Dionisi non si inchina davanti alla Dea: "Siamo padroni del nostro destino"

Tappa difficilissima per i neroverdi a Bergamo: "Sarà una gara impari, ma abbiamo delle possibilità"

17 febbraio 2024
Dionisi non si inchina davanti alla Dea: "Siamo padroni del nostro destino"

Dionisi non si inchina davanti alla Dea: "Siamo padroni del nostro destino"

di Lorenzo Longhi

Niente da fare: ci è cascato anche Alessio Dionisi, perché evidentemente la frase – maledetto colui che l’ha inventata – fa breccia, risposta facile a quesiti che poi, in fondo, sono tutti uguali, e allora ecco che, per il tecnico del Sassuolo, quella odierna contro l’Atalanta sarà una "delle quindici finali che abbiamo" di qui a fine campionato. In realtà, e l’allenatore toscano lo sa bene, non è un concetto che ne descrive davvero il pensiero, ben più articolato, e del resto se è vero – ed è vero – "che nella nostra posizione l’obiettivo sarebbe raggiunto, e con una partita in meno", ciò significa che vi saranno partite che conteranno più delle altre, sebbene i punti si prendano volentieri da qualsiasi partita. Così è più vero ciò che Dionisi dice a fine conferenza, ovvero che "siamo padroni del nostro destino". Il Sassuolo lo è, e sfiderà un’Atalanta lanciatissima (quattro vittorie di fila). Dionisi, non si può esattamente parlare di sfida da dentro o fuori… "Sicuramente sarà una partita molto difficile, l’Atalanta è forte e in fiducia. Sappiamo che sarà una sfida impari, ma abbiamo delle possibilità. Non sarà uno spartiacque, perché dopo arriveranno sfide più importanti e scontri diretti, ma questa volta potrebbe non bastare la prestazione". Dopo le voci della scorsa settimana, recentemente Carnevali ha detto che lei non è mai stato in discussione.

"Sono sempre in contatto con la società e ho un buon rapporto con tutti. Ovviamente nessuno è contento di come stanno andando le cose; forse tutto ciò era anche un po’ inaspettato, sicuramente ci sono degli errori e delle responsabilità, ma abbiamo la possibilità e le qualità per raggiungere l’obiettivo. Se volete, ve lo sottoscrivo qui".

Avete affrontato l’Atalanta a Bergamo anche in Coppa Italia a gennaio. Affinità e divergenze?

"Né noi né loro abbiamo affrontato quella partita con la mentalità con la quale affronteremo questa. Piuttosto dovremo metterci lo stesso coraggio e la stessa personalità della partita con il Torino, e migliorarci".

Chi ci sarà a destra in attacco?

"Col Torino ha iniziato Bajrami, poi Defrel che è tornato. Abbiamo recuperato Volpato e c’è Castillejo, ho insomma diverse soluzioni anche in corso di partita. Per il resto Doig ci sarà, ma Erlic no. Ma più che gli uomini conta la mentalità, quella di non subire l’avversario".

Secondo una statistica, tre giocatori (Pinamonti, Berardi e Thorstvedt) hanno segnato il 70% delle reti. È il sintomo di un problema?

"Tutto è frutto del lavoro corale. Alcuni di questi gol non sarebbero stati segnati senza i cross, gli assist o i recuperi palla dei compagni".

Novità per la partita?

"Il nostro biglietto da visita deve essere quello di non consentire agli episodi o alla classifica di modificarci. L’atteggiamento vale tanto e, quando vedo quello giusto, mi sento ripagato".

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