Il match con più seguito. I bianconeri riempiono il Mapei. Per sei volte oltre quota 20mila

REGGIO EMILIA

Quando si parla di stadi, capienze e spettatori presenti, un’avvertenza è d’obbligo: si ragiona sulla base dei dati ufficiali, ma serve un minimo di flessibilità. I motivi sono ovvi: gli abbonati che mancano e i paganti che per qualche motivo si ritrovano impossibilitati alla presenza vengono comunque conteggiati, mentre mancano nei dati complessivi tutti coloro che, a vario titolo, si occupano della realizzazione dell’evento partita. Inoltre, le capienze possono variare di anno in anno a causa di adeguamenti, lavori, chiusure. Perché una premessa del genere? Perché, banalmente, la capienza ufficiale attuale del Mapei Stadium è di 21.525 posti, eppure dalle prossime righe usciranno numeri anche più alti, tuttavia ufficiali, capaci di confermare l’assunto empirico secondo cui lo stadio neroverde si riempie praticamente solo quando, a Reggio Emilia, arriva la Juventus. Di otto volte in cui lo stadio ha superato le 20mila presenze con il Sassuolo in campo, ben sei hanno riguardato partite tra i neroverdi e la Juventus. Tre sold out consecutivi (2016-17, 2017-18, 2018-19) con 21.584 spettatori, perché sino ad alcuni anni fa quella era la capienza massima ufficiale, i 21.550 fatti registrare la prima volta (2013-14), il tutto esaurito del 2014-15 (allora furono 20.184 i presenti) e i 20.570 della stagione 2015-16. Solo altre due partite hanno raggiunto e superato quota 20mila dal 2013 a oggi, e si tratta una volta dell’Inter (22.001 nel primo anno dei neroverdi in A, poi quasi sempre sotto i 19mila) e una del Milan, nel sold out da 21.525 presenti del maggio 2022, nel giorno dello scudetto di Pioli, le uniche due annate in cui non è stata la Juventus a portare il maggior numero di tifosi al Mapei. I dati delle ultime due stagioni sono stati, per la Juventus, i più bassi, fatte salve le due sfide giocate a Reggio Emilia a porte chiuse causa pandemia: 17.838 presenti nel 2021-22, 19.566 la scorsa stagione, cifra che fu la più alta dell’annata del Mapei.

Lorenzo Longhi