Soncin e la rivoluzione delle donne azzurre: "Dobbiamo superare un blocco culturale"

Il nuovo ct della nazionale femminile: "Il calcio è sempre calcio, dalle ragazze possiamo imparare ad essere più empatici"

di DORIANO RABOTTI -
28 dicembre 2023
Soncin e la rivoluzione delle donne azzurre: "Dobbiamo superare un blocco culturale"

Soncin e la rivoluzione delle donne azzurre: "Dobbiamo superare un blocco culturale"

Andrea Soncin è da quasi quattro mesi il ct della nostra nazionale femminile di calcio, che ha già condotto a battere le campionesse del mondo della Spagna.

Se pochi mesi fa le avessero detto che un giorno avrebbe allenato una squadra femminile, che cosa avrebbe detto?

"Perché no? Mai avuto preclusioni, quando la Figc ha chiamato non ho esitato un attimo, il prestigio e l’orgoglio di rappresentare il nostro paese è enorme. E non vedo differenze, il calcio è calcio".

Altri tecnici dicono che la differenza tra uomini e donne è nella gestione dello spogliatoio.

"Sì, dal punto di vista relazionale, ma non vedo molte differenze rispetto alla nostra società, anche lì il rapporto con un uomo o una donna è diverso, come diverse sono le motivazioni. Sta all’allenatore entrare nella sintonia giusta. Allenare un gruppo di ragazze è molto stimolante, richiede disponibilità, ma sto scoprendo una determinazione estrema spesso poco riscontrabile nei gruppi di maschi".

I risultati lo dimostrano.

"Ma a me questo gruppo sta dando tanto, mi sta facendo crescere, si creano rapporti profondi chiari e diretti. È un arricchimento personale e morale".

Come è nata la scelta di Soncin ct della femminile?

"Non dovrei essere io a rispondere, penso che abbiano fatto una valutazione a 360 gradi. Io ho ringraziato sin dal primo istante perché sono orgoglioso che abbiano pensato a me. Penso che abbiano valutato anche la capacità di entrare in sintonia col gruppo squadra".

Il calcio femminile è sempre più simile a quello maschile.

"Io ormai lo chiamo ’il ramo del calcio giocato dalle donne’, neanche calcio femminile. Ma questo paragone non porta vantaggio a nessuno dei due mondi, l’integrazione invece può aiutare entrambi. Per esempio l’empatia che si deve usare nella gestione del gruppo, con gli uomini viene spesso lasciata da parte".

Alexi Lalas, che ha commentato il mondiale per la Fox, ci ha detto: se lo vince la Spagna, può farlo anche l’Italia.

"Sono d’accordo, è un percorso che richiede tempo, non so quanto ci vorrà. La Federazione sta dando linee importanti per il futuro, è fondamentale lavorare sulla base. È un discorso di investimenti, ma anche di visione. Sul piano tecnico sicuramente il livello è cresciuto, ma spesso dobbiamo affrontare pregiudizi. È un po’ il blocco culturale del nostro paese".

Come si forza questo blocco?

"Bisogna lavorare di più sull’inserimento nelle scuole. Anche se i numeri stanno crescendo in molte regioni, in altre ci sono ancora freni. Se una bambina vuole giocare a calcio, deve poterlo fare senza doversi muovere per centinaia di chilometri. Gli altri paesi che sono il riferimento hanno lavorato sulla base, noi abbiamo anche come risorsa la grande qualità del popolo e delle donne italiane".

Ma tecnicamente chi siamo? Quelle che battono la Spagna o che escono dal mondiale prima del previsto?

"È un percorso, quella vittoria resterà memorabile, ma il lavoro di questi mesi è solo un primo passo, serve continuità".

Come si è presentato nello spogliatoio?

"Ho detto che ero fiducioso che si potessero fare risultati importanti, giocarcela contro tutti. Poi abbiamo lavorato sul merito, sul valore che ha indossare la maglia azzurra, quanto bisogna lottare per conquistarla e poi mantenerla".

Quando giocava in attacco la chiamavano ’Cobra’ o ’Sua Maestà’. Le ragazze lo sapevano?

"Qualche battuta è venuta fuori. Da giocatore d’area di rigore il Cobra era concentrato sull’io, ora ho spostato l’attenzione sul noi. Anche se l’ambizione è identica, forse maggiore".

Lei segnò al Milan a San Siro, da allenatore debuttò in A col Venezia contro Allegri. Prossima tacca personale?

"Vogliamo andare all’Europeo e continuare a salire nel ranking. Con le ragazze ci siamo salutati on line prima di Natale, vedere il clima che c’è ed i loro sorrisi è stato il regalo più bello".

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