Gli scenari. L’obiettivo è risalire subito . Ma la cadetteria è incognita vera

Il Sassuolo si interroga sul futuro dopo la retrocessione. La dirigenza deve trovare soluzioni per risalire in Serie A, affrontando sfide economiche e gestionali. La squadra e l'ambiente devono trovare la giusta alchimia per tornare al successo.

20 maggio 2024
L’obiettivo è risalire subito . Ma la cadetteria è incognita vera

L’obiettivo è risalire subito . Ma la cadetteria è incognita vera

E adesso? Dal ‘bar Luana’ al ‘Cristallo’, fino al più blasonato ‘Bar delle Vergini’ o al ‘Salotto Regina’, dove oggi un affranto Remo Morini andrà, suo malgrado, a rendere conto agli amici di sempre dl rovescio di ieri, è questa la domanda che si rincorre a Sassuolo.

E che la Sassuolo neroverde rincorre. "Adesso si ricomincia", la risposta, ma dal piano di sotto e, ammettiamolo, nulla sarà più come prima. Perché l’ultima retrocessione della storia neroverde – 2002/03, la sanò un ripescaggio – è roba di oltre 20 anni fa e da allora il Sassuolo ha sempre guardato in alto, mai in basso.

Adesso, invece, si guarda giù, in cerca di soluzioni: quale B per i neroverdi? I si dice, che si sono sprecati ieri a ridosso del Mapei Stadium, vogliono la proprietà abbia già dato ampio mandato alla dirigenza di allestire una squadra "in grado di risalire subito", anche a costo, altro si dice "di aggiungere risorse". Ma mica è problema di risorse, per il Sassuolo che scende e che prenderà anche qualche milione di ‘paracadute’, quanto di dirigenza e piazza. Dell’ultima, sempre pronta a voltare le spalle ai neroverdi che non vincono ma ad esaltarli quando vincono, è paradigma il seguito, spesso tiepido, alla squadra, mai coinvolto, colpevolmente, a dovere, da una società che ricambia freddezza a freddezza. Della prima va invece detto che si tratta di capire che conti riuscirà a far tornare con giocatori e ingaggi non sostenibili in B e con giocatori da ‘svendere’ e con uno scouting che la B non la conosce e che, di recente, dai tempi di Alvarez, Ceide e Tressoldi, per tacere di Racic, Castillejo ma anche di Mulattieri, Viti, Pedresen, anche in A ha, di mosse, ne ha azzeccate poche.

Ammesso tornino, i conti, previa monetizzazione dei pochi che la garantiranno – Thorstvedt, Laurientè – si tratterà appunto di farli, i conti, con la Serie B. Universo sconosciuto ai neroverdi, dentro il quale servirà proprietà disposta a ‘sporcarsi le mani’, un plenipotenziario che capitalizzi quanto serve (Carnevali, unico in grado di farlo) e altri dirigenti (non quelli di oggi, evidentemente) che sappiano in che mare nuotano.

Oltre ad un tecnico in grado di ricreare quell’alchimia tra ambiente (avvelenato, oggi, ma recuperabile) e squadra (il Sassuolo ha giovani importanti, che in B quest’anno la loro l’hanno detta nelle società cui sono stati mandati, troppo precipitosamente, a farsi le ossa) che può fare meglio di quanto fatto quest’anno. Riusciranno i nostri eroi?

In foto: a sinistra Veronica Squinzi e a destra Domenico Berardi, il grande assente di questa stagione.

Stefano Fogliani

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