"Sassuolo, è un anno zero. Berardi, nessuna trattativa"

L’amministratore delegato Giovanni Carnevali ospite a ’Barba e Capelli’ su Trc "Non andrò a cena con la Juve. A gennaio succederà altro? Mai escluderlo" .

di STEFANO FOGLIANI -
22 settembre 2023
"Sassuolo, è un anno zero. Berardi, nessuna trattativa"

"Sassuolo, è un anno zero. Berardi, nessuna trattativa"

"Giochiamo il pomeriggio, finiamo tardi, non andrò a cena con la Juventus". È uomo di mondo, Giovanni Carnevali (foto), ma anche di calcio e non perde il sonno né in vista delle difficile impegno che attende i neroverdi e nemmeno si scompone più di tanto quando gli si fa notare che mai come quest’anno è stato vicino a perdere il suo miglior giocatore, Domenico Berardi, a lungo vicinissimo ai bianconeri. Più, ammette, il dirigente, "di quanto lo sia stato io: tornando ai bianconeri, per me possono competere per lo scudetto e quando affronti una grande squadra come la loro devi essere solo contento, come è giusto tuttavia essere scontenti di come è andata a Frosinone", ha detto a ‘Barba e Capelli’ su Trc, ribadendo poi come la mancata cessione dell’attaccante calabrese ("che quest’anno aveva deciso di andare") non si sia perfezionata in quanto "i tempi per chiudere l’affare non c’erano. Noi con la Juve – dice – non abbiano memmeno intavolato una trattativa nel senso più stretto del termine: sapevamo della volontà del giocatore, sapevamo dell’interesse della Juventus ed eravamo stati chiari sul fatto che avremmo aspettato fino al 17 agosto. Trascorsa quella data, non se ne è più fatto nulla, anche perché non c’erano i tempi".

Magari a gennaio succederà altro, "mai escluderlo, magari arriveranno proposte più importanti, non posso dirlo, ma è evidente che il Sassuolo non ha bisogno di vendere", ma oggi è presto per pensarci: altro urge, in casa neroverde, dove quello che il dirigente definisce "un anno zero" è cominciato così così. "Gruppo molto rinnovato e molto giovane, calendario difficile: sapevamo che qualcosa avremmo pagato, ma la nostra linea non cambia. Mantenimento della categoria e attenzione ai bilanci sono i due obiettivi che perseguiamo". Si gode il suo Sassuolo, anche se zoppica, Carnevali, blinda Dionisi ("siamo soddisfatti di come lavora") e benedice l’arrivo di giocatori come Cragno e Castillejo "che alzano il livello" come di giovani di grandi qualità. "Elementi di prospettiva, che contiamo possano crescere con noi. Vanno aspettati, certo, ma ne siamo ben consapevoli, come siamo sicuri delle loro potenzialità", spiega ancora l’ad del Sassuolo, che parla del suo decennio – in realtà 11 anni – come di un "percorso bellissimo e tutt’atro che scontato: undici anni di serie A per il Sassuolo è come aver vinto uno scudetto. Abbiamo costruito una realtà conosciuta e apprezzata anche all’estero". Remunerativa, peraltro, con plusvalenze monstre che non hanno mai intaccato fin qua la validità del progetto. E se gli arabi non hanno bussato alla porta del Sassuolo ("purtroppo", si schernisce Carnevali) la ‘bottega’ neroverde, notoriamente carissima, ha capitalizzato quanto doveva. "Da una parte c’è l’ambizione dei giocatori, e ci sta, dall’altra quella che per una società come la nostra diventa un’opportunità, ovvero trarre dalla valorizzazione dei giocatori un vantaggio. Per una squadra come la nostra è inevitabile la politica sia quella: siamo una società che risponde ad una proprietà come la Mapei, i conti in ordine non sono meno importanti del risultato sportivo".

Per diverse stagioni il Sassuolo ha condotto gli uni e l’altro di pari passo, in questo anno zero sui conti nulla da dire – attivo di mercato vicino ai 50 milioni – ma la classifica non è granchè, al netto delle attenuanti e di un contesto che non spaventa Carnevali. "Timori per questa stagione? Se uno ha paura – chiosa l’ad – non fa questo mestiere".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su