Roma, Ranieri: "La squadra ha qualità, dobbiamo uscire da spirale negativa"
Le parole del tecnico capitolino a due giorni dalla trasferta contro il Napoli
Roma, 23 novembre 2024 - A poco più di 48 ore dalla sfida del suo nuovo debutto sulla panchina giallorossa, Claudio Ranieri torna a parlare. Domani i capitolini partiranno per Napoli, dove domenica scenderanno in campo allo stadio Maradona contro la capolista guidata da Antonio Conte, a caccia dei primi punti di questa terza guida tecnica stagionale per provare a cambiare il destino di questa stagione nata sotto una cattiva stella. Tutta la pressione sarà proprio sulle esperte spalle dell'allenatore romano, che oggi ha presentato la sfida che attende i giallorosso contro la prima della classe. Ecco le parole di Ranieri sulla partita contro i partenopei.
La prima domanda per il tecnico capitolino è subito entrata a gamba tesa sul tema dei giocatori individuali, chiedendo di Dybala e Hummels. "Dybala l'ho visto oggi per i primi 20 minuti, perciò lasciatemi parlare con lui e con il fisioterapista. Non so quanti allenamenti deve fare prima di essere disponibile. Hummels si era già allenato la scorsa settimana, per qualche giorno, con me. Mi lascia sereno di poter decidere come voglio e questo potere di scelta è importante".
Dai problemi dei singoli in casa propria, alle aspettative per la sfida contro la prima della classe, Ranieri è stato molto semplice e diretto su quello che si aspetta nella sfida del Maradona. "Il Napoli di Conte - dice l'allenatore capitolino - prima che iniziasse il campionato avevo detto che come allenatore è uno che arriva prima o secondo. La squadra è in tiro, è in auge, sta facendo bene. Sarà una partita bella e difficile per noi, ma anche per loro".
Tornando ai problemi di casa giallorossa, la domanda successiva ha domandato a Claudio Ranieri se pensi questa squadra abbia la mentalità vincente per cambiare le sorti del proprio campionato. "Ora come ora mi è difficile dire se questa squadra abbia mentalità o no. I giocatori sono validi. Io credo che quando perdi entri in una spirale negativa. Il mio lavoro è quello di riportarli ad avere fiducia in loro stessi e nei compagni. Fare dei risultati di fila, dare dei risultati accresce la fiducia e facilita il lavoro. La qualità c'è, la squadra è buona. In questo momento loro vanno supportati da me e da tutti quelli che sono dietro. I tifosi sono la prima cosa, sono l'anima della squadra. L'allenatore può essere bravo o meno bravo, ma sono i tifosi la benzina della squadra. Noi dobbiamo tirarceli dietro con ottime prestazioni. Il calcio è semplice".
Approfondendo il tema dei problemi di mentalità della squadra, si è chiesto se anche Dybala possa avere difficoltà di questo tipo. La risposta dell'allenatore non ha escluso questa possibilità, premiando però la disponibilità del ragazzo: "Sicuramente dobbiamo aiutare il ragazzo, questo fastidio va risolto. Se poi tutto evidenzia che non c'è niente, bisogna capire perché c'è il dolore. Io ci ho parlato in questi giorni e lui è disponibilissimo. Io sono uno di quelli che non vuole rischiare di perdere un giocatore per un mese, preferisco tenerlo fuori per una partita. Abbiamo tre partite in sequenza, tutte belle, voglio parlare con lui e capire quello che mi può dare".
In questi giorni, dopo l'annuncio del suo ritorno, la figura dell'allenatore romano è stata paragonata a quella di Harry Potter, il maghetto raccontato da J.K. Rowling nei suoi romanzi. Senza dubbio un accostamento importante, per un allenatore a cui si chieda la bacchetta magica per ribaltare le sorti della stagione: "Io ringrazio i tifosi della fiducia, per le manifestazioni di affetto, è incredibile. Li ringrazio. La pressione ce l'ho sempre avuta, guai a non sentirla, altrimenti non avrei scelto di tornare. La squadra ha bisogno di tutti. Ha fatto male, ha fatto peggio di quello che era il suo potenziale e deve tornare a fare quello che deve fare. Deve vincere, non serve un mago. Dobbiamo ritrovare l'entusiasmo di giocare come quando eravamo bambini. Dobbiamo dare tutto. Questi ragazzi sanno giocare bene e adesso non lo hanno fatto vedere, ora devono cominciare a dimostrare quello che valgono. Siamo tutti uniti: dalla società, al tecnico, allo spogliatoio. Ora vogliamo tirare dentro anche i tifosi e sono sicuro che se faremo vedere la nostra qualità ci sosterranno".
Tornando a parlare di individualità nello spogliatoio giallorosso, si è chiesto a Ranieri come stiano Pellegrini e Dovbyk, aggiungendo su quest'ultimo che tipo di attaccante possa diventare. "Dovbyk sta bene e sono convinto preferisca il pallone in profondità e non addosso. Pellegrini deve saper reagire da capitano ai fischi che gli arrivano. Quando cadi la cosa bella è vedere come ti rialzi, come reagisci. Lui è un ragazzo un po' introverso per essere romano. Lui soffre dentro ma deve saper reagire alle avversità. Sono sicuro che reagirà".
Il tecnico ha discusso anche dell'ambiente che ha trovato al suo arrivo alla Roma. La risposta è partita dai risultati, facendo anche un parallelo con il suo predecessore: "Se Juric ha trovato lo spogliatoio triste, immaginate io. Per questo ho parlato del bambino che c'è dentro dei giocatori. Io gli ho ricordato come eravamo tutti e non sarei qui se non avessi anche io dentro questo sogno. Voglio che loro tirino fuori il sogno che avevano da bambini. Ci pagano per questo. Il nostro è un mestiere bellissimo. Sono caduti in basso, ma solo chi cade può rialzarsi: e noi dobbiamo rialzarci".
L'ultima domanda per Claudio Ranieri è stata relativa alle sue potenziali scelte di campo nella partita contro il Napoli. "Cristante può giocare come centrale, ma se c'è Hummels perché deve giocarci lui? Non so delle scelte precedenti, ma tante volte l'allenatore fa delle mosse che sembrano strane, ma lui sta tutti i giorni con i giocatori quindi sa. E non è che io dico una cosa e poi mi smentisco per un motivo qualunque. Io seguo la squadra e so chi può darmi cosa. Ormai tutte le squadre cambiano in corsa il proprio schieramento".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su