L’highlander Pegolo ’vede’ il podio

L’estremo difensore compie 43 anni e punta a diventare uno dei tre più longevi di sempre in Serie A

25 marzo 2024
L’highlander Pegolo ’vede’ il podio

L’highlander Pegolo ’vede’ il podio

di Stefano Fogliani

È il 26 maggio 2024, all’Olimpico il Sassuolo affronta la Lazio per l’ultima partita stagionale a salvezza già acquisita e a difendere la porta neroverde c’è Gianluca Pegolo, che diventa così il terzo giocatore più esperto di sempre a scendere in campo in serie A.

Sogno che ci ha raccontato un tifoso del Sassuolo e di cui diamo conto come tale. In attesa che si realizzi – mica è detto, vista la classifica del Sassuolo – da queste colonne si celebra il compleanno numero 43 di Gianluca Pegolo. Nato a Bassano del Grappa il 25 marzo del 1981 immaginiamo oggi festeggerà, ma senza trascendere, visto che domani il Sassuolo riprende gli allenamenti in vista di un mese decisivo. E lui, una delle ultime bandiere neroverdi – undicesima stagione per lui, solo Berardi ha maggiore anzianità di servizio – è facile immaginare che ci metterà tutto quello che ha per garantire al gruppo il suo apporto di leader silenzioso, ma ascoltatissimo dentro uno spogliatoio all’interno del quale molti dei suoi compagni di squadra potrebbero essere suoi figli, anagraficamente s’intende. Non gioca dal gennaio dell’anno scorso – a Monza, il Sassuolo pareggiò 1-1 – ma come fai a non fargli gli auguri, al portierone che rincorre il podio dei più esperti mai scesi in campo in A? Prima di lui Marco Ballotta, con ultima partita giocata a 44 anni, poi Buffon (43 anni e 3 mesi) e Antonioli, che in campo scese a 42 anni e 7 mesi.

Torniamo al sogno di cui dicevamo, allora, ma solo per dire che se Pegolo giocasse davvero, da qui al 26 maggio, almeno 1’, scavalcherebbe Antonioli, prendendosi il terzo posto. Traguardo che meriterebbe, non meno, magari, di un’altra stagione in serie A, magari al Sassuolo, magari a far crescere il Turati che rientrerà con tutta probabilità da Frosinone o a fare da ‘spalla’ agli altri membri di quella che è, definizione di un altro portiere che la Sassuolo neroverde conosce bene, ovvero Alberto Pomini, "una squadra nella squadra", ovvero quella dei portieri.

Chissà: "finchè sto bene, mi diverto e me lo permettono gioco", disse poco più di un anno fa, scansando ovvie considerazioni anagrafiche legate ad un carriera che racconta esordio tra i pro un quarto di secolo fa (nel 2000, con il Fiorenzuola) cui sono seguiti 331 ‘gettoni’ tra Verona – dove fece le giovanili e sei stagioni tra A e B, Mantova, Parma e Siena, prima dei sessanta collezionati nel Sassuolo, dove Pegolo arrivò nell’estate del 2013, all’ultimo giorno di mercato, dal Siena, lasciando un segno indelebile nell’epos neroverde.

Con le sue parate, infatti, l’estremo difensore bassanese risulterà determinante nella salvezza raggiunta dal primo Sassuolo di Serie A. Un anno dopo, un terribile infortunio occorsogli a metà del ritiro di Carpineti: "roba – raccontò – che i medici mi dissero di avere visto solo nei motociclisti, dopo 3 mesi non riuscivo ancora a camminare e non sapevo come cavolo avrei fatto, dopo 7 mesi ho subito un’altra operazione". Ha guardato avanti, Pegolo, rimettendosi in cammino lungo un percorso al quale tuttavia si è riaffacciato dopo 279 giorni di, parole sue ‘calvario’. Riallacciandosi a quell’avventura in neroverde non ancora conclusa. Auguri, allora.

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