Roma, Svilar: "Dopo il Feyenoord ho rivisto tutta la partita, sono ricordi indelebili"

L'intervista di Mile Svilar all'AS Roma Podcast

di FILIPPO MONETTI -
25 febbraio 2024
Mile Svilar in uscita contro il Feyenoord

Mile Svilar in uscita contro il Feyenoord

Roma 24 febbraio 2024 - Nuovo appuntamento e nuovo ospite nel salotto di Trigoria per l'AS Roma Podcast, il format in cui i giocatori giallorossi si raccontano ai microfoni ufficiali de club. Questa volta a sedere di fronte al microfono è l'eroe del passaggio del turno in Europa League, ovvero Mile Svilar, fresco di promozione al ruolo di primo portiere e protagonista di ben due rigori parati nella sfida ai penalty contro il Feyenoord. Ecco l'intervista completa del serbo nato in Belgio.

Da quanti giorni prima si cominciano a studiare i rigori quando hai una sfida di Coppa? "Noi abbiamo fatto tutto il giorno prima. Sennò negli allenamenti, alla fine, i ragazzi ne fanno sempre un paio, ma è più per loro".

Giovedì è stata una notte incredibili. Ci sono tante immagini bellissime, tipo la tua corsa sotto la curva... "Non ci ho pensato prima. Mi è venuto naturale e l'ho fatto. È quello che sentivo in quel momento, sono molto felice di averlo fatto perché rimarrà sempre nella mia memoria. È stato molto emozionante. Quando ha segnato Nicola non sapevamo dove andare. Quando ci penso mi viene un sorriso enorme, in due giorni l'ho visto troppe volte. Sono ricordi che non mi toglierà nessuno".

Quante ore hai dormito tornato a casa? "Sono andato a casa e ho rivisto tutta la partita. Ho visto gli highlights di tutte le altre sfide di Europa League e Conference League, alla fine ho dormito dalle cinque e mezza alle otto".

Ti ha detto qualcosa di particolare De Rossi prima dei rigori? "Mi ha detto di fare attenzione perché rivedevano ogni rigore al Var. Di non uscire dalla linea con i piedi. Ogni volta che pari ci pensi, l'ho fatto o no? Poi dopo qualche secondo sai di aver fatto la cosa giusta".

Ma è vero che ti sei appuntato i rigoristi sul telefono? "Sì, sono qui nelle note (procede a mostrare il telefono ndr), ho segnato Hancko tira a destra e anche Alireza due volte a destra. L'ho riguardato solo la mattina prima di giocare. Se ho pensato di cambiare? Assolutamente no, anche Azmoun prima dei rigori mi ha detto che lui avrebbe tirato a destra a mezza altezza. Sull'ultimo si è fermato un attimo e mi ha preso il tempo, pensavo mi guardasse, invece ha tirato lo stesso da quel lato".

Il sorteggio ci ha rimesso però subito con i piedi per terra, cosa pensi del Brighton? "Loro sono fortissimi è un avversario tosto. Sarà difficile, ma io credo in questa squadra. Ho la sensazione di poter andare lontani e di fare qualcosa di importante. Saranno due belle partite, le sfide europee in questo stadio sono speciali". 

Parliamo del tuo esordio in Champions League, allora commettessi un errore? Lukaku giocava contro di te ma venne a consolarti giusto? "Sì, capita a tutti (scherza ndr). L'importante è quello che si fa dopo. Lui venne a incoraggiarmi, ricordo mi disse che tutti in Belgio non credevano al mio esordio in Champions. Siamo stati entrambi all'Anderlecht anche se non insieme. Fu molto bello da parte sua. Mai pensavo sette anni dopo di giocare insieme a lui. Poi nella partita di ritorno contro lo United parai un rigore, però poi Matic fece gol con il pallone che sbatté sul palo e poi sulla mia schiena".

Tu però non hai il record di famiglia di rigori parati... "No, con mio padre avevamo parlato proprio di questo. È venuto da me dicendo che lui ne aveva parati tre, ora dovrò pararne quattro (ride ndr). Ho lavorato tante volte con papà quando lui riusciva a calciare di più, ora fa più fatica. Era molto bello. Dopo ogni partita mi spiegava gli errori, io piangevo, ma poi capivo. Oggi sono felice di avere avuto un papà che mi ha insegnato tante cose".

Hai altri modelli come portieri? "Ne ho alcuni. Mi piaceva molto Neuer, ma prima ancora anche Cech. Il mio più grande idolo però era Casillas, sempre".

Prima eri dietro a Rui Patricio, ma sei sempre stato sereno di questa situazione, sapevi che il tuo momento sarebbe arrivato? "Io credo anche in questo, ho sempre avuto la sensazione di farcela. Sapevano che potevo diventare il primo, continuerò a lavorare per questo. Io sono così, ma sentivo il sostegno della squadra e della proprietà. Ryan è stato con noi sul pullman per andare allo stadio, per una partita così unica e speciale. È stato un gesto bellissimo. Alla fine è bello vedere i risultati".

Anche a Frosinone il primo ad applaudirti era Rui Patricio... "Lui è una persona bella. Io e lui parliamo portoghese e fin dall'inizio abbiamo comunicato insieme. Abbiamo un buon rapporto, ci supportiamo a vicenda e sosteniamo la squadra".

Più difficili i rigori o la parata su Soulé? "Quella di Soulé perché questa è una reazione, non un riflesso da vicino. I rigori non sono 50/50, ma sono più facili da parare che un tiro da 20-25 metri, perché serve anche la spinta per prendere la palla. Non ho visto la palla partire, ma alla fine l'importante era parare".

Come successo per l'intervista con Baldanzi, anche quella con Svilar si è conclusa con una digressione sul disegno, dove il portiere, come il fantasista ex Empoli, ha dovuto disegnare il lupetto della Roma

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