Il Sassuolo vive la sua fatal Verona. Berardi in lacrime, stagione finita

Il fantasista si rompe il tendine d’Achille, un clamoroso errore di Henrique completa la partita maledetta

di STEFANO FOGLIANI -
4 marzo 2024
Il Sassuolo vive la sua fatal Verona. Berardi in lacrime, stagione finita

Il Sassuolo vive la sua fatal Verona. Berardi in lacrime, stagione finita

Una fattucchiera? Una cartomante? Uno sciamano? Servissero, varrebbe la pena arruolarli, perché nella 17ma sconfitta stagionale del Sassuolo non c’è mica solo la ‘forza’ dell’avversario e la conclamata insipienza dell’undici neroverde. A Verona ci mette infatti del suo anche la dea che il luogo comune vuole cieca, ma che quando si gira ci vede benissimo, ovvero la fortuna, che volge le spalle anche al Sassuolo del Bentegodi, più sfortunato che brutto. E comunque sconfitto. E da ieri penultimo, perché se fai un punto in otto gare non è che puoi pensare che ti si aspetti.

Tutto il Verona-Sassuolo andato in scena ieri, a ben vedere, si compie in un istante, a ridosso dell’ora di gioco. Fin lì il primo Sassuolo di Ballardini gestiva uno scontro diretto importantissimo giocandolo e pareggiandolo, senza peraltro precludersi possibilità di vincerlo, complice una gara interpretata meglio degli scaligeri. Poi, invece, succede che per intercettare un rinvio sghembo di Montipo il rientrante Berardi si rompe il tendine di Achille, e i corvi cominciano a roteare, sinistri, su quel che resta del fortino neroverde. Il 10 del Sassuolo, riguadagnato alla causa dopo un mese e mezzo di stop, lascia i suoi sul più bello – stagione finita, per lui, e agli Europei non ci sarà – e suo malgrado, e il ‘suo’ Sassuolo, quello che solo con lui avrebbe avuto qualche possibilità di rincorrere la salvezza, si riallaccia alla sua versione peggiore. Consegnandosi, imperdonabilmente, ad un Verona fin lì tenuto a bada e ‘graffiato’ all’occorrenza: la contingenza dell’uscita di Berardi richiedeva reazione, ma la reazione, oltre all’ingresso dell’impalpabile Castillejo, gettato nella mischia al posto del Berardinho che esce in lacrime, è un’imperdonabile leggerezza di Henrique in fase di disimpegno.

Il mediano brasiliano cincischia, la risacca veronese gli toglie palla e Swiderski sblocca un match che non si sarebbe mai sbloccato, stanti paure reciproche che avevano offerto, fin lì, spettacolo a tratti deprimente, ma in grado di garantire al Sassuolo una classifica finalmente mossa. Invece no: la cronaca aveva consegnato alla gara tentativi veronesi cui si è opposto Consigli – su Suslov e Cabal alla mezzora – e fuochi (fatui) neroverdi – Thorstvedt al 14’, Berardi su punizione in avvio di secondi 45’ – che sembravano avviarla sul nulla di fatto. Poco, la sintesi, offerto dall’Hellas, poco dal Sassuolo. Presente, però, fino a quando Henrique non confeziona l’ennesimo suicidio, dando strada alla ripartenza letale dell’Hellas. Siamo prossimi al minuto 80, i padroni di casa si chiudono e conservano un vantaggio che vale il sorpasso, mentre il primo Sassuolo di Ballardini finisce qua. Su un errore individuale che manda all’aria il piano gara, già ribaltato dall’incidente a Berardi, e su un’inconsistenza oltre la quale chissà se si andrà, senza Berardi.

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