonte?

"La voglia c’è e sono sul pezzo. In estate non si sono verificate le condizioni giuste, ma sono pronto a ripartire".

Chiudiamo con una domanda ‘nostalgica’: perché l’Italia non produce più trequartisti o attaccanti di livello come ai suoi tempi?

"Non posso pensare che sia solo colpa del telefonino e dei ragazzi che giocano meno per strada, la realtà è che per troppi anni il nostro calcio è stato solo difensivo. Il piattume tattico ha impedito alla fantasia di svilupparsi, speriamo si sia capito…Ora le cose stanno un po’ cambiando".

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